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Tutte le fiabe che parlano di "madre"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "madre", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

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A mia madre Michela

C’era una volta una bella bambina, adesso donna, madre ed è la mia Regina; oggi festeggia l’onomastico: il suo nome è Michela, come un’opera d’arte disegnata su tela. E’ amante dei vestiti ed è l’amore… A mia madre Michela

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Le due Stregonze e la torta di anniversario

Fuori città, sul confine del bosco vivono una mamma e sua figlia.

Non sono, però, una figlia e una mamma di quelle normali che incontri per caso in luoghi abituali.

Sono due tipe parecchio stranucce.

Una, la mamma, di nome fa Auronza, è bassa e cicciotta, ha piedi lunghi e puzzoni. La figlia al contrario è alta e stampella. Un palo di luce con ampia gonnella!

La casa è tutta rattoppata col tetto coperto di paglia, finestre rotte e porta bucata.

Che combinano questa mattina? Il gatto è preoccupato quando trafficano in cucina. È un gatto di strega abituato a tante cose magiche, ma con loro che non ne fanno mai una buona, non può star tranquillo povera bestiola.

Le due Stregonze e la torta di anniversario

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La bambina che visse due volte

Berenice era una dolce e fragile bambina dai lunghi capelli biondi.

I suoi occhi chiari e vispi osservavano il mondo, colorato e sempre mutevole, dall’enorme finestra della sua camera grigia.

La poveretta, infatti, era costretta a rimanere chiusa in casa per via della madre, la signora Fearful, ossessiva e iperprotettiva che temeva costantemente per la salute della figlia.

Berenice, fin dalla nascita, non era mai uscita dalla sua casa.

Viveva in una villa coloniale costruita sulla grande rupe a picco sul mare nelle vicinanze di Sand – Dunes, piccolo paesino di campagna.

Alla povera bambina non era concesso nemmeno di giocare nell’immenso giardino circostante la casa.

La bambina che visse due volte

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Lo specchio di Matsuyama

Tantissimi anni fa, nell’antico Giappone, vivevano a Matsuyama, nella Provincia di Echigo, un uomo e sua moglie.

Quando questa storia ha inizio, erano già sposati da alcuni anni e la loro unione era stata benedetta dalla nascita di una bambina, che era la gioia e l’orgoglio della loro vita, e pensavano che sarebbe stata una fonte d’infinita felicità nella loro vecchiaia.

Giorni incisi a lettere d’oro nella loro memoria erano stati quelli che avevano segnato l’uscita della bambina dalla prima infanzia; la visita al tempio quando aveva appena tredici giorni, con la mamma che la portava in braccio orgogliosa, vestita con il kimono da cerimonia, per metterla sotto la protezione della divinità di famiglia; e poi la sua prima festa delle bambole, quando i genitori le avevano regalato una serie di bambole e i loro corredini da arricchire un anno dopo l’altro; e poi l’avvenimento forse più importante, al suo terzo compleanno, quando il suo primo obi, tutto oro e scarlatto, era stato legato intorno al suo vitino a simboleggiare che aveva oltrepassato la soglia della prima infanzia e l’aveva lasciata alle spalle.

Lo specchio di Matsuyama

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Il profumo del paradiso

Beniamino era un bambino con un animo dolcissimo, buono e particolarmente sensibile. Quel giorno, si trovava al capezzale della madre morente.

“Non devi essere triste” le diceva la donna per rincuorarlo e rassicurarlo sfiorandogli dolcemente il capo sforzandosi di sorridere “Andrò in Paradiso che è un posto bellissimo”.

Il piccolo però sembrava preoccupato e non convinto da quelle parole.

Il profumo del paradiso

libero-di

Libero di …

Chi non è libero-di, nel mondo incantato del qui-tutto-puoi?

I bambini sono liberi-di giocare, di fare i compiti, di mangiare il dolce dopo due mandarini, di dormire quando vogliono dopo un’ora di TV la sera.

Gli adolescenti sono liberi-di andare a scuola, incontrare gli amici dopo le ripetizioni di latino, raccontare la propria giornata a tavola tutti insieme, mandare SMS agli amici dopo cena, aggiornare il proprio stato su Facebook prima di andare a dormire.

Le donne sono libere-di lavorare mentre i figli sono al nido pubblico, fare shopping dopo avere pensato a cosa fare per cena, abbracciare il marito quando torna di buon umore, pensare a sé stesse prima di addormentarsi, per cinque minuti.

Libero di …