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Celestino Mingherlino e i Fiori Lacrimosi

Fiaba pubblicata da: Martina Vecchi

– Aaah, che bella, la primavera – sospira tra sé e sé Celestino Mingherlino, alla finestra.

Il bosco è un tripudio di colori: il verde brillante degli alberi, quello più tenero dell’erba fresca, i fiorellini appena spuntati, il profumo del polline e dell’aria.

– Vado a fare la spesa al mercato – annuncia Celestino ai gatti e al canarino Clo.

Una passeggiata energizzante è proprio ciò che ci vuole in questo bel mattino.

Al mercato, Celestino fa incetta di fragole.

“Voglio prepararle con una bella spruzzata di panna, per la merenda” pensa. Compra poi verdura di stagione e un paio di cestini di vimini che gli servono per riporre gomitoli di lana e scampoli di stoffa.

Ma ecco laggiù, Celestino riconosce, di spalle, la signora Coralla. Sembra china a scegliere un cespo di insalata. È da un po’ che Celestino non ha il piacere di chiacchierare con lei. Da quando la signora ha lasciato il bosco per trasferirsi in paese, a causa di un’allergia al sottobosco, sono rare le volte in cui Celestino la incontra.

Celestino si avvicina per salutare Coralla.

Ma sta piangendo! In silenzio, la signora si asciuga gli occhi con un fazzolettino.

– Signora Coralla! Cosa succede? Ha bisogno d’aiuto?-

– Oh Celestino, buongiorno! Guardi, proprio non so cosa mi sia preso! È da ieri che non smetto di piangere, una pena! Mi è piombata addosso una tristezza tutto d’un tratto! Ah, Celestino, un mistero!- risponde la signora Coralla, singhiozzando, con voce tremula.

– Ha consultato il medico? – si informa Celestino.

– Oh sì, certo, lui dice che non è niente, dev’essere il cambio di stagione, sa, ci si immalinconisce sempre un po’… – e giù a piangere – però non smetto, non riesco a smettere, lo vede? – e giù a singhiozzare.

“ Malinconia in primavera? Bah…” pensa Celestino. Ma non lo dice.

– Vuole che la accompagni a casa, signora Coralla? Le  porto la spesa? –

– Signor Celestino, che gentile, mi farebbe compagnia. Mi sento così triste… – e di nuovo a piangere.

La signora Coralla abita in paese vicino ai giardinetti comunali, in un appartamentino al primo di quattro piani.

Celestino la aiuta a scaricare la spesa in cucina.

Sul tavolo campeggia un vaso con un enorme mazzo di fiori lilla, profumatissimi.

– Che splendidi fiori, signora! –

– Magnifici,vero? E senta che profumo! Me li ha portati ieri mio nipote quando è venuto a trovarmi. Li ha presi al vivaio di Biancostelo –

– Ah, il famoso vivaio, quello delle sorelle Petalo? –

– Proprio quello, se lo vedesse, è così ben tenuto! –

Celestino Mingherlino torna a casa con la spesa, pregustando il buon pranzetto che si preparerà.

Sente però dei lamenti e dei singhiozzi provenire dalla casa della sua vicina.

– Signora Cloe! Tutto bene? –

La signora Cloe è seduta sulla panca di legno davanti a casa, in lacrime, a tamponarsi gli occhi con un fazzoletto.

– Ah, signor Celestino… Mi è presa una tristezza oggi! Sarà la primavera? La malinconia? La gioventù passata? Mah! – e giù a piangere.

– Su su, signora Cloe, non faccia così! Vuole una tazza di tè? Un caffè? Pasticcini? –

– No grazie, Celestino, non si disturbi, non è nulla, passerà… –

– Da quando piange? –

– Da stamattina, così, all’improvviso… prima una gran tristezza, e poi…-

– Mi dispiace, cara signora…-

– È una giornata così bella, l’aria è così profumata! Ne avevo approfittato per fare una passeggiata fino a Biancostelo, volevo prendere alcuni fiori al vivaio delle sorelle Petalo, e… –

– Vivaio? Fiori? Sono per caso dei fiori lilla, con venature rosa e glicine? –

– Sì, esatto, ma… Come lo sa, Celestino? –

“Che strano, che strano! Può essere una semplice coincidenza?” si chiede Celestino, sulla strada per Biancostelo.

Lungo il tragitto, seduto all’ombra di un pino, chi vede? Il signor Luciano, il suo amico, che piange disperato. Accanto a lui, un bellissimo cesto con un gran mazzo di fiori lilla.

– Luciano! Ma cosa ci fai qui? –

– Ah Celestino, non lo so, proprio non lo so, sono andato al vivaio a prendere questi bei fiori lilla e poi…. Mi ha colto una tristezza, una sfiducia, una malinconia!-

– Sei stato per caso al vivaio delle sorelle Petalo? –

– Sì, quello, ma…-

– Vieni con me, voglio vederci chiaro.. –

Al vivaio c’è un gran viavai di persone. A guardare bene, stanno tutti piangendo disperati, chi in silenzio, chi in solitudine, chi si consola sulla spalla del piangente vicino.

