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Tutte le fiabe della categoria "Hans Christian Andersen"

Andersen scopre nuove sorgenti del meraviglioso (…), non si deve equivocare con prodotti artigianali e surrogati quali la novelletta edificante, il raccontino didascalico o moralistico, insomma quella che viene chiama (…) letteratura pedagogica.
Il poeta danese ci dona un tipo di fiaba utile alla formazione della mente, di una mente aperta in tutte le direzioni: una leva fondamentale per l’educazione di un uomo, che non sia solo un esecutore ordinato e limitato, un consumatore facilmente plasmabile e pedissequamente subalterno.
Al di là del contenuto immediato e dell’ideologia di cui possano essere di volta in volta portatrici” ci aiutano a conformare criticamente la mente e ad affrontare la realtà con occhio spregiudicato: “di inventare dei punti di vista per osservarla, di vedere l’invisibile, come lo scienziato vede le onde elettromagnetiche dove nessuno aveva mai visto nulla; insomma, proprio come Andersen vede un’intera storia sulla punta di un ago da rammendo.
(G. Rodari, tratto da Wikipedia)
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Nota: i testi sono tratti da diverse traduzioni presenti nella rete con indicazione di libera diffusione e senza vincoli di copyright. Qualora vogliate fare qualche segnalazione in merito, inviate una mail a [email protected] indicando la vostra richiesta e, qualora ne vengano ravvisate adeguate motivazioni, l’articolo indicato verrà immediatamente rimosso.  Vi ringrazio per la collaborazione.

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E’ proprio vero!

«È una storia terribile!» esclamò una gallina in una zona della città dove non era accaduto il fatto «uno spaventoso scandalo in un pollaio! Non me la sento proprio di dormire da sola questa notte! Per fortuna siamo in tante sulla pertica.» E intanto raccontò in modo tale che le galline drizzarono le penne e il gallo fece afflosciare la cresta. «È proprio vero!»

È meglio cominciare dal principio, e il principio accadde in un pollaio in un’altra parte della città.

II sole tramontava e le galline salivano sulla pertica; una di loro, con le piume bianche e le zampe corte, aveva deposto l’uovo regolarmente; era una gallina rispettabile in tutti i sensi e mentre saliva sulla pertica si beccò e così le volò via una piumetta.

«È andata» disse. «Più mi spenno e più divento bella!» Naturalmente lo disse in tono scherzoso, perché era una gallina spiritosa, anche se molto rispettabile, come ho già detto. E così si addormentò.

Tutt’intorno era buio; le galline stavano una accanto all’altra, ma quella che le stava più vicino non dormiva; sentì e non sentì, come si deve fare in questo mondo per poter vivere in pace; ma non potè fare a meno di dire all’altra sua vicina: «Hai sentito cosa hanno detto? Non faccio nomi, ma c’è una gallina che vuole spennarsi per sembrare più bella! Se io fossi il gallo la disprezzerei!».

E’ proprio vero!

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La Candela di Sego

A Madame Bunkeflod, dal suo devoto H.C. Andersen.

Sfrigolava e sibilava la fiamma che ardeva sotto il crogiolo, la culla della candela di sego; ne uscì una candela perfetta, robusta, lucente ed elegante. Era fatta in modo da promettere un futuro luminoso e raggiante a chiunque la guardasse e tutti credettero a questa promessa.

La pecora – una pecorella molto carina – era la madre della candela e il crogiolo suo padre. Sua madre le diede un corpo lucido e bianco, un barlume di vita; ma da sua padre ebbe il desiderio ardente del fuoco passerà poi nel suo midollo e nelle sue ossa per farla risplendere.

Così nacque e fu creata; la migliore e più luminosa speranza d’esistenza. Incontrò molte, molte strane creature e alla ricerca di risposte sulla vita – e forse trovarono un posto dove soddisfare queste curiosità. Ma ebbe troppa fiducia nel mondo che si preoccupava solo di se stesso e per nulla della Candela di Sego.

La Candela di Sego

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La monetina d’argento

C’era una monetina uscita bella lucida dal conio, che saltava e tintinnava: «Evviva! ora me ne andrò per il mondo» e così infatti avvenne.

I bambini la tennero stretta nelle manine calde, gli avari nelle mani gelide e viscide, gli anziani la girarono e la rigirarono molte volte, mentre i giovani la fecero circolare di nuovo immediatamente. La monetina era d’argento, aveva pochissimo rame in sé e era già nel mondo da un anno, o meglio nel paese dove era stata coniata, quando si mise a viaggiare fuori dal paese: era infatti l’ultima monetina di quel paese rimasta nel borsellino di un signore che viaggiava e che non lo seppe finché non gli venne tra le mani.
«Ecco ancora una monetina di casa mia!» esclamò «viaggerà con me!»

La monetina d’argento

I verdolini

Alla finestra c’era un cespuglio di rose, fino a poco tempo prima era fresco di gioventù, ora sembrava malato, soffriva per qualcosa.Qualcuno vi si era stabilito e lo stava divorando; erano truppe di occupazione molto… I verdolini

La vecchia casa

C’era giù nella strada una vecchissima casa, che aveva quasi trecento anni come si poteva leggere su una trave su cui era stata intagliata la data, tra tulipani e piante di luppolo; c’erano anche dei… La vecchia casa

L’usignolo

In Cina, lo sai bene, l’imperatore è un cinese e anche tutti quelli che lo circondano sono cinesi. La storia è di molti anni fa, ma proprio per questo vale la pena di sentirla, prima… L’usignolo