Frammenti di infinito
Ti racconto una fiaba
E una fiaba antica,
forse antica quanto la Terra,
ma forse ancor di più
Si perde nella notte dei tempi
Perché questa storia
Questa la raccolta personale di Franco Farina. Puoi contribuire anche tu al progetto "Ti racconto una fiaba" inviando i tuoi testi attraverso l'apposita pagina invia la tua fiaba.
Ti racconto una fiaba
E una fiaba antica,
forse antica quanto la Terra,
ma forse ancor di più
Si perde nella notte dei tempi
Perché questa storia
Ti porgo la sfera di cristallo
Forse con essa ti sentirai a cavallo.
Cavalcando un tempo che hai pensato
e che non hai lasciato al fato.
Forse quel momento un tempo lo hai deciso
e poi te lo ritrovi quasi tale e preciso.
Possiam dire che è stata la fortuna o la maledizione
se vogliam per forza trovarci una ragione.
Ma i tuoi sogni potrai realizzare
se ad essi vita continuerai a dare.
Forse il futuro tanto sperato
nelle tue mani è posato.
A volte le giornate d’autunno evocano un po’ di tristezza o malinconia.
La nebbia scende e le nuvole portano la pioggia.
Ci ritiriamo nel nostro mondo e nei nostri pensieri.
Ma poi il sole ritorna riuscendo a pervadere il torpore di questa stagione,
Getta i suoi raggi lunghi fino a terra.
Filtra fra te trame degli alberi e le foglie che prendono il colore dorato.
Arcadio era molto contento del dipinto fatto sulla parete. L’affresco rappresentava un bosco primaverile, ed era così bello che sembrava vero.
Per terra le foglie del vecchio autunno e i germogli verdi appena spuntati, e sui rami c’erano le foglie nuove, di un verde lucente.
Mentre riponeva pennelli colori e tavolozze, Arcadio guardava soddisfatto il suo affresco: la luce della fine del giorno lo illuminava, penetrando dalle finestre opposte della stanza.
Nella casa del Granduca si stava organizzando per la cena e l’ indomani l’opera finita sarebbe stata presentata al Granduca in persona.
Arcadio pensava, e pensando al Granduca gli venne in mente anche la figlia del Granduca, Melissa, e ciò in effetti era il pensiero che lo assillava; più volte aveva fatto gli occhi dolci a Melissa senza ottenere risposta.
Quando lui lavorava all’affresco, lei, di sovente veniva, accompagnata da ancelle, e stava lì ad osservarlo lavorare, ma mai gli aveva rivolto parola, nonostante le occhiate di Arcadio fossero eloquenti.
Un giorno una farfalla si recò da un pittore perché desiderava farsi dipingere le ali più belle, più colorate più … di tutto il creato.
Quindi visitò la prima bottega; era un pittore con dei baffi ricurvi all’insù e con molto vigore dipingeva i suoi quadri.
Guardò ciò che dipingeva e non gli piacque granché, dipingeva persone morte e quindi andò altrove.
Trovò un’ altra bottega è li vi era un omino rinchiuso nel suo mondo, molto serio ed introverso. Guardò i quadri che dipingeva e vide che erano bui e scuri, e privi di colore.
In effetti quello probabilmente era il modo in cui vedeva il mondo.
Quest’ uomo andava in giro con la sua valigia e raccoglieva i sogni dei bimbi e degli uomini e donne che li immaginavano e li lasciavano in giro.
Raccoglieva i sogni e li riponeva nella sua valigia di cartone con sopra dipinte le stelle.
Lui poteva vederli erano leggeri ed evanescenti e leggermente luminosi. Molte volte le persone li abbandonavano e si spegnevano un poco e lui camminando per strade e piazze li vedeva e li raccoglieva.
Giorno dopo giorno continuava a mettere i sogni in questa valigia.
Non stancarti mai di lavorare per un mondo migliore.
Che il domani sia sempre meglio che l’oggi.
Non ascoltare chi cerca di spegnere i tuoi sogni.
Lascia perdere quella persona, i suoi sogni si son già spenti.
Puoi aiutarla risvegliandola dall’incubo in cui è finita.
O puoi allontanarla in modo che non ti trascini nel suo incubo.
C’era una volta in una foresta incantata degli alberi ricoperti di neve. La nebbia vorticava intorno ad essi e il gelo aveva ornato di cristalli tutto intorno dai rami più alti ai ciuffi d’erba. Un bianco chiarore si stendeva intorno.
Il Signore del Gelo passava su ogni ramo e su ogni stelo d’erba posandovi i suoi cristalli. Quando il sole brillava tutto si trasformava in luccichii come perle e diamanti messi alla luce.
In quella foresta vi era una collina e sotto di essa dormiva la Fata dei fiori. Un giorno vi era tanto sole ed i cristalli si stavano sciogliendo goccia a goccia ed il calore tenue che filtrava nella terra stava per risvegliare la Fata dei fiori.
Il Signore del Gelo disturbato da questo fece vorticare tanta nebbia che il tepore scomparve e un vento freddo ghiacciò tutte le gocce d’acqua sui rami e di perle il bosco fu ricoperto.
La Fata dei fiori tornò nel suo sonno profondo. Il Signore del gelo prese a spargere neve e freddo tutto intorno. Passarono giorni e giorni di freddo. In quella foresta vi erano pure Gnomi e Folletti.
Lo Gnomo che dormiva nel tronco del castagno fu svegliato dal freddo intenso e dagli ululati
del vento e si arrabbiò perché il Signore del Gelo non cessava la sua morsa.