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Parole a un elefante

Fiaba pubblicata da: Gwen

Un rumore nella foresta: tra i rami degli alberi si avanza lentamente un elefante. E’ guidato da un uomo che gli siede in groppa. Trasporta tronchi di albero dalla foresta, dove sono stati tagliati alla segheria.

Basta un piccolo cenno della mano, una parola dell’uomo, perchè l’elefante prenda con la proboscide un tronco, lo posi sulle zanne tenendolo bene fermo e lo trasporti dove vuole il padrone.

Questo è il lavoro di tutti i giorni, per il guidatore e per l’elefante.

Un giorno, in cui il lavoro era stato più duro del solito, l’uomo tornò a casa stanchissimo. Durante la notte si sentì male e allo spuntare dell’alba non potè riprendere il lavoro.

Come poteva vivere la sua famiglia se egli non lavorava più? C’erano cinque bambini e la mamma da sfamare, e il più grande dei bimbi, Alì, aveva appena dodici anni. Bisognava fare qualche cosa.Dopo alcuni giorni Alì si decise ad avvicinarsi all’elefante, che stava sdraiato accanto ad un albero.

Lo chiamò, ma esso non era abituato alla voce del ragazzo. Il piccolo Alì, accarezzandolo sulla proboscide, gli fece un discorsetto, come se l’elefante fosse una persona: “oh, Dumbai, come faremo a vivere se  tu non lavori più? Lo so che tu vuoi essere guidato dal babbo, ma egli è ammalato. E se tu non lavori, i miei fratelli e la mia mamma non avranno da mangiare e il babbo non potrà essere curato.”

Dumbai muoveva le orecchie come due grandi ventagli e pareva capisse le parole del piccolo.Alì continuava ad accarezzarlo e a dirgli: “Oh, caro Dumbai, se tu volessi farti guardare da me, io sarei capace di fare il lavoro che faceva il babbo. Dimmi, mio caro Dumbai, non vuoi aiutarci?”

E l’elefante alzava la proboscide.

“Tu sei buono, tu hai sempre lavorato” continuava Alì e, così dicendo, salì sulla groppa dell’elevante, il quale, puntando le grosse zampe si alzò lentamente lanciando un barrito. A quel verso, Alì si accorse che Dumbai aveva capito e che era pronto al lavoro. Lo guidò con la voce e con la mano, come faceva il babbo. E i tronchi d’albero furono trasportai alla segheria con lo stesso ordine, con il quale li faceva trasportare il babbo.

***
Fiaba tratta da un vecchio libro.


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