Anche le tre sorelle Petalo, le vivaiste, sono in lacrime.

Il vivaio è sterminato, le sorelle Petalo hanno ereditato l’attività dalla famiglia, che vanta una lunga esperienza. Lì tutti hanno il pollice verde. L’impresa delle Petalo si è talmente espansa che è stato necessario, per gestirla al meglio, assumere una segretaria, un giardiniere, un facchino per le consegne.

La signorina Floriana Fucsia, la segretaria, va incontro a Celestino, piangendo e sussultando.

Indossa un completo viola acceso, con gli occhiali a farfalla, rosa, gli orecchini a palla fucsia; ha le unghie laccate di rosso e un’acconciatura alta, a forma di profiterole, su cui svetta un fioccone giallo.

– Ah, signor Celestino, è lei… Sigh… Sigh! E c’è anche lei, signor Luciano! Sniff! Mi spiace, ma dovrete prendere il numero e aspettare il vostro turno… Qui sono tutti in fila per protestare! –

Dopo un’interminabile attesa, fatta di consolazioni e pacche sulle spalle, Celestino e Luciano riescono finalmente a parlare con le sorelle Petalo.

– Incredibile! – singhiozza Petunia.

– Impensabile! – piagnucola Peonia.

– Impossibile!- mormora Begonia.

Fanno tutte e tre fatica a parlare per via dei singhiozzi e del pianto incessante.

Con un grosso sforzo, Petunia la sorella maggiore, prende la parola:

– Vede Celestino, è primavera, sbocciano i fiori, abbiamo tantissime richieste. Sa comunioni, cresime, battesimi, matrimoni, anniversari… E… – fa un lungo sospiro – abbiamo ordinato tanti di quei fiori bellissimi e la brava signorina Fucsia, la nostra segretaria, registra gli ordini, le catalogazioni, e… – altro sospirone – E andava tutto benissimo fino a quando non ci sono arrivati, credo per sbaglio, questi fiori qua… – dice Petunia prendendo un grosso vaso con quei famosi fiori violetti.

– Con tutta l’esperienza che abbiamo, sapremmo riconoscere qualsiasi fiore a occhi chiusi, solo sentendone il profumo, ma questi! Questi qui proprio non sappiamo che fiori siano! – esclama Peonia.

Celestino è inebriato e un po’ stordito dal loro profumo acuto e lilla che si mischia al profumo di tutti gli altri fiori.

Improvvisamente Celestino si sente così triste, ma così triste, ma così sconsolato che non riesce a trattenere le lacrime e scoppia in un pianto disperato.

Lui sempre così allegro e ottimista, così generoso, lui che ha sempre una parola buona per tutti, si sente adesso debolissimo e sfiduciato, e non riesce a smettere di piangere. Sussulta violentemente a ogni singhiozzo, non riesce a fermarsi.

– Vede, anche lei, anche lei! – esclama Begonia.

– È colpa dei fiori, dei fiori lilla! –

Viene dichiarato lo stato di Emergenza da Pianto, nessuno riesce a smettere. È come un contagio. Per evitare di disseminare il piagnisteo, si provvede a rinchiudere tutti i fiori lilla in una minuscola serra in fondo al vivaio.

Alcuni fiori vengono prelevati e sottoposti ad attente analisi, ma sembrano fiori comunissimi. Chi dice che siano genziane, chi dice viole, chi dice ciclamini.

La notizia dilaga e raggiunge le orecchie di Garofano Elleboro, il più grande botanico del mondo. È talmente incuriosito da questa stranezza da recarsi personalmente a Biancostelo, per vedere il fiore incriminato.

– Celestino – aveva detto poco prima, al telefono con una sua vecchia conoscenza di scuola – sarei lieto se mi volessi accompagnare al vivaio, peraltro tu sei l’ultima persona contagiata –

Garofano Elleboro è ora chino sui temibili fiori lilla, e li studia con la lente di ingrandimento.

Celestino e le sorelle Petalo se ne stanno a debita distanza, piangendo e soffiandosi il naso.

– Pensi che una signora è stata addirittura ricoverata all’ospedale, perché a forza di piangere le sono venuti i crampi agli occhi.. – sussurra Begonia a Celestino.

– Ebbene sì – dichiara trionfante Garofano Elleboro, l’esimio botanico – proprio come sospettavo! –

– La prego, professore, non ci tenga sulle spine! – esclama Petunia, implorante.

– Ci dica, ci dica! – incalza Peonia.

– È velenoso? –  domanda Begonia.

– Mie care signore, mio caro Celestino. Questo è per me un giorno di immensa gioia, di sconfinata soddisfazione! –

– Ma cosa dice, professore, ci prende in giro? – Floriana Fucsia fa capolino.

