L’uomo di neve
«Fa così freddo che scricchiolo tutto» disse l’uomo di neve. «Il vento, quando morde, fa proprio resuscitare! Come mi fissa quello là!» e intendeva il sole, che stava per tramontare. «Ma non mi farà chiudere… L’uomo di neve
Andersen scopre nuove sorgenti del meraviglioso (…), non si deve equivocare con prodotti artigianali e surrogati quali la novelletta edificante, il raccontino didascalico o moralistico, insomma quella che viene chiama (…) letteratura pedagogica.
Il poeta danese ci dona un tipo di fiaba utile alla formazione della mente, di una mente aperta in tutte le direzioni: una leva fondamentale per l’educazione di un uomo, che non sia solo un esecutore ordinato e limitato, un consumatore facilmente plasmabile e pedissequamente subalterno.
Al di là del contenuto immediato e dell’ideologia di cui possano essere di volta in volta portatrici” ci aiutano a conformare criticamente la mente e ad affrontare la realtà con occhio spregiudicato: “di inventare dei punti di vista per osservarla, di vedere l’invisibile, come lo scienziato vede le onde elettromagnetiche dove nessuno aveva mai visto nulla; insomma, proprio come Andersen vede un’intera storia sulla punta di un ago da rammendo.
(G. Rodari, tratto da Wikipedia)
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«Fa così freddo che scricchiolo tutto» disse l’uomo di neve. «Il vento, quando morde, fa proprio resuscitare! Come mi fissa quello là!» e intendeva il sole, che stava per tramontare. «Ma non mi farà chiudere… L’uomo di neve
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