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Tutte le fiabe di MARA MENINO

Questa la raccolta personale di MARA MENINO. Puoi contribuire anche tu al progetto "Ti racconto una fiaba" inviando i tuoi testi attraverso l'apposita pagina invia la tua fiaba.

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Il pirata Penny

Dedicata al mio cagnolino volato sul ponte C’era una volta una terra lontana circondata da mari cristallini ed abitata da fantastiche popolazioni. Una nave pirata procedeva a vele spiegate, battendo una bandiera inconfondibile: un muso… Il pirata Penny

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La vetrata sul mare

C’era una volta una bella bambina di nome Annabel che abitava in un paesino affacciato sul mare. Ogni giorno uscendo da scuola, Annabel andava a casa a posare lo zaino, la mamma le metteva una… La vetrata sul mare

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Rocco, il ranocchio stonato

In una bella notte di primavera, le rane del torrente vicino ad un piccolo paese di mare erano particolarmente in fermento.

Si stavano preparando al loro concerto che ogni sera eccheggiava in tutti i dintorni e richiamava parecchi spettatori tra i quali, anatre, pesci del torrente e anche due simpatici cavalli che alloggiavano nella fattoria vicina.
Tutti volevano assistere al concerto prima di andare a dormire, era un rituale al quale nessuno rinunciava, per questo, le rane andavano molto fiere del loro spettacolo e vi si preparavano con molta dedizione .

Sulla collina vicino al torrente c’erano diverse case dove abitava sia gente del posto che villeggianti di passaggio; la collina quella sera era illuminata più del solito poichè molti erano venuti al mare per trascorrere qualche giorno di vacanza.
La rana Isabella guardava emozionata le luci in lontananza pensando che quella notte il loro concerto avrebbe avuto un pubblico molto vasto e che, quindi, avrebbero dovuto dare il meglio.

Rocco, il ranocchio stonato

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La magia della libreria

La leggenda narra che, in una piccola città situata ai margini di una pianura tra i monti ed il mare, vi fosse una libreria dove strane cose erano accadute per mano di una strega malvagia.

Si dice che, per colpa di quest’ultima, il povero proprietario stesse ancora cercando il suo figliolo scomparso tra i tanti libri contenuti all’interno del suo negozio.

La nostra storia incomincia prima della leggenda, prima che si svolgessero i fatti, per raccontare cosa in realtà accadde in quella città.

Gioffredo era un signore di mezza età rimasto vedovo da qualche anno e per questo ancora più attaccato al suo unico figlio Manuel il quale era poco più che un ragazzino.

La magia della libreria

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Il concerto di mezzanotte

Quel giorno Aurora era davvero eccitata ed entusiasta per ciò che avrebbe fatto con i suoi amici la sera stessa.

La notizia era arrivata nel primo pomeriggio quando, mentre era al parco a giocare, aveva trovato un misterioso volantino nascosto tra le foglie di un cespuglio. Dopo averlo raccolto senza farsi vedere, lo aveva letto apprendendo con gioia la novità prima che questi si dissolvesse nell’aria.

Non stava più nella pelle e non vedeva l’ora di dirlo anche ai suoi genitori i quali, già lo sapeva, non l’avrebbero presa sul serio, perchè certamente, quelle non erano notizie molto credibili per i grandi.

Bisogna dire però che Aurora era una bambina speciale, o meglio, lo erano i suoi amici i quali non potevano dirsi bambini come gli altri, ed in effetti non lo erano, in quanto erano dei giocattoli.

Il concerto di mezzanotte

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Le stelle di Nicole

C’era una volta una bella bambina alla quale piaceva molto osservare il cielo e le stelle dalla sua cameretta immaginandosi cosa potesse esserci in quel meraviglioso ed immenso spazio sopra di lei.

Il suo nome era Nicole; viveva in una bella casetta dai muri gialli ai margini della città e per lei le stelle erano magnifiche, luminose e tappezzavano l’universo, facendo brillare di sogni i suoi bellissimi occhi.

Nicole era una bimba dalla fervida immaginazione e ogni sera, con lo sguardo rivolto all’insù, inventava le storie più buffe e bizzarre dove le stelle si trasformavano in animali luccicanti come mucche, maialini e leoni che le tenevano compagnia saltellando qua e là nella sua cameretta.

Le stelle di Nicole

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Il viaggio di Giacomino

Sul davanzale di un lungo balcone che incorniciava un alto palazzo alla periferia della città, c’era un bel vaso di gerani rossi con tante belle foglie verdi.

La signora che viveva in quella casa se ne prendeva cura ogni giorno, amava i suoi fiori e ci teneva che fossero sempre bellissimi.

Una delle tante volte in cui andò a bagnarli vide però che le foglie erano state mangiucchiate, inorridì e si mise subito alla ricerca del colpevole che, era sicura, fosse una lumaca.

