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Tutte le fiabe che parlano di "cane"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "cane", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

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Il cane Santo

Durante il Medioevo, i cani diventavano anche santi.

E’ il caso del Levriero Guinefort, venerato  intorno alla metà del XIII secolo, nella regione della Dombes, non lontano da Lione: suscitò una sentita devozione da parte del popolo che lo ritenne vittima di un ingiusto martirio.

A ucciderlo era stato proprio il suo padrone, il signore di Villars.

Lo aveva trovato con il muso insanguinato, in una stanza messa sottosopra:

Subito aveva creduto il Levriero colpevole di aver sbranato suo figlio, lasciato nella culla momentaneamente senza la vigilanza della nutrice.

Ed invece Guinefort si era comportato da eroe.

Il cane Santo

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I ricordi del Mastino postino

Il Mastino postino, in una vecchia cantina, in un paese lontano, era ubriaco di vino e piangeva…piangeva! Abbaiava ricordi…e accarezzava con la zampa la grande palla di vetro giallo dove dormiva un pesce tondo coi baffi, suo amico. Un pesce di fiume.

– Cera una volta…oh!

C’era una volta un bosco bello…alberi grandi e fioriti…pieni, pieni di nidi d’uccelli, che-che ondeggiavano al vento…un bosco bello dove il fiume che lo divideva perfettamente a metà rideva e i cespugli di roselline piccole, di un’infinità di colori, che lo accompagnavano per un buon tratto, s’inchinavano ripetutamente, regalando all’acqua qualche frutto odoroso!

E ogni giorno il pesce Margherita raccontava ai suoi amici tante storie, tante per quanti petali era adornato il suo corpo tondo come il sole! Tante storie di vita vissuta…un polpo di mare fu trovato avviluppato ad un fiasco di chinamartini…una medusa turchina suonava il violino distesa ad ombrello sui rami di una pianta marina…

I ricordi del Mastino postino

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Trasloco

Chi ha detto che cane e gatto non vanno d’accordo?

Tutte sciocchezze.

Si instaurano grandi amicizie anche tra canidi e felini.

Come, d’altronde, tra i protagonisti di questa storia.

Il gatto Gianluca si alzava tutte le mattine con una gran fame.

Trasloco

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Costruzioni magiche

C’era una volta una bambina; il suo nome era Luisa.

La sua famiglia era povera. Lei non aveva giochi ma solo un quadernetto e una matita per poter giocare con la fantasia.

Un giorno vide una ragazza, il suo nome era Marta, fecero subito amicizia.

Marta regalò delle costruzioni (oggi diremmo del LEGO) a Luisa e lei stava tutto il tempo a giocare. Un giorno però scoprì una cosa molto strana: stava costruendo un cane viola, e le costruzioni si trasformarono in un cagnolino viola che la leccava tutta.

Chiamò Marta che le disse che quelle costruzioni le aveva trovate in un bosco vicino alla capanna di un fata. Loro allora andarono lì e entrarono nella capanna. Trovarono la fata che piangeva.

Costruzioni magiche

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La storia del viandante, il cane e il cavallo

C’era una volta, in un tempo lontano e in un luogo indefinito, un uomo di nome Giosafat.

Quest’uomo non aveva famiglia, non una compagna, non dei figli ed i suoi unici amici erano un cavallo di nome Diamante e un cane di none Luce, entrambi di sesso e razza indefiniti, ma erano i suoi amici, coloro che lui amava e che lo amavano: i soli.

L’uomo amava a tal punto i suoi amici che mai avrebbe osato cavalcare il cavallo (e tantomeno il cane).

La storia del viandante, il cane e il cavallo

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La tristezza

La tristezza e’ un cane abbandonato
la gente non dona niente a quel cane

la gente  piange
lacrime cadono dalla faccia di un bambino

di un’adulto e delle donne come diamanti 
altre volte ti viene da piangere per la felicita’

che nasce un bambino 
che adottano un cane
che le persone povere hanno una casa dove vivere 

La tristezza

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Il talento di mamma Cleopatra

Era una fresca mattina di primavera quando il vecchio Tonino, un anziano agricoltore, lungo un polveroso stradone di campagna, trovò un’asinella abbandonata di nome Cleopatra, sporca e malconcia, e con il piede destro zoppo. Senza pensarci due volte, Tonino la portò nella sua fattoria dove viveva con la moglie Carla e la nipotina Agnese, di pochi mesi. La bambina, rimasta orfana di entrambi i genitori, da quando la sua mamma non c’era più rifiutava ogni tipo di latte, persino quello di mucca e di capra.
Appena gli animali della fattoria videro Cleopatra, cominciarono a burlarsi di lei, per via del suo aspetto trasandato. 

– Ahahaha, non ho mai visto un animale più sgraziato di te! – disse Ottone il pavone, che aprì a ventaglio la sua coda dalle piume verdi smeraldo tappezzata di mille occhi azzurri.

