Il mostro Pelluncolo

Fiaba pubblicata da: Cinzia Ganzerli

E’ notte fonda. I bambini hanno tirato il piumone fino sotto al naso e dormono tranquilli. Dalle fessure delle tapparelle filtra solo la luce del lampione sotto casa che disegna sul muro strisce regolari.

Shhh….tutto tace.

Non proprio tutto…perché,  improvvisamente,  il silenzio della camera da letto è rotto da uno scricchiolio…gniiiick.

Un’ombra, goffa e grande, interrompe velocemente le strisce sul muro, si aggira per qualche secondo nella stanza e sparisce da dove era venuta.

Ma da dove era venuta?

Si è fatto giorno,  è una bellissima domenica mattina . Marco sta giocando sul tappeto in camera sua quando si accorge di un batuffolo bianco che sporge dal termosifone. Lo afferra e  lo tira forte finché con uno strattone si ritrova in mano una zampetta di peluche.

“Ma questo è il mio orsacchiotto!” pensa  Marco.

“Sara vieni a vedere !”  esclama rivolgendosi alla sorella che esce dal bagno. Sara incuriosita prende tra le dita il piccolo mucchietto di peli. “Ma sembra una zampetta di Orsobianco.  Non lo avevi perso al parco?” chiede a Marco.  “Credo di sì, non lo trovo…”

TAC! Marco è interrotto da un rumore, come di qualcosa che si è sganciato dal muro. Il termosifone si stacca leggermente, lasciando intravvedere un’apertura.  La curiosità vince sulla diffidenza, anche se non dovrebbe, e invita i bambini a guardare oltre il buco nel muro dietro al termosifone.  Una scala buia scende fin dove non è possibile sapere…se non andando a vedere!
“ Cosa facciamo?” chiede Sara a Marco “andiamo a chiamare la mamma?”

“ Mammaaa,” chiama Marco “ vieni a vedere cosa abbiamo trovato?”

“ non adesso bimbi, sono in cucina e non ci riesco,  giocate da soli per un po’” risponde la mamma, indaffarata come sempre.

Forse sarebbe giusto spingere di nuovo il termosifone contro il muro, metterci davanti una sedia e aspettare che la mamma abbia finito e possa raggiungerli.

Ma in fondo è la loro casa , i grandi dicono sempre che non devono aver paura in casa, perché non dovrebbero andare a vedere cosa c’è dietro? Sono pur sempre in due, uno da solo non lo farebbe, ma in due….

Decidono di andare a vedere. Scendono le scale nella parete tenendosi per mano. Sono illuminate solo dalla luce che arriva dalla finestra della camera, ma anche in fondo si intravvede una zona luminosa.  Quando finalmente le scale sono finite si apre davanti a loro una sala grande, sembra una grande cantina sottoterra, illuminata, con al centro un tappeto pieno di giochi. Molti dei giochi che credevano di aver perso o lasciato a casa di un amico erano lì, su un enorme tappeto blu.

“Wow, ci sono proprio tutti!”.  Colti di sorpresa da questa bella scoperta, non si pongono più il dubbio di come ci siano arrivati, i loro giochi …sotto terra. Ne chi ce li possa aver portati. Stanno lì davanti al tappeto e si elencano l’un l’altro i pupazzi o le macchinine ritrovate.

“guarda Sara , la mia Ferrari e anche la tua Barbie ballerina!”

“…e Orsobianco senza una zampa!!”

Questa specie di taverna in cui si sono ritrovati è molto confortevole, illuminata e spaziosa, con tappeto e cuscini morbidi, strane pareti di roccia lucida ma comunque calda.

La meraviglia è così tanta che non sentono il rumore  e non si accorgono neppure del movimento veloce alle loro spalle…. la stretta improvvisa ad un braccio, però,  fa sobbalzare Sara, che si gira e si ritrova di fronte a un enorme e  bruttissimo  mostro che la fissa dritta negli occhi e la trattiene con una grossa zampa pelosa.

Il muso è lungo, il fiato puzzolente e la zampa pesante. Seppur semi paralizzati dallo spavento, i bambini tentano la fuga! Marco strattona Sara via da questo strano mostro, che non sembra troppo cattivo, ma che fa una gran paura.

Corrono di nuovo verso le scale da dove sono venuti, ma il mostro è molto svelto anche se è goffo nei movimenti e afferra di nuovo Sara per una caviglia mentre tenta di risalire le scale.

Marco si rende presto conto che l’unica cosa sensata da fare per un bambino come lui è risalire veloce verso l’uscita e chiamare la mamma e il papà. Ci riesce. Quando si ritrova di nuovo nella sua camera e chiude il buco dietro al termosifone, non aspetta nemmeno di riprendere fiato e si precipita a chiamare i genitori.

La mamma è ancora  indaffarata con il pranzo della domenica e svariate altre cose che sa solo lei. Quando vede Marco arrivare in cucina capisce subito che qualcosa non va…“Mamma, c’è un mostro in camera dietro al termosifone……”

“ehh, ma dai Marco, pensavo fosse successo chissà cosa , dalla tua faccia spaventata!”

“Mamma, ti giuro che c’è ed ha preso la Sara, devi venire subito ad aiutarmi!!”

A questo punto alla mamma non resta che arrendersi e seguire Marco.

Resta senza parole appena le mostra l’apertura dietro al termosifone.

Afferra rapida una torcia elettrica e la scopa  e scende le scale lasciando dietro Marco. E’ pronta ad avventarsi su qualsiasi cosa o persona abbia preso Sara ma la scena che le si presenta davanti agli occhi la lascia alquanto perplessa e indecisa sul da farsi.

Il mostro e la bambina sono seduti insieme sul tappeto blu, e Sara gli sta raccontando  la storia di tutti i giocattoli che ha ritrovato, lui è molto attento e sembra piuttosto felice di questa inaspettata compagna di giochi.  La mamma però,  che ritiene ancora in pericolo la sua bambina, si avvicina silenziosamente alle spalle del mostro con la scopa alzata ed è decisa a sbattergliela in testa, prendere Sara , risalire le scale e chiamare la disinfestazione mostri!

“No mamma!!” grida Sara appena la vede. “ è buonissimo e molto simpatico!” accarezza il mostro sulla testa “…e tanto morbido!  Non avere paura solo perché è un po’ strano e diverso”.

La mamma si avvicina, ancora diffidente ma più rilassata. Anche Marco scende di nuovo le scale, molto incuriosito dalle parole di Sara, e ancor prima della mamma si siede sul tappeto vicino al mostro.  Pelluncolo, questo il suo nome, anzi il nome che i bambini gli hanno dato perché lui ancora non parla. Cerca solo compagnia, e scava tunnel per arrivare alla stanza dei bambini dove sa di trovare bellissimi giochi. Adesso, che la mamma lo ha conosciuto  bene e non ha più paura, è tranquilla e i bambini hanno un nuovo morbidissimo compagno di giochi.secondaterzaultimacopertina



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