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Tutte le fiabe di Martina Vecchi

Questa la raccolta personale di Martina Vecchi. Puoi contribuire anche tu al progetto "Ti racconto una fiaba" inviando i tuoi testi attraverso l'apposita pagina invia la tua fiaba.

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Celestino Mingherlino e i Fiori Lacrimosi

– Aaah, che bella, la primavera – sospira tra sé e sé Celestino Mingherlino, alla finestra.

Il bosco è un tripudio di colori: il verde brillante degli alberi, quello più tenero dell’erba fresca, i fiorellini appena spuntati, il profumo del polline e dell’aria.

– Vado a fare la spesa al mercato – annuncia Celestino ai gatti e al canarino Clo.

Una passeggiata energizzante è proprio ciò che ci vuole in questo bel mattino.

Al mercato, Celestino fa incetta di fragole.

“Voglio prepararle con una bella spruzzata di panna, per la merenda” pensa. Compra poi verdura di stagione e un paio di cestini di vimini che gli servono per riporre gomitoli di lana e scampoli di stoffa.

Celestino Mingherlino e i Fiori Lacrimosi

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Celestino Mingherlino e Agenore il tenore rock

La signora Delia Penna, bibliotecaria di Roccabretella, è appassionata di teatro.

Ci va di frequente, almeno due o tre volte a settimana, con le amiche ma anche da sola. È abbonata a tutti gli spettacoli e perciò paga prezzi molto bassi e, non si sa come, attraverso conoscenze e adesioni a certi circoli culturali, riesce molto spesso ad avere ingressi gratis.

Questa mattina Celestino Mingherlino è andato alla biblioteca del paese a restituire alcuni gialli letti in breve tempo con grande interesse, e a scegliere qualcos’altro di avvincente per passarsi il tempo.

– Buondì, Celestino – lo saluta la signora Delia Penna, con i suoi occhialetti sulla punta del naso, e la sua crocchia grigio- bionda – lei è proprio mattiniero, eh? –

Celestino Mingherlino e Agenore il tenore rock

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Celestino Mingherlino e Prisco Princisbecco

Celestino Mingherlino è un ottimo cuoco.

Non ha mai frequentato scuole di cucina, la sua è pura passione. Cucina da sempre, in ogni momento della giornata. Prepara ogni genere di leccornie, inventa ricette nuove, è un vero professionista.

I dolci, poi, non parliamo dei dolci.

Si dà il caso che, per inaugurare la stagione estiva, Boscofiorito organizzi una grande festa di tre giorni coinvolgendo anche gli abitanti del paese. A Roccabretella tutti gli esercizi commerciali partecipano con entusiasmo all’iniziativa.

Celestino Mingherlino e Prisco Princisbecco

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Celestino Mingherlino e l’Albero dei Meloni

Che splendida giornata d’estate.

È il primo giorno di luglio e il cielo è azzurro e terso, senza nemmeno una nuvola. Il sole picchia e fa molto caldo. Il bosco offre fresco e riparo all’ombra degli enormi sempreverdi. Tutti gli abitanti hanno tirato fuori sdraio e sedie pieghevoli per godersi la frescura dei pini, e dissetarsi con un bel frullato o un bel bicchierone di tè freddo.

Celestino Mingherlino è impegnato a preparare una macedonia con tutta la frutta di stagione. È giorno di mercato, Celestino ha fatto la spesa da un ambulante ed è tornato carico di pesche, albicocche, anguria, ciliegie e melone.

Celestino Mingherlino e l’Albero dei Meloni

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Celestino Mingherlino e il tarlo Anatolio

Arriva l’autunno, con le prime foglie che cominciano a cadere. Presto il terreno si ricoprirà di un soffice manto giallo e rosso. L’aria al mattino si farà più frizzante, e le giornate si accorceranno.

“È ora di fare il cambio degli armadi” constata Celestino, affacciato alla finestra.

Sul tavolo in cucina c’è un cestino colmo di castagne da arrostire. “ Voglio invitare qualche vicino a cena per inaugurare la stagione” pensa Celestino, sempre di buonumore e pronto a offrire la propria generosità.

“Castagne arrosto, purè di patate, stufato di manzo e cavolfiore gratinato”. Che acquolina. Non può certo mancare lo strudel di mele. E nemmeno le pere al vino.

Celestino Mingherlino e il tarlo Anatolio

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Celestino Mingherlino e il cavallino a dondolo

Il giocattolaio Lauro ha uno splendido negozio da tantissimi anni. Non è un negozio come tutti gli altri, di quelli che vendono giochi di plastica, cinesi, con le musichette e le lucine, tutti colorati che dopo una settimana ti stufi e non ci vuoi giocare più.

Quello di Lauro è un negozio speciale, con giocattoli artigianali in legno stuccato. Artigianali nel senso che a costruirli e a dipingerli è proprio Lauro, con quelle sue mani magiche che danno vita ai pezzi di legno.

È un negozio molto antico, è stato del papà di Lauro, ancora prima del nonno, ancora prima del bisnonno, ancora prima del bis- bis nonno, e così a ritroso fino a chissà quanto tempo fa. Nessuno ha mai avuto cuore di cedere l’attività a qualcun altro, perché quella di Lauro è una famiglia di artisti con la vena creativa, e perciò il negozio ha sempre avuto vita felice.

