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Tutte le fiabe che parlano di "filosofia in pillole"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "filosofia in pillole", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

basta poco

Basta poco

Basta poco per essere felici insieme a parenti e a tanti amici; la gioia di vivere in un modo sano e aiutando il prossimo dandogli una mano. Dunque non serve a niente a litigare e… Basta poco

il segreto della serenita

Il segreto della serenità

Il cigno nero nuotava verso il tramonto felicemente Era forse, il più bel tramonto, avesse mai visto. Quando Fantastique, fece una domanda un po’ particolare: “Fortunello tu lo sai il segreto della serenità?” “Sono innumerevoli”,… Il segreto della serenità

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La paura di Piccolo Uomo

Il sole se n’era andato di colpo, il vento aveva raccolto in un attimo sulla montagna nuvole nere gonfie di pioggia, e subito aveva cominciato a tuonare e lampeggiare. Poi, si era scatenato l’iradiddio. La luce livida delle saette squarciava il cielo in un susseguirsi di guizzi che sembravano non avere fine.

Piccolo Uomo, raggomitolato vicino alla parete della capanna, si teneva le orecchie tappate, la faccia e gli occhi nascosti nelle ginocchia: non ricordava di avere mai avuto tanta paura.

Grande Vecchio, abbandonato sulla poltrona, fumava la pipa e lo osservava con un sorriso di tenerezza.

La paura di Piccolo Uomo

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Il Povero Pescatore e il Grande Samurai

Il mare, quell’anno, non era stato buono: la barca con la quale ogni mattina all’alba il Povero Pescatore partiva per la pesca era stata buttata sullo scoglio all’entrata del piccolo porto durante una tempesta. Ed era andata distrutta. L’uomo si era salvato miracolosamente. Ma la sua famigliola temeva la fame dell’inverno.

Così, si era deciso, anche per le insistenze della moglie. Ed era andato in città per affidarsi alla magnanimità dell’Onorevole Grande Samurai, la cui fama di saggezza e generosità valicava i confini del Paese.

L’Onorevole Grande Samurai aveva ascoltato in silenzio il triste racconto e si era impietosito per la sorte dei tre piccoli e della moglie, che non avevano di che mangiare. Alla fine aveva concesso al Povero Pescatore un prestito. Il Grande Samurai però lo aveva avvertito: «Tra un anno, quando sbocceranno i fiori della primavera e l’aria sarà dolce di profumi, ti aspetterò nel salone del mio palazzo e mi riporterai il dovuto. Non voglio speculare: mi basta quanto ti ho dato, nessun soldo in più. Solo ti ricordo: per me gli impegni sono sacri. Non tollererò ritardi. Voglio la tua parola».

Il Povero Pescatore, commosso, si era inchinato e gli aveva dato la sua parola. Poi aveva ringraziato, benedicendolo per la sua bontà.

Il Povero Pescatore e il Grande Samurai

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Le risorse di Piccolo Uomo

Piccolo Uomo e Grande Vecchio avevano passato il pomeriggio a far legna nel bosco, su tra le alte montagne. Ormai le ombre della sera si allungavano: l’aria si era infreddolita e il sentiero aspettava per il rientro. Bisognava caricare i tronchi sul carro.

Piccolo Uomo era contento: aveva maneggiato la sega e la scure come Grande Vecchio, senza risparmiarsi. Ma la fatica, ora, ce l’aveva tutta stampata in faccia.

Grande Vecchio lo osservava, silenzioso: i suoi occhi sorridevano e facevano trasparire un affetto dolce e morbido come il leggero sole di primavera.

Le risorse di Piccolo Uomo

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Grande Vecchio e i Due Animali

Era da un po’ che Piccolo Uomo, di sottecchi, guardava Grande Vecchio.

Il fuoco crepitava, Grande Vecchio stava caricando la pipa.

«Cosa c’è, Piccolo Uomo?»

Piccolo Uomo si sorprese. «Come cosa c’è?».

