La vecchina zoppa
Fiaba pubblicata da: Silvana
C’era una volta una vecchietta zoppa che andava mendicando per le vie.
Vide un signore ben vestito e gli andò incontro ma lui, avvedendosene le puntò con cipiglio il bastone da passeggio contro, dicendole: “Io sono duca, stammi lontano stracciona altrimenti di te ne faccio fonduta”
Di colpo il bastone si trasformò in serpente e saettando fece trasalire la gente.
Si avvicinò, allora a una signorina impettita ma quella come ne vide la figura saltò a lato e gracchiando come cornacchia, disse “Io sono contessina non ti avvicinare sporca vecchiettina”.
Pestando il piede lo mise fuori dalla banchina, prese una storta e sedette proprio in mezzo ad una fanghiglia e la folla cominciò a schernirla.
Si fece d’appresso ad una signora imbellata ma non fu meno mortificata, toccandosi al collo, altezzosa disse “Io sono baronessa,lercia vecchiaccia i tuoi pidocchi non faranno festa nella mia pelliccia”.
La volpe che stringeva si animò e corse tra la massa meravigliata ed ella prese a grattarsi come affetta dalla tigna.
Si accostò, infine a un’umile donna con tre bambini i quali facevano eco alla canzone della mamma, girando in cerchio tenendosi alla sua gonna, la quale disse: “Oh dolce nonnina,sono vedova e come te, poverina. Non ho l’ombra di un quattrino ma puoi venire nel nostro riparo”.
Si recarono alla periferia e sull’incolto terreno sorgeva una catapecchia, i bimbi con la nonna fecero bisboccia.
Al mattino la vecchina zoppa li radunò accanto a sé e saltanto sul piede malfermo disse: “Zoppin zoppetta un castello è ora la vostra casetta. Zoppin zoppino, fiori e frutti nel vostro giardino”.
Si tolse il fazzolettone e come rami di mimosa scesero i suoi capelli.
Cadde lo scialle e un abito di broccato verde ornato di perle e rose di rubino illuminò i volti.
Roteò il manico di scopa che divenne bacchetta e l’arcobaleno l’avvolse.
Tra lo stupore scomparve mentre la sua voce sussurrava: “Io sono la Fata zoppa, dove c’è un cuore buono alla povertà metto toppa”.