Le Ciliege Ballerine

Fiaba pubblicata da: 06rafi06

C’ era una volta la primavera che stava lasciando il posto alla splendida e regale estate.

Ormai il sole dominava da autentico Re sull’azzurro del mare, sui campi di grano e sugli splendidi alberi che avevano completamente perso i fiori di primavera per essere impreziositi di succosi e maturi frutti dall’acuto profumo di pesche, albicocche e tante ciliege.

Le scuole avevano già chiuso i battenti; ragazzi e bambini avevano solo voglia di divertimento e spensieratezza anche per misurarsi di abitare il mondo in autonomia, avventurarsi nello sconosciuto e spesso temerario “osando” in estate proprio ciò che non era stato possibile o era stato limitato nelle stagioni precedenti.

Dunque, i bambini scorrazzavano tra prati profumati di fiori coloratissimi, tra le messi in cerca dei più bei papaveri, tra le fate, le farfalle leggiadre e gli uccellini allegri: “cip … cip … cip … cip….”

Il cielo, sempre terso e comprensivo assisteva alla felicità di tutti sulla terra ed ansioso sorvegliava tanti tanti bambini che si arrampicavano sugli alberi da frutto per ingozzarsi di tante fruttuose, fresche leccornie.

Soltanto che, più di una volta la natura, fate e fatine, farfalle ed uccellini rimasero meravigliati vedendo che i loro piccoli amici, tornavano a casa a suon di danze ritmate di ogni tipo ed origine.

Persino la danza in cerchio hag quando in tempi biblici, le processioni danzanti di uomini e donne caratterizzavano le tre grandi feste di pellegrinaggio: Pasqua, Pentecoste e Tabernacoli.

Insomma, tutti i bambini, dopo essere saliti sugli alberi non solo tornavano a casa con il pancino pieno, le borse zeppe di frutta per le marmellate delle Mamme, ma anche al ritmo di salsa, samba, liscio, …

Tutto molto inspiegabile e paradossale tant’è che anche le marmellate a fine preparazione, danzavano ritmicamente dentro i barattoli di vetro pronti per la conservazione dell’inverno e nelle credenze notte e giorno si sentiva un gran putiferio di ritmi e di sonagli.

Cosicchè, bambini e genitori in un paradossale stato d’ansia per quanto avveniva, decisero una notte di sorvegliare tutti i frutteti.

Che meraviglia!

Finalmente fu svelato il mistero e sotto il chiarore di una luna piena e luminosissima, tra le lucciole che danzavano disinvolte e noncuranti, si scoprì che proprio “le ciliege”, ancora sui rami, sollecitate da lucciole e fate, danzavano sui rami, sul magico pentagramma dell’estate, insegnando agli altri frutti a danzare sempre per felicità.

Sì, era proprio estate, quella magica stagione in cui persino i grilli cantano e danzano fino alle prime luci dell’ alba e dell’ aurora ed il chiurlo, non cessa i suoi “Chiu … Chiu …” per lasciare spazio alle note delle rondini.

Ormai era tutto chiaro.

Chi mangiava le “ciliege ballerine” tornava a casa a ritmo e così quella notte fu anche per i genitori e quasi, quasi le mangerò anch’io!



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