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Il serpente ingrato

Fiaba pubblicata da: Redazione

In una giornata di tardo autunno (faceva molto freddo, i corsi d’acqua erano già ghiacciati) un cacciatore si senti chiamare:

– Buon uomo, salvami! La mia coda si è attaccata al ghiaccio.

Attraversando un ruscello, improvvisamente ghiacciatosi, un serpente era rimasto prigioniero.

Il cacciatore accorse, spaccò il ghiaccio col calcio del fucile e liberò il rettile intirizzito:

– Scaldami, ti prego, o morirò – tornò a pregare il serpente con voce melliflua.

Fiducioso, l’uomo prese il serpente e se lo mise sotto la giubba. Quando la bestia tornò in sé sibilò:

– Grazie per avermi salvato la vita, ma, purtroppo, dovrò morderti. Mi hanno sempre insegnato che al bene si risponde col male.

– Aspetta un momento, serpente – rispose l’uomo – ti hanno informato male: a me hanno sempre detto che il bene va ricambiato con altrettanto bene. Non sei persuaso? Chiediamo al primo che passa, uomo o animale che sia. E vedremo chi di noi due ha ragione.

Il serpente fu d’accordo e si arrotolò dentro il giubbotto, sul petto del cacciatore.

Continuarono la loro strada. Incontrarono una mucca e la interrogarono. Essa, dopo averli ascoltati, rispose:

– Al bene bisogna rispondere col bene. Il mio padrone mi dà il fieno e io gli do il latte.

– Come vedi, devi lasciarmi andare – fece notare il cacciatore al serpente.

– Non è detto – replicò il rettile – la mucca è una grossa bestia stupida; chiediamo a qualcun altro.

Strada facendo, incontrarono il cavallo, che però fu d’accordo col cacciatore e con la mucca:

– Il mio padrone mi dà la biada e io gli tiro il carro.

Ma anche questa volta il serpente rimase della sua idea:

– La mucca e il cavallo sono animali domestici e quindi stanno sempre dalla parte dell’uomo; proviamo a sentire che cosa ne pensano gli animali della selva.

Stavano appunto attraversando un fitto bosco, ed ecco scorsero, arrampicato su un albero, un gatto selvatico.

– Giudica tu chi di noi due ha ragione – lo interpellò il serpente – Quest’uomo mi ha salvato la vita e io lo devo per forza mordere, sono o non sono un serpente? Dicci tu in che modo bisogna contraccambiare il bene.

– Sono troppo vecchio e non ci sento bene. Fatti più vicino – rispose gentilmente il gatto.

Il serpente ripetè la domanda più vicino all’orecchio del gatto. Fu allora che questi, all’improvviso, lo strinse tra le unghie e lo soffocò.

Il cacciatore respirò di sollievo, l’aveva scampata bella! Si mise il gatto in spalla e tornò a casa. Da allora l’uomo e il gatto vivono insieme, amici.

***

Fiaba tradizionale della Repubblica Udmurta, si ringrazia l’Associazione Culturale Larici per la gentile condivisione.



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