Il cuore di Evans
Quanto può diventare duro il cuore di un uomo che ha perso la persona amata? Più ancora di quello di una pietra. Era la vigilia di Natale quando la moglie accusò i dolori del parto… Il cuore di Evans
La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "destino", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".
Quanto può diventare duro il cuore di un uomo che ha perso la persona amata? Più ancora di quello di una pietra. Era la vigilia di Natale quando la moglie accusò i dolori del parto… Il cuore di Evans
Gli zoccoli del suo destriero nero calpestavano la terra inaridita e qualche ciuffetto di erba gialla ricopriva di tanto in tanto quella landa desolata. L’armatura d’argento scintillava sotto il sole cocente di giugno. Il cavaliere… Il paese delle aquile dorate: l’uovo ritrovato
C’era una volta … … nel bel mezzo dell’oceano e invisibile ai più moderni mappamondi, e sconosciuto perfino alle carte nautiche più dettagliate, un isolotto dal nome Arza. Quest’ultimo era davvero un piccolo e silenzioso… Un sasso al sole
Era da un po’ che Piccolo Uomo, di sottecchi, guardava Grande Vecchio.
Il fuoco crepitava, Grande Vecchio stava caricando la pipa.
«Cosa c’è, Piccolo Uomo?»
Piccolo Uomo si sorprese. «Come cosa c’è?».
«Sento che mi vuoi chiedere qualcosa. Ma non hai ancora deciso se chiedermela…».
«E tu come fai a saperlo?».
«Non lo so, infatti. Mi sembra… Però posso sbagliarmi. E in questo caso ti chiedo scusa se ti ho disturbato…».
Grande Vecchio era sincero. Aveva finito di caricare la pipa. Ora aveva preso uno stecco di legno dal camino e se la stava accendendo.
Una castagna era rimasta nel bosco, mentre tutte le altre sue sorelle erano state raccolte e portate via, verso la città.
Nessuno l’aveva voluta; chi aveva allungato la mano, per prenderla, si era bucato le dita, perchè essa era ancora tutta racchiusa nel mantello spinoso.
Poi le foglie secche, e poi la neve si erano ammucchiate sopra la castagna e l’avevano fatta sprofondare nella terra buia.
– Come sono stata disgraziata – pensava la castagna. -Valeva proprio la pena di maturare per poi finire così! chissà le mie sorelle come saranno allegre nelle case degli uomini! Ora marcirò e tutto sarà finito. Bel divertimento!-
Per fortuna la castagna si addormentò, e così per molto tempo non ebbe pensieri malinconici.
Nella piccola cittadina di Higen, si conoscevano tutti e qui, le notizie correvano più veloci della luce.
Nonostante fosse dicembre, l’anziano signor Teobert amava stare seduto all’esterno dell’unico bar del paese e osservava l’andirivieni dei passanti. Faceva finta di niente, sbuffando con la sua enorme pipa ma nulla gli sfuggiva.
Così, quando il piccolo Jakob cadde nelle gelide acque del lago per aiutare il suo amatissimo cane, fu il primo a saperlo. La notizia si sparse a macchia d’olio.
Purtroppo, a causa delle basse temperature, si ammalò.
Noi tutti, conosciamo la storia del piccolo bambino, che nacque la notte del 25 Dicembre, in una mangiatoia per asini e buoi; ma io, vi voglio raccontare “una storia diversa”.
Era un freddo giorno d’inverno e, la giovane Maria, una donna di trentadue anni, ricorreva al pozzo per procurarsi da bere.
Strada facendo, incontrò un bambino, si chiamava Samir, un dolce bimbo di sei anni, indiano. Samir, stringeva tra le sue braccia, un secchio pieno d’acqua. Maria, lo vide stanco e, lo aiutò, portando il secchio fino alla casa del bambino.
Samir, la ringraziò con un sorriso e, rientrò a casa. La donna, proseguì il suo cammino, ma, una decina di metri più avanti della casa del bimbo, sentì delle urla di cattiveria. Era la madre di Samir, che gelosa, lo rimproverava dicendogli che l’aveva visto con una donna, tornare a casa.
Celestino sedeva su uno scoglio, una seduta scomoda, ma lui pareva non accorgersene.
Stava piangendo, imprecando, maledicendo, rimuginando su una vita con poche soddisfazioni, senza slanci, senza novità, mai, con tante sfortune e mai, mai una sola volta, un momento di fortuna inaspettato.
Probabilmente tutto ciò non era molto diverso da quanto avevano passato e passano quotidianamente molte altre persone, ma si sa: non è vero che mal comune è mezzo gaudio e il dolore di vivere degli altri non può consolare, né contribuire a diminuire il proprio.
Forse, anzi certamente, non fa piacere sapere che altri soffrono, ma lascia indifferente chi è raggomitolato nei propri problemi.
Racconto popolare rielaborato da Paulo Coelho.
Una nuvola giovane giovane (ma è risaputo, la vita delle nuvole è breve e movimentata) faceva la sua prima cavalcata nei cieli, con un branco di nuvoloni gonfi e bizzarri. Quando passarono sul grande deserto del Sahara, la altre nuvole, più esperte, la incitarono: “Corri, corri, se ti fermi qui sei perduta”. La nuvola però era curiosa, come tutti i giovani, e si lasciò scivolare in fondo al branco delle nuvole, così simili ad una mandria di bisonti sgroppanti.
“Cosa fai? Muoviti!” le ringhiò da dietro il vento. La nuvoletta però aveva visto le dune di sabbia dorata: uno spettacolo affascinante….. e planò leggera leggera. Le dune sembravano nuvole d’oro accarezzate dal vento. Una di esse le sorrise. “Ciao”, le disse. Era una duna molto graziosa, appena formata dal vento, che le scompigliava la luccicante chioma. “Ciao. Io mi chiamo Ola”, si presentò la nuvola. “Io Una”, replicò la duna. “Com’è la tua vita lì giù?”. “Be’….sole e vento: Fa caldo ma ci si arrangia: E la tua?”. “Sole, vento e grandi corse nel cielo”.
La storia di Spera di Sole, figlia di una povera fornaia e di un Reuccio tanto sgarbato che non sa riconoscere il vero valore della ragazza. Ma l’amore e l’incoraggiamento della madre uniti alla volontà di ferro della dolce Spera di Sole opereranno il miracolo e allora………
“Spera di Sole, Spera di Sole, sarai regina se Dio vuole….”
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In un antico giardino popolato da fiori e piante risiede immobile e silente un bellissimo albero di ciliegio dal fusto molto alto.
L’inverno era alle porte , un vento umido e freddo soffiava tra le cime dell’albero oramai spoglio e vuoto e due timide foglioline dal manto giallo giacevano pendenti sull’estremità dei secchi rami.
La prima fogliolina disse “Siamo rimasti soli qui su questo albero, anche stanotte molte delle nostre sorelle se ne sono andate via” …
La seconda fogliolina rispose “ Non avere paura , si sa che prima o poi dobbiamo seguire il nostro destino” Ma prima distaccarmi dall’albero avrei un desiderio da esprimere” gemette la prima fogliolina“Voglio che tutte le mie sorelle ritornano a darmi l’ultimo saluto”
Io vedo spesso i saggi che fanno come i gàmberi:quando toccar desiderano i più sicuri il porto,camminano a ritroso. Così verso un contrariopunto coi remi tendono talvolta i marinari,mirando a un altro, e intanto ingannan… La gambaressa e sua figlia