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Tutte le fiabe che parlano di "diversità"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "diversità", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

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La vecchina zoppa

C’era una volta una vecchietta zoppa che andava mendicando per le vie.

Vide un signore ben vestito e gli andò incontro ma lui, avvedendosene le puntò con cipiglio il bastone da passeggio contro, dicendole: “Io sono duca, stammi lontano stracciona altrimenti di te ne faccio fonduta”

Di colpo il bastone si trasformò in serpente e saettando fece trasalire la gente.

Si avvicinò, allora a una signorina impettita ma quella come ne vide la figura saltò a lato e gracchiando come cornacchia, disse “Io sono contessina non ti avvicinare sporca vecchiettina”.

Pestando il piede lo mise fuori dalla banchina, prese una storta e sedette proprio in mezzo ad una fanghiglia e la folla cominciò a schernirla.

Si fece d’appresso ad una signora imbellata ma non fu meno mortificata, toccandosi al collo, altezzosa disse “Io sono baronessa,lercia vecchiaccia i tuoi pidocchi non faranno festa nella mia pelliccia”.

La volpe che stringeva si animò e corse tra la massa meravigliata ed ella prese a grattarsi come affetta dalla tigna.

La vecchina zoppa

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Sofia la giovane allodola

C’era una volta una giovane allodola dalle ali bianche e gli occhi di una cangiante tonalità viola scuro, di nome Sofia.

Nata senza ali, storpia e malferma, impacciata nella postura, ma cocciuta e caparbia, lei non si era mai persa d’animo, e anche se claudicante e incerta, costretta a nutrirsi solo di semi e tanta, tanta acqua, non aveva mai smesso di cantare, seppur facendolo sui rami bassi – gli unici che riusciva a raggiungere balzando con le sue zampette – come la sua condizione le imponeva, ugualmente orgogliosa di riempire con le sue belle note il creato.

“Storpia!”, “E’nata senza ali!” echeggiavano le voci intorno “Ma come mai è nata senza le ali?”, “Ma non può affrontare il volo!”, “Vive fra le rocce!”, “Ma riesce a nutrirsi?”, “E nei periodi di magra come fa, se sulla pietra scarseggiano i semi?”, “Ma non si può guarire?” , “No, mai?”, “E con voi sorelle non canta mai?”, “E come potrebbe?”, “Come farebbe a seguirci in volo?”, “Alla festa della primavera, mi sembra, non sia mai stata invitata” , “E’ chiaro!”

Sofia la giovane allodola

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Ulisse il pettirosso canterino

C’era una volta un giovane pettirosso dagli occhi di una cangiante tonalità viola scuro, di nome Ulisse.

Allegro e altruista, romantico e sognatore, perduta alla nascita un’ala, l’uccello, con una soltanto, non si era mai perso d’animo, e anche se storpio e malfermo, ridicolo nei movimenti grotteschi e sgraziati, costretto a nutrirsi solo di semi e tanta, tanta acqua, non aveva mai smesso di cantare, cullando nel proprio cuore il sogno di diventare sempre più bravo, seppur cantando su rami bassi, come la sua condizione gli imponeva – un passo dietro agli altri – senza poter raggiungere mai il cielo aperto, ugualmente orgoglioso delle sue note con cui amava riempire il creato.

“Ma con un’ala sola!” gli facevano eco voci sconosciute alle sue spalle, mischiandosi spesso a patetiche mezze risate e sguardi caritatevoli di pietà “Una sola! Devi ammettere che non sarà mai, una così gran cosa! La tua ala maciullata, che tra l’altro non guarirà mai, non è certo un belvedere! E così conciato, impedito, forzato a soste tanto frequenti, puoi star certo che nessuno dei tuoi fratelli t’inviterà mai a cantare alla grande Festa della Primavera!”

Ulisse il pettirosso canterino

giraluna

Il giraluna

Il Sole era davvero soddisfatto. Ogni mattina si svegliava molto presto per illuminare la vita di tutti gli abitanti della Terra.

I suoi raggi scaldavano che era un piacere.

Il mondo gli sorrideva riconoscente.

La Luna, invece, nonostante volesse molto bene al Sole, si sentiva, come dire, un fenomeno di nicchia. Come tutti sanno, infatti, la Luna è un corpo illuminato, cioè non brilla di luce propria, ma deve la sua luminosità proprio al Sole.

E così la poverina si sentiva inferiore per importanza.

Il giraluna

anatroccolo

Il bell’anatroccolo

Il cigno Paolo nacque in una tempestosa notte di febbraio.

“Febbraio Febbraietto, corto e maledetto” ripeteva sempre mamma cigno.

E fu accontentata. Dovette ripararsi dietro a un cespuglio perché la pioggia battente avrebbe inzaccherato le sue uova.

Cessò la bufera, mamma cigno si addormentò dopo aver deposto le uova.

Passò del tempo e queste si schiusero.

