Lo sciopero delle lettere
Si è mai sentito parlare di uno sciopero delle lettere? Eppure la storia che sto per raccontarvi parla proprio di questo strano fatto. E’ successo che un giorno, la lettera ” q” si è proprio… Lo sciopero delle lettere
La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "alfabeto", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".
Si è mai sentito parlare di uno sciopero delle lettere? Eppure la storia che sto per raccontarvi parla proprio di questo strano fatto. E’ successo che un giorno, la lettera ” q” si è proprio… Lo sciopero delle lettere
Quanto è bello l’ albabeto sono tutti soldatini colorati fan la gioia di ogni bimbo sul libro di scuola ben disegnati fan le smorfie sotto gli occhi sfoglia l’ alfabetario tutti pronti per te guardali… Soldatini colorati
Son la prima dice A al raduno che c’è qua io il secondo dice B beatamente resto qui sono il terzo aggiunge C canticchiando cri cri cri quarto sono esclama D dondolando tutto il dì… Le lettere dell’alfabeto
Formichina che fatica!
Tutto il dì con la schiena china!
A portar nella tua casa
ciò che trovi nella strada
Di lavorare mai ti stanchi,
ma mi chiedo se ogni tanto arranchi.
Scrivere una
lettera dell’alfabeto
udire il suo suono
il simbolo grafico
vedere il tuo nome
Mi potresti dire dove posso
trovare le lettere dell’alfabeto?
La scuola materna “L’arcobaleno” ospitava tanti bambini: aveva un grande prato verde ricco di alberi e pieno di giochi, dove i fanciulli potevano correre, saltare, salire sullo scivolo e spingersi sull’altalena.
Tra loro ricordo Luca, quasi cinque anni, un visino angelico e una testolina piena di biondi riccioli. Luca era tanto caro, generoso ed altruista, con un lieve difettuccio di pronuncia: al posto della lettera F aveva la V.
Un classico, direte voi, molti bimbi a questa età tendono ancora a sostituire lettere con suoni simili.
La maestra diceva a mamma e papà di non preoccuparsi, che con il tempo tutto si sarebbe risolto.
Ma Luca quando parlava, era veramente buffo! “Ciao Vrancesca! Guarda oggi che bel viore ti ho raccolto, vresco di prato!” diceva.
Che confusione alla corte di re Alfabeto!! Mai una volta che le lettere si mettano in fila ordinatamente senza litigare …. mai!!!
C’ è Z che sorpassa tutti perchè vuole essere sempre la prima, c’è L che brontola perchè dice che si deve fare una volta per uno, c’è H che sta sempre zitta , lei non brontola e aspetta con pazienza il suo turno.
Un giorno in cui le 26 lettere facevano più rumore del solito, Re Alfabeto perse la pazienza e disse:
“Da oggi in poi decido io in che ordine vi dovete mettere e se qualcuno brontola , lo cancello dall’alfabeto!!!”
Così iniziò a chiamare lettera per lettera : ” A… B…C…” e come sentivano il loro nome , le lettere , ubbidienti, si disponevano in fila.
Quando ebbe chiamato tutti, rimase per ultima la Z , che si infuriò tantissimo e iniziò a brontolare:” Che cosa ho io che non va??? Perchè mi hai messo ultima , dopo tutti , non sono forse abbastanza importante? O non sono abbastanza bella? ” Cominciò a piangere e a fare le bizze e cosi , Re Alfabeto, dopo aver consultato il gran consiglio altissimo delle parole decise di cancellarla dall’elenco delle lettere.
Chissà se era notte o giorno, se era autunno o primavera quando iniziò a piovere: nessuno si accorse della prima goccia che cadde, leggera e silenziosa …e dietro di lei quante altre gocce scesero a bagnare l’erba ,a formare cerchi sempre più grandi dentro l’acqua del fiume, a innalzare la marea. E mentre la pioggia cadeva, un rumore si sentiva dalla casa di un anziano signore: lunga era la sua barba, bianchi i suoi capelli, Noè era il suo nome.
Lavorava senza sosta, perché sapeva che quella pioggia non si sarebbe fermata, che avrebbe continuato a cadere, sommergendo tutto quello che madre natura aveva creato… e lui non poteva di certo permettere che tutto finisse cosi!
C’era una volta uno splendido villaggio abitato da tante consonanti e da tante vocali.
Quando le consonanti si accoppiavano alle vocali sapevano creare insieme delle meravigliose armonie. Ognuna di loro aveva un bel suono, ma quando stavano insieme la bellezza di quei suoni come per magia si moltiplicava. Certo, tra le vocali c’era qualcuna un po’ chiusa, o più ritrosetta, dava poca confidenza quando s’accompagnava alle consonanti, però ce n’erano altre più aperte ed espansive, alle quali piaceva prolungare i loro suoni.
Altre volte, stranamente, qualche vocale aveva un atteggiamento grave, se ne andava in giro sempe pensierosa come se guardasse in alto verso il cielo e non si curasse di quel che le accadeva intorno. Altre vocali, invece, a scuola si mostravano davvero brillanti e acute. Ma tra tutte queste consonanti e vocali ve n’era una in particolare un po’ sfortunatella.
La chiamavano Acca Mutina perché, sin dalla nascita, non aveva mai imparato a pronunciare un suono.
C’era una volta una bambina a cui scappò la S di bocca.
A volte succede, se uno ride a bocca larga le consonanti possono scappare via e per un colpo di tosse possono fuggire anche tutte le vocali. Per questo si mette la mano davanti alla bocca quando si tossisce. Io conosco un tale a cui è successo. Ma questa è un’altra storia.
Dunque a questa bambina, che si chiamava Laura, un giorno scappò proprio la S. Stava giocando con una sua amica nel giardino della scuola e si stavano divertendo proprio tanto.