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Tutte le fiabe che parlano di "gatto"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "gatto", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

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Il gatto Piombino e la luna : storia di una amicizia

Che luna tonda, bella e rubiconda”, pensò gatto Piombino 

Era un ammasso di peli grigio fumo da cui uscivano due orecchie grandi e un muso piccolo a punta, con una spruzzata di neve bianca.

Piombino era un cucciolo di gatto sopravvissuto alla volpe che affamata si aggirava, in quei giorni, nel bosco fitto, vicino alla casa di sassi. I suoi fratellini erano partiti, portati via da una auto rossa rombante dentro una cesta di vimini al seguito di una signora non molto simpatica.

Si erano salutati con malinconia e ora, il gattino solo, osservava la luna.

Il mico le chiese con un miagolio:“Perchè sei cosi triste?”

“Illumino la notte degli uomini, ma la mia luce non è molto intensa. Un tempo tutti mi portavano rispetto, ma ora, le luci della città, il video dei computer sono diventati più rassicuranti. Che devo dire? Mi sento inutile.” rispose il satellite luna con una lacrima di pioggia.

Il gatto Piombino e la luna : storia di una amicizia

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Storia del gatto Oscar

Nella casa di nonna Gina viveva un gatto tutto grigio.

Era un gatto , molto bello e nonna Gina  lo coccolava e gli preparava sempre buoni pranzetti, latte a colazione e pezzetti di carne a mezzogiorno.

Questo gatto fortunato si chiamava Oscar e amava scorrazzare nel giardino della casa di nonna Gina.

Una mattina, però, quando mise il naso fuori dalla porta si fermò perplesso.

 “dove è finito il prato e cosa è questa cosa bianca?”

Oscar non aveva mai visto la neve e quella notte ne era caduta tanta da ricoprire ogni cosa.

Nonna Gina lo sollecitò a uscire  e  se pur riluttante Oscar si avventurò all’esterno e lentamente mosse i suoi passi sulla morbida coltre bianca.

Storia del gatto Oscar

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Roy il topolino ingordo

Nelle vie oscure e periferiche di Londra, al di fuori di vecchi ristoranti vi sono collocati degli enormi contenitori di rifiuti, così non appena scende la sera spuntano qua e là piccoli roditori.

Roy è uno di loro, esso attende fiducioso il calar delle tenebre per soddisfare la sua insaziabile fame. Sempre al suo fianco l’amico fidato Pik, che lo segue un po’spaurito. Roy è un topo coraggioso consolidato dall’idea di saper affrontare ogni eventuale circostanza usando il suo ingegno per le diverse strategie.

Roy sa perfettamente che per soddisfare la sua insaziabile fame deve riuscire a superare ogni ostacolo che gli si pari davanti, per cui tutte le volte che deve sfamarsi obbligatoriamente è costretto ad escogitare un nuovo piano. Una delle tante sere Roy, assieme all’amico Pik, decidono di appostarsi nella parte retrostante del ristorante del signor Max.

Roy il topolino ingordo

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Il gattone

Il mio micino gattino
dorme beato e carino

sonnecchia con l’occhio
aperto e birichino

sdraiato sul suo cuscino
respira il buon odorino
della cucina vicina

Il gattone

strega-rospo-gatto

La strega il rospo il gatto

C’è una sola strega, che odia il suo gatto ed ha un bruttissimo rospo come amico è Furbizia, la strega maestra.

Ha in dolci alla liquirizia. Non farebbe male ad una mosca. Ma se ti avvicini alla sua dimora scoprirai che come lei c’è n’è una sola.

Rincorre il gatto, affannato, spaventato, lancia incantesimi, urla strepita tende le mani, corre, corre, rompe le ampolle.

Il rospo fa bolle, in silenzio, stranito, poi scende in cantina, mentre lei è intenta a urlare ,ruba tutte le caramelle, tra stringhe, rondelle, beve bevande al liquore; si intontisce, dorme, fa di minestrone l’indigestione.

Strega che tutto non sa! Sai che fa?

La strega il rospo il gatto

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Gala la gattina bianca

C’era una volta una giovane gattina bianca dagli occhi di una cangiante tonalità viola scuro, di nome Gala.

Perduta una zampa alla nascita, con una soltanto, lei non si era mai persa d’animo, e anche se storpia e malferma, non aveva mai smesso di riempire con le sue gioiose capriole il creato, seppur facendolo un passo indietro come la sua condizione le imponeva, ugualmente fiera e orgogliosa.

