Vai al contenuto

Tutte le fiabe di Sabatino Scia

Questa la raccolta personale di Sabatino Scia. Puoi contribuire anche tu al progetto "Ti racconto una fiaba" inviando i tuoi testi attraverso l'apposita pagina invia la tua fiaba.

volpe-pazza

La volpe pazza

C’era una volta una volpe che impazzì e si aggirava sgambettando sgarbatamente nel bosco e, con scatti improvvisi e feroci, mordeva la corteccia degli alberi, procura dosi ferite alla bocca.

Era diventata pazza chissà perché, chissà per quale scherzo di natura: ché la natura di scherzi ne fa tanti e chissà perché ne fa tanti e non ne fa pochi! Comunque, la bocca insanguinata e sporca le bruciava, e rivoletti di sangue gocciolavano sull’erba. In più, la volpe sbavava e alzava apposta le labbra e mostrava i denti, sgrugnando isterica.

La volpe pazza, la volpe pazza!

Un giorno, con la coda dell’occhio, vide un lupo e decise, conciata com’era, di dargli addosso. Il lupo scappò: era malato!, ma, malato com’era, correva tanto! Si sa: la paura s’impadronisce anche di un lupo, se questo è malato.

La volpe lo acchiappò e gli sferrò, veloce come una saetta, ben undici morsi al collo e il lupo morì ! Voleva mangiarlo, la volpe, ma da tanto duro che era, rinunciò costretta.

La volpe pazza

pastore-ambrogio

Il pastore Ambrogio

Viveva una volta, su su in cima ad una montagna lunga e grigia, un pastore di nome Ambrogio che era tanto, tanto buono.

E un giorno, mentre faceva abbeverare le sue pecore ad un ruscello, vide muovere le frasche di un cespuglio e poi sentì un leggero, ma cupo lamentìo. Impaurito, si avvicinò pian piano e, facendosi spazio con le sue docili mani grosse, vide un cucciolo di lupo ridotto male; lo prese con garbo, poi lo avvolse in un pezzo di panno e lo ficcò per un po’ sotto il suo lungo mantello, fatto di sacchi e funicelle.

Dopo un po’ lo riprese per rivederlo ed il cucciolo di lupo gli fissò addosso gli occhietti malati e pareva che volesse chiedere qualcosa: non aveva mai visto un uomo!

Il pastore Ambrogio

mare-sabatino

Il mare

Il Mare era di buon animo. Era calmo. Rideva. Giocava con la misteriosa luna tirandosi su e lasciandosi cadere giù. Il sole lo colorava di cento colori e delle fasce d’argento lo facevano prezioso; ed ora il mare voleva che tutti gli entrassero dentro… .che giocassero con lui. Ormai erano giorni che non era più arrabbiato. Accarezzava all’ancora le barche abbandonate. Voleva essere amato. Capito. Rispettato.

Voleva essere capito innanzitutto! Rispettato quand’era arrabbiato! Lo aveva sempre detto, raccomandandosi al buon senso. Quel giorno aveva pianto a lungo. Per un’ intera notte! e poi ancora altre notti.

Il mare

ricordi-mastino-postino

I ricordi del Mastino postino

Il Mastino postino, in una vecchia cantina, in un paese lontano, era ubriaco di vino e piangeva…piangeva! Abbaiava ricordi…e accarezzava con la zampa la grande palla di vetro giallo dove dormiva un pesce tondo coi baffi, suo amico. Un pesce di fiume.

– Cera una volta…oh!

C’era una volta un bosco bello…alberi grandi e fioriti…pieni, pieni di nidi d’uccelli, che-che ondeggiavano al vento…un bosco bello dove il fiume che lo divideva perfettamente a metà rideva e i cespugli di roselline piccole, di un’infinità di colori, che lo accompagnavano per un buon tratto, s’inchinavano ripetutamente, regalando all’acqua qualche frutto odoroso!

E ogni giorno il pesce Margherita raccontava ai suoi amici tante storie, tante per quanti petali era adornato il suo corpo tondo come il sole! Tante storie di vita vissuta…un polpo di mare fu trovato avviluppato ad un fiasco di chinamartini…una medusa turchina suonava il violino distesa ad ombrello sui rami di una pianta marina…

I ricordi del Mastino postino

topolino-elefante

Il topolino e l’elefante

C’era una volta un elefante che doveva fare un lungo viaggio.

C’era una volta un topolino che doveva fare un lungo viaggio.

Si misero d’accordo e viaggiarono insieme.

Il topolino prese uno straccio e ci mise dentro un pò di pane e un po’ di formaggio.

E l’elefante si procurò due grosse ceste e le riempì ben bene di paglia e se le posò sul groppone.

Il topolino e l’elefante