La civetta
Cammino e sento il rumore dei miei passi, cade un foglia scricchiola e cade pesante, un sasso nel silenzio vigile della campagna. Si avvicina uno scooter, mi supera, il rombo del motore si diluisce nell’aria ferma ,lo seguo lontano, lo ascolto dissolversi come un ricordo, una traccia di me che affiora da memorie sepolte..
Ero bambina e affondavo dentro il materasso di piume, scivoloso , andava di qua e di là come l’onda del mare..
La camera della nonna era buia, ma in un angolo un lumino rassicurante era sempre acceso, davanti alla foto del nonno, morto giovane per un infarto.
La nonna era ferma dalla sua parte del letto, io ascoltavo quello strano silenzio dove tutto era vivo, un pigolio sommesso dalla camera accanto, dove i pulcini nascevano sotto lo staio, uno stridio di civetta,la immaginavo verde nel buio coi suoi occhi di maga, un richiamo lontano, un cane, un uccello, un suono di frasche spezzate.







