Vai al contenuto

Tutte le fiabe di Gwen

Questa la raccolta personale di Gwen. Puoi contribuire anche tu al progetto "Ti racconto una fiaba" inviando i tuoi testi attraverso l'apposita pagina invia la tua fiaba.

nido-rondinelle

Un nido per due rondinelle

Le rondini erano ritornate al tetto. Ma che rovina! Alcuni nidi erano crollati, altri avevano bisogno di riparazioni. Bisognava mettersi al lavoro, ed ogni rondine lo fece con gioia.

Anche due giovani rondinelle che non avevano il nido s’erano messe d’impegno per costruirselo. Andavano e venivano continuamente, portando qualche cosa nel becco: ora pagliuzze, ora fuscelletti ed ora piume.

Dopo due settimane di faticoso lavoro, tutte e due poterono riposare nella loro casetta.

Anche altre rondini avevano finito il loro lavoro. Si parlavano da un nido all’altro come fanno le donne sulle porte delle case. Era un piccolo paese di rondini.

Ma il nido delle due rondinelle era debole ed un giorno cadde sulla strada. Quanti gridi si levarono da tutte le parti!

Le due rondinelle volarono disperate dal tetto alla strada, dalla strada al tetto. Tutte le altre rondini si riunirono sulla gronda del tetto; pareva che dicessero: “Poverine! Quelle due rondinelle hanno fatto il nido troppo in fretta ed esso non ha resistito. Sono tanto giovani ed inesperte! Vogliamo aiutarle?”

Un nido per due rondinelle

lupo-finlandia

Il lupo della Finlandia

La Finlandia è un grande paese che ha immense pianure e immense foreste.

Sonia era una piccola contadina che abitava in un villaggio situato all’estremità di una foresta.

Un giorno d’inverno il padre della bimba, attraverso una foresta, andò alla città con la slitta tirata da una renna; portò con sè la piccina e un grosso cane bianco, Neva, ch’ella amava assai.

Quando tornarono, già scendeva la notte. La slitta scivolava dolcemente, senza scosse e rapidissima, sulla candida neve.

Il lupo della Finlandia

leggenda-te

La leggenda del tè

Molti secoli fa in Cina ci fu una terribile siccità a cui seguì un’ epidemia di peste: Al timore della morte il popolo degli uomini affiancò una flebile speranza di salvezza, poiché nella memoria degli anziani c’era il ricordo di una pianta sacra e miracolosa che aveva il potere di guarire, dalle malattie e rendere fertile la terra.

Quella pianta era custodita da un drago presso una fonte d’acqua sulla montagna.

Alcuni giovani coraggiosi decisero di partire per la vetta, affrontare il drago e in seguito prendere la pianta, ma purtroppo non fecero più ritorno.

La leggenda del tè

vita-gwen

La vita

Una castagna era rimasta nel bosco, mentre tutte le altre sue sorelle erano state raccolte e portate via, verso la città.

Nessuno l’aveva voluta; chi aveva allungato la mano, per prenderla, si era bucato le dita, perchè essa era ancora tutta racchiusa nel mantello spinoso.

Poi le foglie secche, e poi la neve si erano ammucchiate sopra la castagna e l’avevano fatta sprofondare nella terra buia.

– Come sono stata disgraziata – pensava la castagna. -Valeva proprio la pena di maturare per poi finire così! chissà le mie sorelle come saranno allegre nelle case degli uomini! Ora marcirò e tutto sarà finito. Bel divertimento!-

Per fortuna la castagna si addormentò, e così per molto tempo non ebbe pensieri malinconici.

La vita

curiosa-amicizia

Una curiosa amicizia

La signorina Pappagallo è molto preoccupata….

Tutte le mattine, quando il tempo è bello, la padrona la porta in giardino per farle prendere un pò d’aria buona.

Essa appende la gabbia al ramo di un albero e poichè la porta è sempre aperta, la signorina Pappagallo può svolazzare di ramo in ramo.

Di questa situazione approfitta un passero per introdursi nella gabbia e divorare tutti i buoni semi che vi si trovano in abbondanza, con una sfrontatezza incredibile.

Quando la signorina Pappagallo lo sorprende sul fatto e tenta, per spaventarlo, di assumere un’aria severa, il piccolo ladruncolo esce dalla gabbia saltellando e vola via senza dire nemmeno grazie!

E le visite si susseguono, giorno dopo giorno, a scapito della signorina Pappagallo.

E’ abbastanza strano, del resto, ma quest’ultima, senza volerlo ammette, trova che il passerotto è molto simpatico e grazioso, e finisce con l’abituarsi alla sua presenza .

Una curiosa amicizia

gatto-goloso

Il gatto goloso

Non ditemi che i gatti non pensano a nulla quando ronfano sul tappeto, vicino al camino.

Essi riflettono ed è incredibile quello che possono immaginare.

Da svegli, essi osservano tutto ciò che accade intorno a loro e sono capaci di compiere azioni strabilianti.

