Enrichetto dal ciuffo
C’era una volta una Regina, la quale partorì un figliuolo così brutto e così male imbastito, da far dubitare per un pezzo se avesse fattezze di bestia o di cristiano. Una fata, che si trovò… Enrichetto dal ciuffo
Carlo Collodi, all’anagrafe Carlo Lorenzini (Firenze, 24 novembre 1826 – Firenze, 26 ottobre 1890), fu uno scrittore e giornalista italiano.
È divenuto celebre come autore del romanzo “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino”, più noto come Pinocchio.
Curiosità
Nella piazza centrale di Viù, paese di montagna in provincia di Torino, si trova un Pinocchio in legno alto 6,53 metri e pesante circa 40 quintali. Posizionato nel novembre 2002, si tratta della statua in legno su pezzo unico più alta d’Italia anche se per questo primato è ancora necessario il riconoscimento ufficiale da parte del Guinness dei primati. Rispetto all’originale di Collodi, porta sulle spalle una cartella in legno a simboleggiare la passata scolastica abitudine dei montanari.
A Collodi, invece, si trova un Pinocchio di 15 metri di altezza, installato nel febbraio 2009.
Non è documentata l’affiliazione di Carlo Lorenzini alla massoneria ma per lo stesso motivo non può essere esclusa: alcuni ipotizzati riferimenti alla massoneria nelle “Avvventure di Pinocchio” fanno parte del non dimostrabile e nessun critico e biografo serio può esprimersi in merito (Marcheschi, Tempresti, Bertacchini, Asor Rosa…). Esiste tuttavia un’interpretazione esoterica (vedi quella del Massone Giovanni Malevolti), un parallelo tra l’avventura del burattino e l’iniziazione massonica che non può e non deve essere aprioristicamente ignorata, mentre si può essere d’accordo o meno sull’intenzione dell’autore di riferivisi.
Qui trovate l’audio-racconto de “Le avventure di Pinocchio”.
Le opere di Carlo Collodi su Amazon.
La biografia su Wikipedia.
C’era una volta una Regina, la quale partorì un figliuolo così brutto e così male imbastito, da far dubitare per un pezzo se avesse fattezze di bestia o di cristiano. Una fata, che si trovò… Enrichetto dal ciuffo
C’era una volta un Re, molto ricco di quattrini e di terre: la sua moglie morì, ed egli ne fu inconsolabile. Per otto giorni interi si chiuse in un piccolo salottino, dove picchiava il capo nel muro, tanto era il dolore che gli straziava l’anima; per paura che finisse coll’ammazzarsi, furono accomodate delle materasse fra il muro e i parati della stanza. Così poteva sbatacchiarsi a suo piacere, e non c’era caso che potesse farsi del male.
Tutti i suoi sudditi si misero d’accordo per andare a trovarlo e dirgli quelle ragioni credute più adatte, per scuoterlo dalla sua tristezza. Alcuni prepararono dei discorsi molto seri: altri uscirono fuori con delle cose piacevoli e anche allegre: ma tutte queste ciarle non fecero su lui né caldo né freddo. Esso non badava neppure a quello che gli dicevano.
C’era una volta un Re, il quale era proprio una persona tanto perbene, che i suoi sudditi lo chiamavano il Re buono. Un giorno, mentre si trovava a caccia, accadde che un cucciolo di coniglio, che stava lì per essere ucciso dai cani, venne a gettarsi fra le sue braccia.
Il Re fece delle carezze alla povera bestiolina e disse:
“Giacché si è messo sotto la mia protezione, non voglio che nessuno gli faccia del male”.
E portò il piccolo coniglio nel suo palazzo, e gli fece dare una bella stanzina e delle erbe eccellenti da mangiare.
Nella notte, quando fu solo in camera, il Re vide apparire una bella donna, la quale non era vestita con abiti ricamati d’oro e d’argento, ma la sua veste era bianca come la neve, e portava in testa una corona di rose bianche.
Il buon Re rimase molto meravigliato nel vedere questa signora, tanto più che l’uscio di camera era chiuso, né sapeva capacitarsi come diavolo avesse fatto a passar dentro.
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L’elemento collaborativo nella progettazione, produzione e pubblicazione della lettura dei capitoli della favola “ Le avventure di Pinocchio” è stato connaturato sia al blogging che al podcasting una risorsa tecnologica quest’ultima, che valorizzando l’oralità, ha promosso e facilitato positive situazioni di apprendimento e l’acquisizione di specifiche abilità operative e tecnologiche.