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Tutte le fiabe che parlano di "libertà"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "libertà", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

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Leoni in fuga

C’era una volta…

E forse c’è ancora, un piccolo circo equestre scalcinato, ma così piccolo e così scalcinato da essere riuscito a sfuggire alle attenzioni e alle ire degli animalisti.

Ma presto anche il piccolo circo sarebbe balzato agli onori delle cronache giornalistiche e televisive.

Chi lavorava in quel circo faceva, più o meno la fame, sì perché la regola era: prima dare da mangiare agli animali, poi, se restava qualche soldo, pagare il personale.

E tutti, oddio: tutti è una parola grossa, perché erano rimasti ben pochi a lavorare lì a quelle condizioni, tutti i superstiti, dicevamo, lavoravano lì per passione e clown, acrobati, domatori e proprietario facevano anche le funzioni di inservienti, accudivano gli animali, tenevano pulite le gabbie, montavano e smontavano il tendone con le tribune e guidavano la carovana attraverso piccoli paesi,m evitando le grandi piazze e di attirare troppo l’attenzione prima che arrivassero a togliere loro gli animali e, quindi, il pane quotidiano.

Leoni in fuga

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La barchetta di Camilla

In mezzo al mare c’èra una piccola barchetta
era di colore azzurro, col suo colore
si mimetizzava benissimo col l’acqua azzurra del mare
aveva la vela bianca e la bandierina blù
portava scritto il suo nome in caratteri grandi
da poter essere vista da lontano

Si chiamava Camilla la barchetta variopinta
Il capitano era un omino baffuto
con pipa e berretto alla marinara

Salpavano i mari e gli oceani più lontani e sconosciuti
sempre alla ricerca del grande tesoro dei pirati
nascosto Chissà dove…

La barchetta di Camilla

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L’arancia Amarina

Questa è la storia di Amarina, un’arancia che viveva in un giardino e sognava di poter vedere, prima o poi, il mare.

Finché, un giorno, il sogno si avverò.

C’era una volta, in un paesino adagiato su una collina, una casina bianca con un grande comignolo e vicino, un orto da cui scorgeva il mare.

Più in alto un giardino di limoni e arance, dove viveva l’arancia Amarina.

Dal giardino non si poteva vedere il mare e l’arancia Amarina, molto curiosa, desiderava tanto vederlo.

Una notte, il vento forte fece cadere dall’albero arance e limoni, tra cui l’arancia Amarina che, spaventata, ma felice, iniziò a rotolare giù per la collina.

“Oh che bello” esclamò l’arancia Amarina.

L’arancia Amarina

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Birba Bir

La chiamavano Birba Bir.

Era una bimba con un grande fiocco sul capo e un ampio vestito  a pallini.

Lei non amava né il fiocco, né quel vestito.

La sua mamma la vestiva cosi, con cura e attenzione, ogni mattina per andare a scuola.

“Birba tu sei una brava bambina e devi fare la brava bambina ” le diceva.

Forse, Birba avrebbe desiderato un suo abbraccio caldo ma la mamma era concentrata sui preparativi.

Tutto doveva essere perfetto.

Cosi, Birba, appena poteva, si toglieva il fiocco e le scarpe di vernice nera e correva nel fango.

Che belle le pozzanghere!

Birba Bir

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Una curiosa amicizia

La signorina Pappagallo è molto preoccupata….

Tutte le mattine, quando il tempo è bello, la padrona la porta in giardino per farle prendere un pò d’aria buona.

Essa appende la gabbia al ramo di un albero e poichè la porta è sempre aperta, la signorina Pappagallo può svolazzare di ramo in ramo.

Di questa situazione approfitta un passero per introdursi nella gabbia e divorare tutti i buoni semi che vi si trovano in abbondanza, con una sfrontatezza incredibile.

Quando la signorina Pappagallo lo sorprende sul fatto e tenta, per spaventarlo, di assumere un’aria severa, il piccolo ladruncolo esce dalla gabbia saltellando e vola via senza dire nemmeno grazie!

E le visite si susseguono, giorno dopo giorno, a scapito della signorina Pappagallo.