Un gattino era stato accolto in un collegio di fanciulle.

A mezzogiorno e alla sera, una campanella annunciava i pasti.

Il gatto goloso

leonessa-riconoscente

La leonessa riconoscente

La leonessa è una temibile cacciatrice quando è alla ricerca di cibo per i suoi piccoli affamati.

Eppure, fin dal XVI secolo, si racconta un episodio edificante.

Accadde in una città africana, assediata da una folta schiera di nemici armati di tutto punto.

Il capo della città aveva rigorosamente proibito agli abitanti di uscirne. Dopo molti giorni, i viveri scarseggiarono e la popolazione cominciò a soffrire la fame.

Una donna, che aveva una famiglia molto numerosa da sfamare, sgattaiolò una sera fuori dalle mura per andare a cogliere frutti e bacche selvatiche nei boschi circostanti.

La leonessa riconoscente

re-cane

Il re cane

Il cane, in epoca feudale assumeva spesso il ruolo di gran protagonista.

Ad esempio il Cane-Re, Sueing, ricevette il trono dal suo padrone, il principe Osten di Norvegia, che voleva vendicarsi dei suoi sudditi, rei di aver ucciso suo padre, sovrano legittimo.

Così i fieri norvegesi dovettero tributare onori reali ad un semplice alano.

Col passare del tempo, questo personaggio, che sembrava uscito da una fiaba, non si tramutò però in un uomo, come da copione, ma rimase fedele alla sua identià canina.

Morì coraggiosamente in un combattimento contro un lupo (allora i lupi erano molti di più e molto feroci).

Se la difesa dai nemici è una caratteristica di un buon governo, allora si può dire che, Suening è stato all’altezza del suo rango fino alla fine dei suoi giorni.

Il re cane

cane-santo

Il cane Santo

Durante il Medioevo, i cani diventavano anche santi.

E’ il caso del Levriero Guinefort, venerato  intorno alla metà del XIII secolo, nella regione della Dombes, non lontano da Lione: suscitò una sentita devozione da parte del popolo che lo ritenne vittima di un ingiusto martirio.

A ucciderlo era stato proprio il suo padrone, il signore di Villars.

Lo aveva trovato con il muso insanguinato, in una stanza messa sottosopra:

Subito aveva creduto il Levriero colpevole di aver sbranato suo figlio, lasciato nella culla momentaneamente senza la vigilanza della nutrice.

Ed invece Guinefort si era comportato da eroe.

Il cane Santo

nemici-pelle

Nemici per la pelle

Un’ antica leggenda del Madagascar, racconta l’odio razziale tra gatti e topi e la millenaria guerra che li divide, che sono dovuti ad un episodio che li ha visti protagonisti tanti anni fa.

Un gatto e un topo, allora amici, dovendo attraversare un largo fiume non trovarono altra soluzione che imbarcarsi su una grossa patata che usarono come zattera.

Entrambi erano affamati per aver percorso parecchia strada nella vana ricerca di cibo.

Il gatto si mise a prua e il topo, a poppa, non visto e preso dai morsi della fame, cominciò a rosicchiare la patata.

In breve la zattera si ridusse a tali dimensioni che colò a picco e gli animali rischiarono di affogare,ma raggiunsero a stento la riva.

Nemici per la pelle

parole-elefante

Parole a un elefante

Un rumore nella foresta: tra i rami degli alberi si avanza lentamente un elefante. E’ guidato da un uomo che gli siede in groppa. Trasporta tronchi di albero dalla foresta, dove sono stati tagliati alla segheria.

Basta un piccolo cenno della mano, una parola dell’uomo, perchè l’elefante prenda con la proboscide un tronco, lo posi sulle zanne tenendolo bene fermo e lo trasporti dove vuole il padrone.

Questo è il lavoro di tutti i giorni, per il guidatore e per l’elefante.

Un giorno, in cui il lavoro era stato più duro del solito, l’uomo tornò a casa stanchissimo. Durante la notte si sentì male e allo spuntare dell’alba non potè riprendere il lavoro.

Parole a un elefante

dolce-di-latte

Il dolce di Latte

Circa 200 anni fa i Criollos, gli antichi argentini, lottavano per l’indipendenza dal dominio spagnolo e si riunivano segretamente per escogitare un piano di liberazione del Paese.

Il signor Mariano, uno dei capi dei criollos, ospitava spesso gli amici per parlare del futuro dell’Argentina e visto che si era ormai vicni all’indipendenza, selse di riunire tutti i capi criollos per una cena nella quale si sarebbero prese molte decisioni importanti.

Chiamò allora Milagros, la suo domestica, che era anche un’abilissima cuoca e le disse: ” Deliziaci con le tue prelibatezze perchè questa sera io e i miei ospiti dovremo affrontare scelte molto importanti per la nostra patria! E sopratutto, concludi la nostra cena con uno dei tuoi dolci più squisiti”.

Il dolce di Latte