La filosofia della farfalla
Fiaba pubblicata da: teoderica
La mamma aveva deposto le uova, dopo una decina di giorni ero nata assieme agli altri bruchi, brutti verdi e mollicci e con tanta fame.
Divoravamo centinaia di tenere foglioline verdi, poi ci venne un gran sonno ed ognuno si costruì una specie di bara che tutti chiamano crisalide.
Al risveglio, dopo la metamorfosi ero diventata quella che sono ora, una farfalla.
Adesso non sono più vorace come quando ero un bruco, ora elegantemente, con la mia proboscide succhio il nettare dei fiori.
Il bambino pestifero che ha schiacciato tanti bruchi, tanti miei fratelli, perché diceva che eravamo brutti, ora mi guarda incantato e chiama la mamma perché mi venga a vedere.
Ora che sono farfalla tutti mi vedono con meraviglia, piaccio.
Vedono in me una loro probabile ascesa, perché io inizio la mia vita strisciando, e poi mi trasformo in un arcobaleno che vola di fiore in fiore, mi paragonano all’anima.
Illusi.
La mia bellezza dura solo qualche giorno.
Illusi.
Non avete capito niente, la bellezza è dentro di voi, non all’esterno, se voi siete brutti dentro, sarà brutto anche l’esterno.
Illusi.
La bellezza, così come la felicità, dura poco, non fate come il bimbo che schiaccia i bruchi, in quel bruco c’ero già io, non guardate solo con gli occhi, guardate anche col cuore.