«Sento che mi vuoi chiedere qualcosa. Ma non hai ancora deciso se chiedermela…».

«E tu come fai a saperlo?».

«Non lo so, infatti. Mi sembra… Però posso sbagliarmi. E in questo caso ti chiedo scusa se ti ho disturbato…».

Grande Vecchio era sincero. Aveva finito di caricare la pipa. Ora aveva preso uno stecco di legno dal camino e se la stava accendendo.

Grande Vecchio e i Due Animali

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Il Vecchio e i Due Cavalieri

C’era una volta, tanto tempo fa, un vecchio. Abitava solo, con qualche pecora e poche galline, in una casupola ai piedi dell’Altopiano, proprio all’inizio del sentiero che conduceva in cima all’unico villaggio della regione. Davanti alla sua casetta passavano viandanti, a piedi o a cavallo, che spesso si fermavano per chiedere notizie: sulla lunghezza e la difficoltà del sentiero e il tempo necessario a percorrerlo.

Un giorno si presentò un giovane cavaliere.

Il vecchio era seduto fuori, a godersi il sole dolce del pomeriggio avanzato. Il giovane fermò il cavallo e si toccò il cappello in segno di saluto. Nonostante la polvere, traspariva una faccia allegra, aperta, accattivante: «Non so più le miglia che ho percorso dall’ultima città. Ma prima che faccia buio devo salire al villaggio. E’ questo il sentiero, vero buon uomo?».

Il Vecchio e i Due Cavalieri

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Koan e la civetta Yinyang

C’era una volta un imperatore che aveva tre figli che gli volevano un gran bene.

Il primogenito si chiamava Karl, il secondo Kali e il più piccolo Koan. L’imperatore era malato da tantissimi anni e, per cercare di guarire, aveva chiamato i migliori medici da tutto il mondo alla sua corte. Stanco dei vani tentativi di sconfiggere la malattia, si rassegnò e decise di prendere le medicine che gli aveva prescritto il medico che gli era sembrato fosse il migliore.

Un giorno si mise a riflettere a lungo sul fatto che ognuno dei medici che l’avevano visitato aveva prescritto una cura diversa da quella di tutti gli altri, e si chiese: “Ma se due medici prescrivono due cure differenti, non è possibile che uno dei due sbagli cura? E se i medici che mi hanno visitato hanno tutti prescritto cure diverse, non potrebbe essere che abbiano sbagliato tutti? Forse è per questo che non riesco a guarire, mah, speriamo mi stia sbagliando”.

Koan e la civetta Yinyang

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Tre cose solamente

Io mi sento fortunata…. perché? Mangio ,amo e rido .
Son tre cose solamente ma ti cambiano la vita.
Se non mangi è un dispiacere , ci son cose buone assai!
Come fai a rinunciare a tagliatelle con ragù?

Se ci metti un” secondino” stai sicuro che non sbagli e
poi anche un bel dolcino se ne avevi proprio voglia.
Eeeh… ma basta qua, andiamo oltre: tu mi chiedi perché amo?
Perché vivere d’amore è una cosa favolosa,
lo puoi dar continuamente e se poi è quello vero…è sublime veramente!

Tre cose solamente

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Il dubbio

E’ meglio, dunque,
seguir il flusso degli eventi
o farsi trascinare con mollezza
dai sentimenti?
O forse è meglio porre
pace al dubbio che ci tormenta
e non dare troppa importanza
alla nostra impotente onnipotenza
e continuar così

Il dubbio

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L’elegia delle cose

L’elegia delle cose
e dei gesti in esse accordati

La danza del guardare
per prendere e l’aver preso

Toccare appena ci si è mossi
a farlo

“Nella, si era alzata; era andata
alla finestra ed aveva accostato
le imposte, come se anche a lei
la luce desse fastidio.”

L’ho tradotto nel mio mondo del
visivo mentale
L’andare verso lo spingersi a
Il concatenare gesti
L’attenta analisi del fare
Il riporre per conservare

L’elegia delle cose