Il talento di mamma Cleopatra

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Pierina e il porcellino

In una soleggiata giornata di primavera nacque una bambina di nome Pierina. Alla nascita di un figlio, mamma Adriana e papà Patrizio, festeggiavano l’evento acquistando un animaletto da far crescere nella loro casetta di campagna. Nella loro casetta c’erano il pony Aurelio, la capretta Gina, la mucca Paola, la gallina Giuditta, il gatto Mario ed il cane Aldo. Per la loro settima creatura mamma e papà decisero di acquistare un porcellino nano. D’accordo con i bambini più grandi chiamarono il porcellino “Danilo”.

Tutti gli animaletti di casa avevano un nome da essere umano perché erano considerati membri della famiglia. Gli animaletti erano accarezzati da tutti, potevano entrare nella casetta ed a volte c’era anche qualche bambino che si addormentava stretto stretto ad un simpatico animaletto.

 

La piccola Pierina era molto carina, era bella paffuta e sorrideva sempre. Il porcellino era piccolo piccolo, con orecchie dritte ed aguzze ed il colore del mantello era bianco.

Pierina e il porcellino

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Perchè gli animali hanno la coda

Sembra incredibile, ma tanto tempo fa gli animali non avevano la coda!

Avete capito bene: niente coda! Né la volpe, né l’asino, né il coniglio, né il cane, nessuno di loro ne possedeva una.

E senza coda tutti si sentivano molto tristi. La mucca, per esempio, era convinta che una coda le sarebbe stata assai utile per scacciare le mosche che la tormentavano, e anche il cavallo la pensava allo stesso modo. In quanto al cane, gli sarebbe molto piaciuto averne una per poter esprimere la propria gioia scodinzolando.

Immaginate la sorpresa di tutti quegli animali quando venne annunciato che, poco distante da dove vivevano, si stava tenendo una fiera specializzata……indovinate in cosa ? Ma in code, naturalmente!!

“devo andarci immediatamente” pensò la volpe. E partì in tutta fretta; non aveva mai corso così veloce e arrivò per prima.

Perchè gli animali hanno la coda

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Il cane, il gatto, il topo

C’era una volta una casa normale, abitata da gente normale, in cui vivevano un cane, un gatto e un topolino, solo che loro non erano del tutto normali, o almeno non lo erano nel modo che noi intendiamo abitualmente.

Infatti questi tre animali domestici, così comuni in tutte le nostre case, contrariamente a ciò che vuole la tradizione e la consuetudine, non si odiavano: anzi, erano dei veri amiconi.

Per quello che riguarda il cane e il gatto, il fatto è che loro erano in grado di parlare la stessa lingua, quindi fra di loro non c’erano problemi di comunicazione.

Il cane, il gatto, il topo

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La saggia civetta diventa consigliera del Re degli animali

Il Re della savana, il vecchio leone, era morto. Fu subito ordianto a tutti gli animali un lutto di trenta giorni in onore del Re.

Ma subito si dovette procedere all ricerca di un nuovo Re della savana.

La scelta non fu facile. Nella savana i leoni erano ormai diventati pochi e oltremodo solitari, molto aggressivi e odiavano ogni incontro con gli altri animali.I leoni si sa sono animali molto feroci, ma anche molto timidi  ben educati, da sempre erano i Re di tutti gli animali.

“A questo punto che scopo avere un Re ? Disse l’elefante durante l’assemblea per eleggere il nuovo Re.

“ E’ vero !! i leoni sono diventati troppo solitari e non capiscono i problemi della savana”disse la giraffa mentre sgranocchiava una foglia dalla chioma più alta dell’albero.

La saggia civetta diventa consigliera del Re degli animali

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I musicanti di Brema

Un uomo aveva un asino che lo aveva servito assiduamente per molti anni; ma ora le forze lo abbandonavano e di giorno in giorno diveniva sempre più incapace di lavorare.

Allora il padrone pensò di toglierlo di mezzo, ma l’asino si accorse che non tirava buon vento, scappò e prese la via di Brema: là, pensava, avrebbe potuto fare parte della banda municipale.

Dopo aver camminato un po’, trovò un cane da caccia che giaceva sulla strada, ansando come uno sfinito dalla corsa. “Perché‚ soffi così?” domandò l’asino. “Ah,” rispose il cane, “siccome sono vecchio e divento ogni giorno più debole e non posso più andare a caccia, il mio padrone voleva accopparmi, e allora me la sono data a gambe; ma adesso come farò a guadagnarmi il pane?” – “Sai?” disse l’asino. “Io vado a Brema a fare il musicante, vieni anche tu e fatti assumere nella banda.” Il cane era d’accordo e andarono avanti. Poco dopo trovarono per strada un gatto dall’aspetto molto afflitto. “Ti è andato storto qualcosa?” domandò l’asino. “Come si fa a essere allegri se ne va di mezzo la pelle?

I musicanti di Brema