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Tutte le fiabe che parlano di "notte"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "notte", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

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Gelsomino e l’amore

Successe una volta che la luna rimase imprigionata nel sole e non riuscì a salire in tempo nel cielo per la notte.

Fu un guaio perché il buio non arrivava mai : le stelle scomparvero nel cielo azzurro, il gufo continuava a dormire e forse russava anche, le lucciole non brillavano più.

Anche il gatto Gelsomino era triste : aspettava impaziente sopra il tetto la luna, perché avevano un appuntamento : si volevano molto bene .

La luna riuscì a mandare una stella volante da Gelsomino per chiedere aiuto; il gatto ci salì sopra, ma durante il viaggio, mentre la stella girava a tutto gas, scivolò nel buio e andò a finire nella prigione della Luna .

Il gatto e la Luna , innamorati , si baciarono e , come per magia, si liberarono dalla prigione .

Gelsomino e l’amore

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Sofia e la ninna nanna della luna

Ogni sera Sofia proprio non ne voleva sapere di fare la nanna, la sua mamma impazziva per cercare di farla addormentare, tra pannolini e biberon: iniziava a strillare, il suo visino diventava rosso rosso, i sottili capelli neri le si scompigliavano.

Tutte le notti la stessa storia, ore ed ore per tentare di farle prendere sonno nel caldo lettino.

Fino a che, la notizia, giunse all’orecchio della luna.

Preoccupata, decise di andare in soccorso ai genitori di Sofia, e portare un po’ di serenità alla piccola.

Una notte, mentre intorno tutto taceva, la luna entrò con luminosi raggi all’interno della stanza, sfiorò delicatamente le paffute guance di Sofia, con grandi braccia l’avvolse nella coperta di polvere di stelle iniziandola a cullare e cantandole una ninna nanna.

Sofia e la ninna nanna della luna

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Io e i Micros

Fiaba di Teresa Carrelli.

Mi chiamo Margerita e ho 20 anni.

Diciotto anni fa, quando avevo 2 anni, mia nonna mi raccontò la storia di esseri microscopici, piccoli come le pulci, chiamati Micros che vengono di notte dai bambini: se un bambino non riesce a dormire i Micros lo aiutano con i loro granelli di sabbia magici che hanno il potere di far addormentare le persone. Io entusiasta ci credevo e tutte le notti li aspettavo,aspettavo fino a tardi, ma non li vedevo mai.

Poi sono cresciuta e ogni notte prima di addormentarmi ho aspettato quello che aspettavo da piccola.

Purtroppo a scuola ho parlato alle mie amiche di questa storia, ma loro mi hanno detto che sono troppo infantile se credo ancora a queste storie. Ero desolata e credevo che loro avessero ragione.

Io e i Micros

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Joris e la notte

“Mamma ho sonno!”

“Ma Joris sono soltanto le sei, è ancora presto.”

“Ho sonno, voglio andare a dormire!” Aveva sempre tanta fretta Joris. Quando arrivavano le sei non vedeva l’ora di mettersi sotto le coperte, chiudere gli occhi e dormire. All’inizio la mamma era un po’ preoccupata.

“Questo bambino deve fare il riposino pomeridiano, altrimenti la sera casca dal sonno.”

E ogni giorno dopo pranzo provava ad addormentarlo: nel suo lettino, sul lettone, coccolato dalla melodia di una dolce ninna nanna o con la sua favola preferita fra le labbra. Niente!

Nessuna strategia avrebbe mai funzionato con Joris, perché lui proprio non ne voleva sapere. Ma non appena il grosso pendolo suonava le sei del pomeriggio, Joris correva da lei sbadigliando e stropicciandosi gli occhi dalla stanchezza. E lei rassegnata gli metteva il pigiamino, gli lavava i denti e faceva appena in tempo a leggere una storia che Joris si addormentava come un sasso.

Joris e la notte

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Orione

D’oro la pioggia dai lombi divini
sulla pelle del toro immolato
dal devoto e misero Iseo
nell’orto poi ripiegata e sepolta
E nacque dal grembo della terra
il bambino promesso.

Splendido e forte cacciatore
le nubi corona al suo capo
mentre dalla montagna
veniva in pianura.
Fatale, l’amore lo perse
benché figlio di Dei .

