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Tutte le fiabe che parlano di "rana"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "rana", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

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La rana Gaia e la piccola mosca

C’era una volta, in un bel bosco pieno di piante e di stagni, una giovane rana di nome Gaia. Gaia era il terrore degli insetti dello stagno: ogni mosca ed ogni zanzara che passava dalle sue parti, lei le guardava dritte in faccia ed in un secondo… allungava la sua lingua veloce ed appiccicosa e… gnam, era bell che divorata!

Un bel giorno, Gaia sentì il ronzio del batter d’ali di un insetto. “Sta per arrivare la mia cena”, pensò. Alzò gli occhi al cielo pronta a lanciare la sua tremenda lingua sul malcapitato insetto, ma sentì dei rumori strani, che la distrassero. Erano dei singhiozzi, e provenivano proprio dall’aria. Era un piccola mosca, che volava tutta timorosa e che ogni tanto, tra una lacrima e l’altra, chiamava i suoi genitori.

“Papà, mamma! Papà, mamma, dove siete?”, gridava la moschina. Ed alla vista di questa scena, la rana Gaia si intenerì… Anzichè afferrare al volo l’insetto, si rivolse a lei, chiedendole: “Ehi, tu, piccola mosca, perchè piangi?” 

La rana Gaia e la piccola mosca

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Un amico sempre presente

Giunge l’estate e con essa finisce l’attesa. Dà alla luce, Eliana la rana, una piccina tenera e bella, cui i genitori raggianti danno il nome di Ciccièlia. Eliana riposa mentre Ciccio bisonte la culla, oppure canticchia mentre Eliana l’allatta.

Passano i giorni. Ciccièlia cresce amata e felice, gracchia soltanto se ha fame o è bagnata.

Un giorno d’inverno, ahimè! la piccina s’ammala.

Rifiuta la pappa, tossisce poi piange. Rossi i guanciotti, termometro a mille! Si dispera l’Eliana mentre Ciccio si fionda a chiamare il dottore.

Incontra per strada Gigi Canguro che, malgrado la neve, procede spedito a salti e balzelli, diretto alla tana per giocar con Ciccièlia, cui porta in dono vermetti ed insetti di buon caramello.

Un amico sempre presente

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I tre fratelli

C’era una volta un padre che aveva tre figli, e nessuno dei tre si decideva a prendere moglie; un giorno quest’uomo, sentendosi vecchio, pensò:
“Come devo fare che, pur avendo tre figli, nessuno si vuole sposare? Meglio che ci pensi io e trovi un rimedio”.

Diede loro tre palle, li portò in piazza e disse di buttarle in aria: dove cascavano lì avrebbero preso moglie. Una cascò sopra la bottega di un vinaio, un’altra sul negozio di un macellaio, la terza in una vasca. 

Il maggiore dei tre aveva tirato la palla sulla bottega del vinaio, il secondo sulla bottega del macellaio, e il terzo, che aveva tirato sulla vasca, era il più piccino e si chiamava Checchino. Il padre, perché non ci fosse gelosia tra fratelli, diede una camicia ad ogni figlio, e disse che la donna che la cuciva meglio sarebbe stata la prima a sposarsi.

I tre fratelli

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L’ultimo ballo

Un tempo tutti gli animali vivevano insieme in armonia: il coniglio e la volpe, la rana e il maiale…il gatto e il topo!

Quando arrivava la primavera iniziavala stagione dei grandi balli, che duravano tutta la notte.

Quell’anno il musicista ufficiale era la cicala. Era così brava a suonare il violino che tutti parevano molto felici di ballare al suono della sua musica, anche se sapevano che quando iniziava non c’era modo di fermarla: non la smetteva più.

Non serviva neppure gridare “BASTA”!!!: quella non sentiva e, anzi, andava ancora più veloce!

L’ultimo ballo

sogno-reale

Un sogno reale

Stasera che festa nella foresta!
Giulio Pitone suona il trombone
sotto il lampione
e Pippo Elefante balla lì accanto.

La chitarra strimpella
Ornella Gazzella
mentre Raffa Giraffa
la pizza s’arraffa.

Un sogno reale

casina

La casina

La storia racconta di un’anfora che diventa rifugio per alcuni animali.
Essi si accolgono gli uni gli altri e si organizzano per condividerne lo spazio.
Ma, come accade nella vita, non manca il guastafeste che, senza ragione apparente, distrugge ignorando perfino le conseguenze del suo atto.

C’era una volta una grossa anfora che, caduta da un carretto diretto al mercato, rotolando,era finita in mezzo all’erba sul ciglio della strada.

Dopo un po’ passò di lì una Topolina e, notando l’anfora, pensò:

La casina

Bambarana

La Bambarana

Mi ero intrattenuta sino a tardi presso i miei amici di Chivasso e stavo ritornando un pochino insonnolita verso casa. Guidavo lentamente godendomi la strada completamente libera ed ammirando il cielo stellato in cui spiccava, proprio di fronte a me, un’enorme luna piena.

Fantasticavo su come mi sarebbe apparsa, al mio risveglio, la Mole Antonelliana, perchè il venticello che spirava aveva sgombrato perfettamente il cielo, quando ho iniziato a sentire le parole di una canzone… istintivamente ho osservato la mia autoradio ma, come già sapevo, era spenta.

Ho guardato attorno ma le finestre delle case erano tutte completamente buie… eppure man mano che avanzavo le parole di quella canzone mi giungevano sempre più distintamente.

Fermai la macchina, scesi ed iniziai a seguire quella voce per capire da dove provenisse.

La Bambarana

tre piume grimm

Le tre piume

C’era una volta un re che aveva tre figlioli. Due erano svegli e arditi, ma il terzo, ingenuo e sempre trasognato, veniva giudicato un buono a nulla ed era soprannominato Sempliciotto. Il re li amava… Le tre piume

principe ranocchio

Il principe ranocchio

Nei tempi antichi, quando desiderare serviva ancora a qualcosa, c’era un re, le cui figlie erano tutte belle, ma la più giovane era così bella che perfino il sole, che pure ha visto tante cose,… Il principe ranocchio