“Ma con una zampa sola!” giungevano al suo orecchio voci soffocate di tanto in tanto “Una soltanto!”, “Non è per niente un bello spettacolo!”, “Quella zampa che le manca, però!”, “Si, non si può guardare!”, “Le sono rimaste quei grumi di sangue!”, “Fanno male allo stomaco, solo a guardarsi!”, “Io non riesco, mi fa volta stomaco!”,“Peccato davvero, ripeto!”, “Non può affrontare lunghi percorsi, non andrà mai oltre!”, “Che pena!”,“Nessuno la inviterà mai in casa propria!”, “Scherzi?!”.

Ma agli occhi di Tancredi, giovane gatto dallo splendido pelo cenerino, tutto quel ciarlare appariva soltanto gratuito e insignificante, Gala per lui era bellissima, speciale, solo lei riusciva a guardarlo in quel modo, a farlo sentire amato, importante, invincibile, unico, irripetibile.

Gala la gattina bianca

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L’ultimo canto del gallo

C’era una volta una piccola casupola diroccata, abitata da tre animali: un cane, un gatto ed un gallo.

Un tempo quel rudere era la casa di un contadino, una persona per bene, che non aveva nessuno a cui lasciare i propri averi.

Così i tre animali, alla morte del padrone, avevano cercato di convivere dividendosi i compiti: il cane faceva la guardia, il gatto andava a caccia di topi e di selvaggina, e il gallo dava la sveglia, salutando il sole giorno dopo giorno.

Il cane e il gatto, dopo anni di lotta, erano riusciti a mantenere la pace, e il gallo, che se ne stava in disparte, era molto affezionato ad entrambi.

La tranquillità fu peró sconvolta dall’arrivo di una volpe, furba e maliziosa, che aveva chiesto ospitalità in cambio di un contributo alle provviste.

L’ultimo canto del gallo

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Il mistero dei baffi

“Ma perché non funzionano…aiuto!!!!”. Il gatto Alfredo corre come un matto da una parte all’altra della sua cameretta, si guarda allo specchio, tocca il muso con le zampette morbide. E intanto inciampa, capitombola, scivola.

I suoi amici, Flo’ l’uccellino, e Carlo il topolino, lo guardano stupiti: “Ma Alfredo, cosa succede? Perché ti disperi? Perché corri tanto?”

“I miei baffi sono tristi, mosci, senza vita. Hanno perso i loro poteri, non funzionano più! Guardate!” e concentrandosi prova a saltare dalla poltrona al letto, scivolando giù sul pavimento.

“Perché ti dai tanta pena? Sono solo baffi…”, chiede Flò stupito.

“Disastro! Tragedia!”, continua Alfredo, “Come farò? Non sapete che per un gatto i baffi sono fondamentali? Servono per misurare le distanze, prevedere ostacoli e pericoli, cacciare.”

“Sono così importanti?” chiede Carlo.

Il mistero dei baffi

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Stellino e Stellina

In un tempo molto lontano
in un castello fatato
viveva un gattino bianco
chiamato Stellino

Era stato stregato da una strega cattiva
che lo teneva chiuso in soffitta
senza farlo uscire

Era sempre sorvegliato da un grosso cane cattivo
che lo mordicchiava e lo feriva
Il gattino, prima di essere stregato
era un bel bambino biondo, gli piaceva giocare
felice e libero con i suoi amici

Una strega cattiva è molto gelosa
 un giorno gli donò un gattino  bianco
stregato  in regalo 

Stellino e Stellina

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Il gatto goloso

Non ditemi che i gatti non pensano a nulla quando ronfano sul tappeto, vicino al camino.

Essi riflettono ed è incredibile quello che possono immaginare.

Da svegli, essi osservano tutto ciò che accade intorno a loro e sono capaci di compiere azioni strabilianti.

Un gattino era stato accolto in un collegio di fanciulle.

A mezzogiorno e alla sera, una campanella annunciava i pasti.

Il gatto goloso

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Un gatto

Un gatto bislacco
leccava in un piatto
ciò che restava
di un ricco
banchetto.

Poi, soddisfatto,
si sdraia sul petto
e finge un attacco

Un gatto

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Nemici per la pelle

Un’ antica leggenda del Madagascar, racconta l’odio razziale tra gatti e topi e la millenaria guerra che li divide, che sono dovuti ad un episodio che li ha visti protagonisti tanti anni fa.

Un gatto e un topo, allora amici, dovendo attraversare un largo fiume non trovarono altra soluzione che imbarcarsi su una grossa patata che usarono come zattera.

Entrambi erano affamati per aver percorso parecchia strada nella vana ricerca di cibo.

Il gatto si mise a prua e il topo, a poppa, non visto e preso dai morsi della fame, cominciò a rosicchiare la patata.

In breve la zattera si ridusse a tali dimensioni che colò a picco e gli animali rischiarono di affogare,ma raggiunsero a stento la riva.

Nemici per la pelle