E’ abbastanza strano, del resto, ma quest’ultima, senza volerlo ammette, trova che il passerotto è molto simpatico e grazioso, e finisce con l’abituarsi alla sua presenza .

Una curiosa amicizia

storia-pesce-fuor-acqua

Storia del pesce fuor d’acqua

Un pesciolino, stanco di vivere nel mare, guizzò fuori per vedere com’era il mondo sulla terraferma.

Si guardò intorno, vide una tranquilla spiaggetta, e concluse che si poteva fare.

Il pesciolino fuor d’acqua decise di farsi un giretto al Luna Park, aveva proprio voglia di divertirsi.

Intanto negli abissi si chiedevano tutti che fine avesse fatto Alfredo (questo era il nome del pesciolino). Il polpo Casimiro era felice perché era in debito con Alfredo di mille conchiglie, avendo perso una partita a carte. La murena Dacia era depressa perché non sapeva più chi spaventare. L’ostrica Cecilia, una gran chiacchierona, non sapeva più con chi parlare.

Storia del pesce fuor d’acqua

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Spera di sole // Audio fiaba

La storia di Spera di Sole, figlia di una povera fornaia e di un Reuccio tanto sgarbato che non sa riconoscere il vero valore della ragazza. Ma l’amore e l’incoraggiamento della madre uniti alla volontà di ferro della dolce Spera di Sole opereranno il miracolo e allora………

“Spera di Sole, Spera di Sole, sarai regina se Dio vuole….”

Clicca su “Leggi tutto” per ascoltare l’audiofiaba.

Spera di sole // Audio fiaba

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Il principe serpente // Audio fiaba

“Il principe serpente” è un’antica fiaba persiana, dall’autore sconosciuto tramandata per via orale nei secoli.

[…]

C’erano una volta un re ed un visir che erano amici da lunga data.

Entrambe le loro mogli aspettavano un bambino e decisero che se fossero nati un bambino e una bambina li avrebbero poi fidanzati e fatti sposare, ma quando nacquero, la moglie del re ebbe un serpente, mentre la moglie del visir una bellissima bambina.

[…]

Clicca su “Leggi tutto” per ascoltare l’audio fiaba.

Il principe serpente // Audio fiaba

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La farfalla dalle ali dipinte

Un giorno una farfalla si recò da un pittore perché desiderava farsi dipingere le ali più belle, più colorate più … di tutto il creato.

Quindi visitò la prima bottega; era un pittore con dei baffi ricurvi all’insù e con molto vigore dipingeva i suoi quadri.

Guardò ciò che dipingeva e non gli piacque granché, dipingeva persone morte e quindi andò altrove.

Trovò un’ altra bottega è li vi era un omino rinchiuso nel suo mondo, molto serio ed introverso. Guardò i quadri che dipingeva e vide che erano bui e scuri, e privi di colore.

In effetti quello probabilmente era il modo in cui vedeva il mondo.

La farfalla dalle ali dipinte

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Il pianto delle fate

La vita per i due innamorati, Dono e Splendente,  trascorreva felice.

Non avevano bisogno di null’altro  che del loro amore. Ma dopo un anno di vita insieme, cominciarono a sentire  dentro il loro cuore qualcosa di non ben definito, una specie di sfarfallio, già, come il volo di una farfalla imprigionata, che fosse un desiderio che non riusciva a volare? Decisero di chiamare questo non so che “voglia matta”.

Ecco, non era come la smania di mangiare le more o le fragole del sotto bosco e neppure come l’irrefrenabile voglia di andare a  correre lungo la spiaggia e cavalcare le onde, che sapevano di poter appagare, era proprio una strana voglia, matta, appunto!

A volte era così invadente che  si sentivano molto turbati, ma non appena l’elfo Dono strofinava il proprio naso sul naso di fata Splendente, ritornava la gioia e la serenità che da sempre li abbracciava. Dall’alto della   loro  casa, il cipresso,  guardavano la vita del mondo animarsi e quando cresceva l’esigenza di avere degli amici intorno, non potevano fare a meno di scendere e confondersi  con gli alberi e i fiori. 

Il pianto delle fate