La leggenda del lavoro
C’era una volta … un castello in riva a un fiume, immerso in un meraviglioso parco con alberi e prati. Nel castello viveva una bellissima principessa che però era sempre triste e depressa. A nulla… La leggenda del lavoro
La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "ozio", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".
C’era una volta … un castello in riva a un fiume, immerso in un meraviglioso parco con alberi e prati. Nel castello viveva una bellissima principessa che però era sempre triste e depressa. A nulla… La leggenda del lavoro
La città dei Fannulloni non ha nome, e bisogna starci dentro per capirla.
Alcune signore si addormentano su pellicce di visone.
Lucignolo è un eroe nazionale.
Pinocchio, un signore di successo: si occupa di consigli per gli acquisti ad ore.
Vende orologi al tegamino, spaghetti al sugo di bambù, tagliatelle e frittelle ricamate d’oro.
Non ditemi che i gatti non pensano a nulla quando ronfano sul tappeto, vicino al camino.
Essi riflettono ed è incredibile quello che possono immaginare.
Da svegli, essi osservano tutto ciò che accade intorno a loro e sono capaci di compiere azioni strabilianti.
Un gattino era stato accolto in un collegio di fanciulle.
A mezzogiorno e alla sera, una campanella annunciava i pasti.
C’era una volta un omini piccino, che non aveva volgia di far nulla, proprio quel che si dice nulla. E naturalmente era povero in canna, non aveva casa, non possedeva un soldo e spesso pativa la fame e la sete.
Ma, vedete la pretesa! Egli sognava di far fortuna lo stesso.
Diceva: “C’è tanta gente che fa fortuna senza lavorare! Cerca, cerca, un giorno o l’altro troverò qualcosa anc’io”.
Infatti, un bel giorno, ecco che trovò una noce. E disse tutto contnto: “Se saprò essere accorto, con questa noce diventerò un ricco. Adesso mi metterò a girare il mondo”.
Un signore, che non curava nè punto nè poco le sue cose, aveva una tenuta che gli rendeva circa cinquecento sterline.
Stretto dai debiti, vendè metà della fattoria e affittò per vent’anni la metà che gli era rimasta, ad un solerte agricoltore.
Venuto il termine dell’affitto, l’agricoltore richiese al gentiluomo se volesse vendere quella parte del terreno che ancora possedeva.
” Come! E voi vorreste comprarlo?”
Domandò meravigliato il signore.
L’agricoltore rispose: ” Perchè no? Se ci troviamo d’accordo.”
C’era una volta una piccola ape di nome Fiordaliso, che era malvista dalle sue alacri sorelline per la sua scarsa laboriosità.
Infatti, Fiordaliso, anziché prodigarsi a raccogliere i pollini come tutte le altre, se ne stava tutto il giorno a ronzare estasiata, ammirando la bellezza dei fiori, dimenticandosi così di compiere il suo dovere.
Un bel giorno la Regina, stanca delle continue lamentele, la convocò a corte e le proibì di ammirare i fiori.
La piccola Fiordaliso divenne nel giro di pochi giorni triste e infelice.
A vederla così malinconica tutti i fiori della valle cominciarono ad appassire.