Vai al contenuto

Tutte le fiabe che parlano di "povertà"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "povertà", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

pane cacio

Pane e Cacio

C’erano una volta due poveri bambini che nessuno sapeva di chi fossero figli. Si erano incontrati un giorno in una strada di campagna: – Dove vai tu? – Alla ventura; e tu? – Alla ventura.… Pane e Cacio

profumi africa

I profumi dell’Africa

Mancavano pochi giorni alla fine della scuola. L’aria calda dell’estate cominciava a farsi sentire e a Nick l’idea di trascorrere parte delle vacanze estive con suo padre in Africa lo convinceva sempre di più. Nick… I profumi dell’Africa

il cuore del mago

Il cuore del mago

Quando la principessa Clara giunse alla veneranda età di ventidue anni, le fu imposto di prendere marito. Per la magnifica occasione, il re domandò al suo fidato consigliere, nonché mago di corte, di riunire a… Il cuore del mago

il venditore di scarpe

il venditore di scarpe

Un anziano venditore di scarpe amava tanto fabbricare scarpe di ogni tipo, le realizzava con tanto amore e, con le forme più disparate. Amava soprattutto realizzare scarpe per bambini, infatti, egli amava molto i bambini,… il venditore di scarpe

piuma angelo

Piuma d’Angelo

C’era una volta un negozio che vendeva oggetti di ogni genere : scatole di latta, teiere, quadri, tazze, penne tutte colorate, antiche e moderne. Tra queste ce ne erano alcune fatte con delle piume e… Piuma d’Angelo

principessa-antipatica-rastrello-magico

La principessa antipatica e il rastrello magico

C’erano una volta un re e una regina che nel loro castello aspettavano una bambina.

Quando la principessina nacque, erano felicissimi e fecero una festa con tutto il paese. Ma, come sempre capita nelle favole, si dimenticarono di invitare una vecchia strega solitaria che, poveretta, fino ad allora non aveva poi fatto del male a nessuno della famiglia reale.

Appena la strega sentì la felicità nel paese e seppe della festa, si arrabbiò moltissimo e con un balzo apparve dentro al castello, ma le guardie le impedirono di entrare senza l’invito. Allora la strega giocò d’astuzia: disse loro che avevano le scarpe slacciate e questo non andava per niente bene per delle guardie del re!, così quelle vanitose si chinarono per legarsele e lei entrò.

La principessa antipatica e il rastrello magico

tuta-blu

La tuta blu

Un tempo di tanto tempo fa …

Una giacca di un gran tessuto pregiato, e con tanti bottoni dorati, durante la sua quotidiana e serena passeggiata in compagnia del suo amico sigaro, vide sulla strada una tuta blu tutta stracciata e piena di buchi.

Essa era seduta a terra, con le spalle riverse su un cancello di una fabbrica appena chiusa e aveva il viso tutto rigato dalle lacrime.

Era disperata e chiedeva aiuto! Necessitava al più presto di un pò di tessuto per riparare i propri strappi – l’inverno era alle porte e sarebbe morta sicuramente dal freddo.

L’elegante e sensibile giacca si commosse e cercò in tutti i modi di aiutare la povera tuta.

La tuta blu

fatina-rose

La Fatina e le Rose

Viveva un tempo, in un bosco incantato, una fatina dallo sguardo dorato. Un giorno di aprile la bella fatina vide una mamma su una stradina piangere lacrime dense e collose, che sulla terra facevano rose. Le rose rosse piano sbocciavano e dalla terra si arrampicavano, si arrampicavano e salivano al cielo a cavalcare l’arcobaleno. La bella fatina era molto ardita, chiese alla mamma tutta compita: “posso aiutarti dolce mammina? Sono la fata della mattina!” 

Oh cara fata”  rispose la mamma “viviamo in tre in una capanna, il mio bambino è piccolino non ha vestiti né un giochino. Salta allegro di stanza in stanza e il sorriso certo non manca, gli mancano però tante altre cose e io sono triste come le rose, che vivono un giorno e vanno a morire sotto il cielo intenso di aprile“.

La fatina chiese alla mamma, “su portami alla capanna.Voglio vedere il tuo bambino, guardare i suoi occhi e il suo visino“.

La Fatina e le Rose

martello-magico

Il martello magico

C’era una volta un calzolaio di nome Mariotto
batteva la pelle dura col martello per farne delle morbide scarpe

Batteva e ribatte….

e canticchiava, ogni giorno una dolce filastrocca
che faceva cosi’….

Piccina, picciotta sveglia la notte, dorme la stella, vola cicala, torna la fata

Batteva, batteva e ribatteva con forza

Stanco di battere col martello tutto il giorno andò a dormire per riposarsi un pò

sul  suo misero letto di paglia
vicino a lui dormiva pure il suo cane

era un cane peloso lo chiamavano, Geraldo

Il cane che non abbaia mai
e gioca sempre a tressette

Il martello magico

passeggiata-pidocchio

La passeggiata di un pidocchio

Anche i pidocchi vanno a passeggio! Saltano di qua e di là, di testa in testa, fino a quando non trovano quella che fa al caso loro. Lo sapevate?

Tanto tempo fa, conoscevo un pidocchio che si chiamava Armando e viveva sopra la testa di un professorone. Tutti i giorni, alle sette del mattino, questo simpatico pidocchietto saliva sul bus numero diciassette e si scatenava, saltando da una testa all’altra.

Bionde, brune, rosse, ricce, lisce, bianche, con i capelli lunghi o corti, di teste c’è n’erano sempre per tutti i gusti e la corsa che faceva il professorone fino alla sua università era lunga nove fermate.

Di giorno in giorno, Armando aveva tutto il tempo per scegliere le sue testoline preferite e passeggiarvi sopra, procurando alle persone proprietarie delle teste un leggero senso di prurito. Una bella mattina, preso il bus, Armando lasciò la testa del professorone per quella di un giovane dottore, con i capelli corti e neri. 

La passeggiata di un pidocchio