La storia che qui si racconta, è tanto bella! Essa ci fa conoscere il patriarca Tobia e il suo filgiuolo Tobiuzzo: tutti e due buoni e timorati di Dio.
Tobia era un uomo di Israele. Trasportato col suo popolo in schiavitù a Ninive, si conservava fedele all’adorazione del vero Dio, e viveva facendo del bene a quanti più poteva dei suoi infelici fratelli.
Il Signore volle provarlo facendogli perdere la vista; ma egli, rassegnato e sereno, accettò la prova dolorosa.
E il Signore premiò la sua fedeltà. Venne infatti un giorno che Tobia si vide costretto dalla povertà a mandare il figliuolo in lontano paese a farsi pagare dal suo parente Gabelo la somma che gli aveva prestata.
Ed ecco che, per volere di Dio, l’Arcangelo Raffaele, in forma e aspetto d’uomo, accompagna il giovane Tobia, lo salva dai pericoli del viaggio e specialmente dall’essere divorato da un grosso pesce del fiume Tigri. Poi lo aiuta a riscuotere la somma prestata, gli ottiene in isposa Sara figlia di Raquele, parente di Tobia, lo riconduce al padre con la sposa e con grande ricchezza di beni e, col fiele del pesce ucciso, restituisce la vista al vecchio Tobia.
Tobia