Quando però scrutò bene tra le foglie rimase stupita nel vedervi accoccolato un bel bruco verde con tante minuscole zampine.

Il bruco Giacomino, così si chiamava, aveva trovato un posto meraviglioso dove stare, tanto cibo e tante belle foglie dove pisolare.

Aveva fatto tantissima strada per arrivare fino a lì e non era neanche sicuro di dove fosse, non gli sembrava infatti il solito grande giardino, ma in ogni caso ci stava bene e si era già fatto diversi amici tra i quali un ragno dalle lunghe zampe, che aveva tessuto la sua tela proprio in un angolo tra il vaso e il davanzale del balcone.

Il viaggio di Giacomino

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L’anatra che sognava il mercato

Era una bella mattina d’inizio estate.

In un bel paesino di mare la giornata era appena cominciata e la gente si stava preparando per andare in spiaggia o a fare spesa.

Quel giorno era quello dedicato al mercato e nella via del centro c’erano tante belle bancarelle colorate sulle quali erano esposti i più svariati articoli: vestiti, biancheria da casa, oggetti ricordo, articoli da mare. C’era un gran vociare di persone e tutto era in fermento, chi si fermava per acquistare, chi per chiacchierare un po’, mentre nell’aria si assaporava l’odore della salsedine e dei fiori ed il sole riscaldava la pelle ed il cuore.

Proprio di fianco alla via del mercato, più in basso rispetto al livello della strada, c’era un piccolo rigagnolo che nella stagione invernale diventava un torrente e che era separato dal paese da un muricciolo in cemento e sormontato in alcuni punti da ponticelli di legno che consentivano di attraversare da una riva all’altra.

Qui viveva l’anatra Caterina.

Ogni giorno era abituata a farsi una bella nuotata nelle acque limpide insieme alle altre anatre.

Erano davvero tante e la cosa buffa era che, nelle ore centrali della giornata, si potevano vedere tutte schierate sui vari massi in mezzo all’acqua, immobili, con la testa infilata sotto le ali, mentre schiacciavano un bel pisolino in compagnia.

L’anatra che sognava il mercato

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Il segreto del procione Poia

C’era una volta una bella casa, appena fuori città, circondata da tanti alberi e boschi.

Al suo interno c’erano tante stanze tra le quali primeggiava quella dei giochi: la casa infatti era abitata da due bei bambini che avevano moltissimi giocattoli.

Proprio qui viveva il procione Poia: era stato battezzato in questo modo dai bimbi che quando erano piccoli non riuscivano a pronunciare bene il suo nome.

Era un bel procione di peluche con una bella coda grande e morbida ed era di sicuro quello al quale i bambini erano più affezionati tanto da volerlo sempre con loro dovunque andassero.

Poia però non era solo un peluche morbido, lui aveva un segreto: gli piaceva uscire la notte, quando tutti dormivano, per andare nel bosco a raccogliere i rami secchi che poi portava nella sua tana e mangiava insieme ai suoi amici guarnendoli con della panna e della cioccolata!

Il segreto del procione Poia

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La scatola dei bottoni

C’era una volta una scatola…che strana storia, direte voi, cosa mai si potrà raccontare su di una scatola? Eppure questa di storie da raccontare ne aveva tante, una diversa dall’altra, perché non era solo una scatola semplice e vuota, ma era una scatola di bottoni…

Per tanti anni aveva abitato in quella casa, era riposta sul mobiletto di legno accanto alla macchina da cucire che la nonna usava per svolgere il suo lavoro di sarta. Era una scatola verde, di cartone, semplice , ma con all’interno un cuore fatto di tanti bottoni, di ogni dimensione e colore, sempre pronti ad essere usati all’occorrenza.

Erano felici i bottoni, in quella casa stavano bene, la sarta li trattava con gentilezza ed era solita attaccarli su bellissimi abiti, fatti di tessuti pregiati, sopra ai quali era un piacere accoccolarsi; erano sempre curiosi di scoprire dove sarebbero andati, in quali case, con quali persone avrebbero abitato e quali avventure avrebbero vissuto.

La scatola dei bottoni

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L’ufficio delle tartarughe

Aurora era curiosa di vedere dove lavorava la sua mamma e così un giorno il suo papà disse “Domani andremo a fare visita alla mamma in ufficio!”.

Aurora era molto felice anche perché nello stesso ufficio lavorava anche la zia e così avrebbe potuto salutare entrambe.

Lo raccontò subito alla sua amica tartaruga, un bel pupazzo che si portava sempre con lei e che aveva chiamato Dolly.

Quella sera, prima di addormentarsi, se la mise vicino al cuscino come era solita fare e guardandola disse “Pensa che ridere se esistesse un ufficio fatto di tartarughe come te Dolly! ” poi ridacchiando spense la luce e Dolly, che ascoltava sempre la sua amica, pensò di farle vivere un’avventura davvero fantastica…

L’ufficio delle tartarughe