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Tommaso che non voleva studiare

Fiaba pubblicata da: Marcella Geraci

Tommaso era un bimbo di dieci anni, bruno e mingherlino, molto vivace e con un’intelligenza non da poco. Il bimbo frequentava la quinta elementare ma di studiare non voleva saperne.

Povera maestra! Tutte le mattine si sgolava per richiamarlo ai suoi doveri. E poveri genitori! Non sapevano più che pesci prendere per convincere Tommaso a fare i compiti. “Tommasino, Tommasino” lo ammoniva la maestra Palmira. “Il vocabolario è un grande armadio, con tanti bei vestiti da far indossare ai pensieri e alle sensazioni che proviamo.

Non aprire mai quell’armadio significa non avere nulla da mettersi!” Ma Tommaso rimaneva indifferente alle osservazioni della maestra e il vocabolario continuava ad essere accantonato in un angolino della sua stanzetta. Così, a lungo andare senza studiare, i pensieri e le sensazioni del bimbo indossavano sempre il vestito sbagliato.

“Ora busta!” disse un giorno Tommaso alla sua mamma per farle capire che voleva smettere di giocare con la play station. La mamma si convinse allora che il bimbo cercasse una busta per inviare una lettera a qualche suo amico e gli rispose: “hai già scritto la lettera?” Tommaso, rosso in viso, sbottò: “ora pasta!” La mamma credette quindi che il figlio avesse fame e gli domandò se la pasta la volesse bianca o al sugo e ci vollero almeno un centinaio di parole per arrivare a capirsi. Un’altra volta il bimbo chiese al papà: “posso andare a trovare il mio caro tonno?”

Il padre, sgranando gli occhi, corse immediatamente in bagno a vedere se per caso ci fosse un grosso pesce nella vasca e si preoccupò non poco quando il bimbo gli disse di nuovo: “sono giorni che il sonno non si fa sentire”. Una sera d’estate, tutta la famiglia si recò al ristorante e quando il cameriere si rivolse a Tommaso per prendere la comanda, il bimbo gli rispose: “per me, la pazza Margherita!”

Evaristo, che lavorava al ristorante da moltissimi anni, pensò a quello che poteva avere fatto la povera signora Margherita per meritare un simile giudizio da parte del bimbo. “Allora una pezza” aggiunse Tommaso, capendo di essere stato frainteso. “Allora una puzza” si spazientì. Alla fine, dovettero intervenire i genitori per indicare ad Evaristo quale pizza portare e fu allora che il bimbo capi la lezione.

Non aprire mai il vocabolario significa rimanere senza parole, che è come andare in giro nudi o indossare la parola sbagliata e cioè  il pigiama per andare a scuola, il costume per sciare e il grembiule per giocare.



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