Celestino Mingherlino e il cavallino a dondolo

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Celestino Mingherlino e il ritorno dei Verdastri

È un’afosa mattina di giugno.

Una primavera capricciosa sta infastidendo gli abitanti del paese e del bosco con scrosci di acquazzoni e pioggerelle antipatiche.

Il tipico profumo di erba e foglie bagnate sembra non esistere più, al suo posto un caldiccio umido e malato che si appiccica addosso e fa sudare tanto costringe tutti a rimanersene nelle proprie casette con le persiane socchiuse, cercando di acchiappare un po’ di fresco nella penombra.

Questo clima non fa certo bene al povero Celestino Mingherlino che, malgrado la salute di ferro e l’incrollabile ottimismo, soffre di reumatismi da umido.

Celestino Mingherlino e il ritorno dei Verdastri

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Celestino Mingherlino e la marmellata di alchechenge

Ortensia la Fata della Lana era un’instancabile lavoratrice.

Viveva assieme alla figlia Betulla in un grande Castello al di là del Monte Alto.

All’interno del Castello, Ortensia dirigeva un grosso centro di produzione della lana a livello artigianale, che esportava in tutto il mondo.

Migliaia di fate erano impegnate nella realizzazione di splendidi capi di lana pregiata accuratamente selezionata dalla stessa Ortensia, che si recava personalmente a visionare capre e pecore presso un allevamento specializzato, piuttosto lontano, oltre le colline diametralmente opposte al paese, e al Monte Alto.

Celestino Mingherlino e la marmellata di alchechenge

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Celestino Mingherlino e l’omino del Tempo

Già da una settimana sul bosco cadeva una pioggerella incessante e malata, di quelle che impregnano l’aria di umido, un umidiccio fastidioso che ti si insinua nelle ossa e ti fa venire tutti gli acciacchi.

Celestino Mingherlino si sentiva così, stanco, malaticcio e acciaccato.

Era un po’ preoccupato, lui sempre così arzillo e allegro e scattante, si ritrovava col mal di schiena e con uno strano umore sospeso tra la pigrizia e la noia: cominciava le cose e le lasciava a metà, andava alla finestra, andava a fare la pipì, tornava in salotto, si sedeva, si alzava, intrappolato in un’impazienza che non esplodeva in nulla di creativo.

Le settimane successive fu anche peggio: la pioggia si alternava ad acquazzoni violenti, con certi fulminacci e certi tuoni che ti facevano sobbalzare da sotto uno spesso strato di coperte, proprio mentre eri lì lì per cascare nel sonno.

Celestino Mingherlino e l’omino del Tempo

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Celestino Mingherlino e l’Omino di Pan di Zenzero

Celestino Mingherlino avrebbe avuto ospiti certi suoi pronipotini che vivevano in un’altra città e, per l’occasione, voleva riservare loro un’accoglienza degna di zio.

Non conoscendo esattamente i loro gusti in fatto di giocattoli, pensò di preparare qualche dolcetto, di cui i nipotini erano ghiotti.

In realtà Celestino Mingherlino non era un esperto in dolci, dato che a lui non piacevano e poi, diciamocelo, a una certa età è sempre meglio non esagerare.

Trascorse allora quasi un’intera giornata a spulciare ricettari alla ricerca di qualcosa di semplice ma goloso.

“ Ecco qua: omini di pan di zenzero. Dolce anglosassone tipicamente natalizio” lesse mentalmente Celestino.

Celestino Mingherlino e l’Omino di Pan di Zenzero

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Celestino Mingherlino e l’aquiplano

Mastro Sigfrido era il falegname più famoso del bosco, anche perché era l’unico in zona.

Lavorava la legna in maniera elegante e sapiente, realizzando superbi pezzi da collezione.

Non era un falegname qualunque, ma un vero e proprio artista, anzi, il re dei cavalli a dondolo, come amava definirsi.

Gli venivano commissionati lavori anche dall’estero. Un suo affezionatissimo cliente era Lord James Horwood, banchiere di professione e critico d’arte, disposto a spendere cifre proibitive per uno dei famosi pezzi di Mastro Sigfrido.

Celestino Mingherlino e l’aquiplano

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Raperonzola e lo shampoo miracoloso

Inge e Wolfango si sposarono il 3 aprile.

Fu una cerimonia semplice, come desiderato dalla sposa, all’aperto in un bel parco, con pochi invitati e un prete bonario e sintetico.

Inge e Wolfango non avevano molti soldi, lui non era che un fabbro, per cui non andarono in viaggio di nozze.

Si trasferirono in una modesta abitazione nei pressi di un grande bosco.

Dalle finestre si poteva ammirare la lussureggiante vegetazione che apparteneva al giardino di un maestoso, ma tetro, castello.

La proprietaria del maniero era un’anziana zitella, Madama Gothel, burbera e inacidita dalla solitudine. Non usciva quasi mai, in pochi l’avevano incontrata, tanto che sul suo conto fiorivano le dicerie.

C’era chi pensava che non uscisse mai di casa perché era talmente brutta da spaventare chiunque incontrasse.

C’era chi pensava che dopo una cocente delusione d’amore avesse deciso di ritirarsi per sempre in solitudine.

Raperonzola e lo shampoo miracoloso