Compagno di caccia di Diana
suscitò le ire di Apollo
che tese loro il tranello crudele.
La freccia scoccata credendolo preda
spense per sempre l’azzurro degli occhi.

Venne a riva il corpo di Orione
come marmo venato di rosso
trafitto alla tempia dal dardo d’argento
Pianse affranta la Dea
mentre Sirio, cane fedele, ululava alle onde.

Orione

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Il mondo di Emma

Emma stava sbirciando da dietro un albero, era in una vallata incantata, c’erano foglie verdi,  ninfee fantastiche, una bellissima cascata, tantissimi salici piangenti.

Proprio questi ultimi erano i suoi preferiti, in inverno quando il terreno era ghiacciato usava i rami come fossero delle liana per scivolare sul ghiaccio proprio  come se ai piedi avesse dei pattini.

Di solito era un gioco che faceva sempre con suo cugino, vinceva chi riusciva a non cadere.

Il suo sguardo si soffermo su alcuni fiori con dei petali grandi più del solito e con dei colori fantastici, il viola, il rosso, il giallo, il bianco, il rosa e l’azzurro. 

Su questi fiori erano posate delle coccinelle intente a intonare una canzone.

Il mondo di Emma

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La farfalla ballerina

Vola vola la farfalla
e nell’aria lieta balla

poi si posa su di un fiore
e lo bacia con amore

quindi torna a volteggiare
e vorrebbe anche cantare

la sua gioia d’esser viva
chè si sente un poco diva

La farfalla ballerina

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Chi ha mangiato la mela dorata?

Era da poco passata l’estate e iniziato l’autunno pieno di colori caldi.

Sulle foglie degli alberi del bosco chiamato “Il bosco della Grande Quercia” c’erano tutte le sfumature di giallo, marrone e arancione. Anche quelle già cadute erano ancora piene di colori e a ogni soffio di vento si sollevavano da terra, unendosi a quelle che cadevano, in un’allegra danza multicolore. Scendeva il crepuscolo sul bosco, il sole si tuffava lentamente dietro le montagne. Il crepuscolo, come una coperta di seta arancione, trasparente, senza far rumore scendeva come una carezza.

Quel pomeriggio inoltrato una strana agitazione percorreva il bosco. Qualcosa succedeva o stava per succedere, in ogni caso quella non era una qualsiasi sera autunnale.

Il gufo Bruno aveva già preso la sua solita posizione su uno dei rami della Grande Quercia e si stava strofinando gli occhi. Quella sera ci sarebbero stati così tanti eventi importanti!

Chi ha mangiato la mela dorata?

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I folletti della notte

Occorre dire, anzitutto, che a casa di Marcello, anche se lui non lo sapeva, né l’avrebbe mai saputo, si erano installati i folletti della notte in carne e ossa.

Tutto cominciò per il fatto che Marcello amava tutto quello che è un po’ kitch, così quando vide in vendita, su una bancarella del mercato, gestita da uno strano vecchietto, la serie dei folletti in resina, se ne innamorò subito. C’era, è vero, anche una serie di fatine dei fiori ma, per i gusti dell’uomo, queste erano troppo sdolcinate; a lui piacevano le cose un po’ più estreme, talvolta anche truci.

I folletti della notte

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Di notte tutti i gatti sono bigi

Se è vero che di notte tutti i gatti sono bigi, è proprio un bel problema.

Perché finché è giorno si riconoscono facilmente, e non corrono di certo il rischio di confondersi, ma di notte!

Di notte sono successi certi fatti da parlarne per un mese e anche di più.

Ad esempio l’altra sera, dopo aver guardato il tramonto sul fiume con tutta la famiglia, il gatto Paolone è sceso dal tetto con moglie e figliolini per andare a fare una passeggiata notturna.

Di notte tutti i gatti sono bigi

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Una notte

Era una  notte come tante altre quella notte.

Anche quella notte era nata la Luna , che brillava con il suo viso luminoso.

Ma, a ben guardare , nei suoi occhi c’era qualcosa di nuovo , una luce diversa , quasi magica come se stesse per accadere qualcosa  di speciale.

Eppure era una notte come tante altre, quella notte. Ma a ben sentire regnava un silenzio  diverso, come se fosse preparato apposta per ascoltare qualcosa di speciale. 

Una notte