Quel faro lontano

Fiaba pubblicata da: Orsola

Ormai veniva definito “il faro di mille leggende” non conoscendo la vera origine.

Sandro sapeva di un eremita vissuto mesi lì.

Matilde ne aveva paura, era convinta che un uomo con ferite gravi, poi morto, tornasse ogni anno ove morì.

Non conoscono la storia del guardiano.

Nelle notti la luce è molto forte e suggestiva.

Beh, anni fa una donna con un bimbo ha trascorso ospite un inverno, vi sono ancora abiti della donna.

Il faro è meta di visite la sera.

“Che ne dite di sabato sera? Vi assicuro, non ci sono presenze, al faro”.

La strada era lunga, un percorso in macchina, un sentiero in salita, la strada poco illuminata, i racconti dei pescatori.

Matilde era ansiosa.

Il grande portone era chiuso a chiave; suonarono un campanello.

“Oh scusate non vi aspettavo, non attendo visite da quei racconti che …”.

“Quali? Le sirene … non cara purtroppo sono stato in carcere mesi. Entrate!”

La sala era rustica, era grande.

“Il mio appartamento è al piano di sotto. Mi hanno accusato di omicidio ma ho solo ospitato un uomo in punto di morte e ne avuto la colpa. Il mio faro ha ospitato altre persone …”.

“Aspettate!” andò a prendere un baule.

“Qui ci sono vari oggetti: le tele di un pittore in un magnifico luglio, abiti femminili, la donna con il bambino”.

Sandro si entusiasmò.

“Non è più tornata e queste sono scatole in latta di un collezionista”.

“I bambini temono le storie narrate, ho pensato di farle visita”.

“Vi prego di non credere alle leggende. Ora sono rare le visite al faro questo è l’ultimo anno al mare. Vivrò al paesino con mia sorella. Il faro vive per il suo guardiano, una persona normalissima, che ha precise mansioni, è una vita di sacrificio”.

I Bambini erano appagati, nessuna di quelle storie era vera.

La pasticcera narrò che il nipote del guardiano sarebbe stato il nuovo custode.

Il faro nonostante le storie deve continuare le sue funzioni, il paesino non vuole venga distrutto.



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