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Tutte le fiabe che parlano di "scrittura"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "scrittura", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

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E la penna sognò

La penna a sfera Lella apparteneva a uno scrittore che era agli esordi.  Tutti i giorni, egli riempiva decine e decine di pagine che poi cestinava perché non gli piacevano. Questa situazione creava ansia in… E la penna sognò

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La scimmietta scrittrice

C’era  una volta  Paulette, una scimmietta che adorava scrivere. Era servizievole, allegra e una gran coccolona, non si stancava mai di ricevere carezze.

A soli quattro anni aveva  imparato a leggere e scrivere, senza l’aiuto di nessuno. Aveva un talento innato.

Adorava mostrare i suoi racconti a papà Martin e mamma Soleil, ma loro la ingiuriavano, esortandola a lasciar perdere, in quanto giocare con la scrittura significava svolgere un mestiere da fame, duro e privo di soddisfazioni.

La mamma le ripeteva sovente: “Oggi nessuno legge più i libri cartacei, ci sono gli ebook, la televisione, internet, lascia perdere, tu devi fare il medico, se non vuoi ridurti in miseria”.

La scimmietta scrittrice

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Che lavoro farò da grande?

Qualche mese fa, a scuola ci hanno assegnato un compito per la settimana seguente: dovevamo scrivere un testo intitolato “Che lavoro farò da grande?” e spiegarne il perchè.

Tornai a casa, mi misi comoda, andai in camera mia e, sulla scrivania avevo carta e penna… in testa non avevo idee, non sapevo cosa scrivere; in realtà non avevo mai, ma dico mai pensato al fututro.  

Alcuni giorni dopo, mi iniziarono a gironzolare per la testa delle idee, delle strane idee. Visto che solo a pensarle erano idee assurde, non scrissi nulla sula foglio; era ancora bianco e vuoto come quando l’avevo tirato fuori dal pacco… Mi stavo addormentando, grazie alla mia sorellina che la notte prima, piangendo, non mi aveva fatto chiudere occhio, tutta la notte a fissare il buio soffitto della camera. Mi stesi sul letto e nel giro di pochi minuti, mi addormentai. Aprii gli occhi e, mi ritrovai in uno strano posto.

Che lavoro farò da grande?

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L’elegia delle cose

L’elegia delle cose
e dei gesti in esse accordati

La danza del guardare
per prendere e l’aver preso

Toccare appena ci si è mossi
a farlo

“Nella, si era alzata; era andata
alla finestra ed aveva accostato
le imposte, come se anche a lei
la luce desse fastidio.”

L’ho tradotto nel mio mondo del
visivo mentale
L’andare verso lo spingersi a
Il concatenare gesti
L’attenta analisi del fare
Il riporre per conservare

L’elegia delle cose