Il bell’anatroccolo

gatta-cenerentola

Topolino // Audio fiaba

C’era una volta un Re, che non viveva più tranquillo, dal giorno in cui una vecchia indovina gli aveva detto:

– Maestà, ascoltate bene:
Topolino non vuol ricotta;
vuol sposare la Reginotta;
E se il Re non gliela dà,
Topolino lo ammazzerà.

Il Re consultò subito i suoi ministri; ed uno di loro disse:

– Maestà, è mai possibile che un topolino voglia sposare la Reginotta? Io credo che quella donna si sia beffata di voi.

Clicca su “Leggi tutto” per ascoltare la fiaba.

Topolino // Audio fiaba

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La leggenda di Achatina, la Donna Chiocciola

Nessuno sapeva da dove venisse o chi fosse. Per tutti era Achatina, la “Donna Chiocciola”. Da quando era arrivata al villaggio, la notte si accoccolava dentro una grande conchiglia, che aveva sistemato alla fine del bosco, sotto un cedro del Libano secolare, e si abbandonava al sonno.

Quel guscio era l’unica cosa che possedesse. La sua unica protezione, il ponte tra il passato e l’avvenire, la sola speranza di salvarsi e, un giorno, vivere felice. Circolavano molte voci su di lei: forse era uno spirito, un dono del bosco, delle fonti e della cascata. Forse veniva da mondi lontani, o da un altro pianeta.

La leggenda di Achatina, la Donna Chiocciola

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Il talento di mamma Cleopatra

Era una fresca mattina di primavera quando il vecchio Tonino, un anziano agricoltore, lungo un polveroso stradone di campagna, trovò un’asinella abbandonata di nome Cleopatra, sporca e malconcia, e con il piede destro zoppo. Senza pensarci due volte, Tonino la portò nella sua fattoria dove viveva con la moglie Carla e la nipotina Agnese, di pochi mesi. La bambina, rimasta orfana di entrambi i genitori, da quando la sua mamma non c’era più rifiutava ogni tipo di latte, persino quello di mucca e di capra.
Appena gli animali della fattoria videro Cleopatra, cominciarono a burlarsi di lei, per via del suo aspetto trasandato. 

– Ahahaha, non ho mai visto un animale più sgraziato di te! – disse Ottone il pavone, che aprì a ventaglio la sua coda dalle piume verdi smeraldo tappezzata di mille occhi azzurri.

Il talento di mamma Cleopatra

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Il bambino che non rideva mai

C’era una volta nel paese di Sorrisi un bimbo che non rideva mai. Sua madre, Anna Gioia, rideva e gioiva in ogni occasione, sin da quando, piccina, il padre, Giannino, un uomo “alto 2 metri e uno sgabello” ma secco come uno “spillone”, come dicevano la mamma e la nonna, la portò al circo a vedere i pagliacci. Il padre, Walter Felici, era felice di nome e di fatto.

Tutto il paese era famoso per lo spirito giocoso e spensierato dei suoi abitanti. Poi, in una strana giornata primaverile di pioggia era nato lui, il piccolo Luigino e tutto era cambiato. Da quel giorno, l’estate si era fatta più corta e meno calda, l’inverno più lungo e più freddo. Gli uccellini non fischiettavano al caldo tepore dei raggi del sole che non splendeva in cielo come nel passato ovvero prima che nascesse il piccolo Luigi. Nel paese tutti, uomini, animali e cose pensavano che fosse colpa del bimbo che non rideva mai. Anzi piangeva sempre: se aveva fame piangeva; se aveva sonno piangeva; se aveva sete piangeva; se aveva voglia di uscire a fare una passeggiata piangeva….. ecco, piangeva proprio sempre!

Il bambino che non rideva mai

Tzirighina

tzirighina

Questa è la storia di Tzirighina, una piccola lucertola verde originaria della Sardegna.

Come ogni anno era arrivata la primavera e la piccola lucertola, che aveva riposato tutto l’inverno al calduccio in un cumulo di sabbia calda e asciutta, si era svegliata e aveva messo fuori la testolina. In autunno la Mamma, una bellissima lucertola verde, lunga ed elegante, che aveva tante macchioline marrone scuro sul dorso e gli occhi grandi e brillanti, l’aveva salutata e le aveva spiegato che le lucertole dormono tutto l’inverno. Si chiama andare in letargo. Però, con l’arrivo della primavera, il sole caldo le invita a saltare fuori per correre veloci dopo aver scaldato ben bene la schiena.

Tzirighina

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L’uovo misterioso

Era una calda mattina di maggio. Sul cielo azzurro il Sole e una piccola nuvoletta bianca giocavano a rincorrersi. Quella mattina il Sole era veloce e la nuvoletta non riusciva proprio a prenderlo.

Gli venne un idea…

Chiamò il suo amico vento e lo salutò:

– “ Buon giorno, vento! Per favore  potresti aiutarmi a prendere il Sole? “

– “ Certamente! “ e il vento soffiò.

L’uovo misterioso