– Capisco, capisco benissimo la vostra situazione, e ne sono profondamente addolorato, ma dovete sapere che sono anni, tantissimi anni che le mie ricerche e il mio interesse convergono su questa pianta. Già quando ero studente ho cominciato ad appassionarmi alla sua storia- dice Elleboro, con voce tremante per la commozione – e dopo anni di studi, finalmente posso confermare l’esistenza di questo fiore, e pubblicare il trattato scientifico che curo da almeno dodici anni! –

– Ma insomma, professor Elleboro, ci dica, ci spieghi!-

– Dunque. Questo splendido fiore dalle sfumature lilla è l’oscuro Flos Lacrimarum o Fiore delle Lacrime. I Fiori Lacrimosi, come sono conosciuti comunemente, hanno la capacità di far piangere ininterrottamente chiunque si avvicini ad annusarne il profumo, perché sono stati colpiti da una maledizione! –

– Una maledizione?! – Celestino Mingherlino è incredulo.

– Eh sì. Secoli e secoli fa, nel lontano Medioevo, sorgeva qui il castello della bellissima principessa Lavanda, dagli occhi chiari come due laghi, e dal cuore colmo d’amore per il principe Fiordaliso. Lui le aveva promesso mari e monti, ma era fuggito senza più tornare. La principessa Lavanda, allora, disperata e inconsolabile, aveva pianto e pianto, versando lacrime su un mazzo di bellissimi fiori, l’ultimo regalo del principe Fiordaliso. Da allora quei fiori sono stati forieri di tristezza per chiunque li annusi. Evidentemente ne devono ancora crescere, qui nei dintorni… –

– Che storia triste… Tristissima! – Floriana Fucsia scoppia a piangere ancora.

– E quindi, professor Elleboro, significa che… siamo condannati tutti a piangere per sempre? – chiede con la morte nel cuore Begonia, continuando a singhiozzare.

Un’ondata di sgomento attanaglia anche Celestino Mingherlino. Il suo proverbiale ottimismo sembra proprio averlo abbandonato.

– Non c’è proprio nulla da fare? –

– Miei cari signori, l’antidoto c’è. E anche la soluzione per porre fine a questo piagnisteo. Come vi ho detto, sono anni e anni che conduco studi sui Fiori Lacrimosi, ne studio le proprietà, gli effetti, e ho approntato all’uopo uno speciale antidoto. Si tratta di un collirio opaco. Tre gocce per occhio e finirete di piangere –

– Ma è fantastico! – esclamano le Petalo e Floriana Fucsia, all’unisono.

– E quindi… Cosa aspettiamo? – domanda Celestino.

– C’è un problema, signori – Garofano Elleboro si fa scuro in volto – è vero che mi occupo dei Fiori Lacrimosi da tanti anni, ma è altrettanto vero che la mia scoperta non è mai stata comunicata ufficialmente. Il mio trattato non è mai stato pubblicato, e perciò nemmeno il collirio è stato approvato dall’Ordine dei Medici e dei Botanici. L’ho testato solo su me stesso. Ecco perché adesso non sto piangendo –

– Vuole dirci che sarebbe un rimedio… Illegale?! – esclama Celestino Mingherlino.

– Purtroppo sì. Però…. –

– Però?… –

– Però siamo in presenza di un caso conclamato –

– Cioè? –

– Cioè almeno una quarantina di abitanti sono stati colpiti dalla maledizione dei Fiori Lacrimosi e quindi, se Boscofiorito e Roccabretella mi daranno una mano offrendosi come campione di studio, io potrò sottoporre alle pubbliche autorità, peraltro già allertate, il mio trattato e il mio collirio. Sarebbe la scoperta del secolo! Mi aiuterete, vero, cari signori? –

L’indomani non si parla d’altro che della Maledizione dei Fiori Lacrimosi. La notizia dilaga in ogni angolo del pianeta. I giornalisti si contendono il professor Garofano Elleboro per intervistarlo. Il Collirio Antilacrime è sugli scaffali di tutte le farmacie ed erboristerie, e si rischia di esaurire le scorte per i troppi ordini.

Celestino, Luciano, Cloe, la signora Coralla decidono di portare un cestino di frutta e marmellata alle sorelle Petalo, poverette, che brutto momento hanno passato!

Tutti hanno smesso di piangere, finalmente.

L’atmosfera è un po’ strana, in paese e al bosco.

Ormai erano tutti così abituati a piangere e a disperarsi che adesso sembra che manchi qualcosa.

– È come rinascere! – esclama la signora Cloe, allegra.

– Parole sante, signora Cloe! – risponde Celestino, bevendo un succo di arancia e carota.

Eh già. perché, a forza di piangere, si sono tutti disidratati, e l’ospedale ha fornito gratuitamente bottiglie di acqua e succhi multivitaminici.

– Non tutto il male vien per nuocere – Celestino sembra aver recuperato il suo ottimismo.

– Mi tolga una curiosità, Celestino – interviene la signora Clorinda – questo inebriante profumo che sento, non sarà mica… –

– Eh sì, mia cara signora!- risponde Celestino –è un infuso Fiori Lacrimosi! Il professor Elleboro mi ha detto che basta bollirli per preparare decotti e tisane rinfrescanti e digestive! –

– Mi sta dicendo che non si possono annusare… Ma si possono bere? –

– Eh, già, eh già! –

La situazione pare talmente buffa e surreale che scoppiano tutti a ridere a crepapelle.

– Oddio – dice Luciano, tra le risa – non è che a bollirli…. Non la finiamo più di ridere? –



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