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Il segreto del procione Poia

Fiaba pubblicata da: MARA MENINO

C’era una volta una bella casa, appena fuori città, circondata da tanti alberi e boschi.

Al suo interno c’erano tante stanze tra le quali primeggiava quella dei giochi: la casa infatti era abitata da due bei bambini che avevano moltissimi giocattoli.

Proprio qui viveva il procione Poia: era stato battezzato in questo modo dai bimbi che quando erano piccoli non riuscivano a pronunciare bene il suo nome.

Era un bel procione di peluche con una bella coda grande e morbida ed era di sicuro quello al quale i bambini erano più affezionati tanto da volerlo sempre con loro dovunque andassero.

Poia però non era solo un peluche morbido, lui aveva un segreto: gli piaceva uscire la notte, quando tutti dormivano, per andare nel bosco a raccogliere i rami secchi che poi portava nella sua tana e mangiava insieme ai suoi amici guarnendoli con della panna e della cioccolata!

Nessuno lo sapeva, o forse sì: lui aveva il sospetto che la bambola chiamata Bamba, lo avesse visto qualche notte prima ed ora volesse spifferarlo a tutti; quello sarebbe stato un bel guaio, gli altri pupazzi e bambolotti gli avrebbero mangiato tutti i suoi rami preferiti! Per non parlare dei bambini, guai se lo avessero saputo! Quello era il suo unico momento di pace tra una tirata di coda, un ruzzolone per terra, un volo dal divano e tante altre avventure che viveva giocando con loro tutto il giorno.

Era estate e di notte la luna illuminava il giardino davanti la casa; Poia aspettava che i bimbi dormissero profondamente e che gli altri giocattoli fossero distratti dalle loro faccende notturne e poi sgattaiolava fuori dalla finestra ed incominciava la sua ronda tra i boschi.

La luna lo guidava, la debole luce che filtrava attraverso i rami, gli faceva strada e lui, dopo aver scorazzato tutta la notte ed aver assaporato i suoi rami insieme a qualche amico, se ne ritornava beato a casa aspettando il sorgere del nuovo giorno.

Una notte come tante Poia uscì per il suo consueto giro, ma non si accorse che in cielo c’erano tanti nuvoloni neri e che, probabilmente, stava arrivando un temporale.

” Ah, che bella serata! Finalmente libero!” ridacchiava Poia mentre saltellava tra gli alberi.

” Ciao Poia, vedo che sei in giro anche questa notte..” gli disse il gufo Ernesto che era sempre appollaiato sul ramo dell’albero di fronte al giardino.

” Certo che sì, perché mai avrei dovuto starmene a letto? Non vedi che magnifica serata?”.

Il gufo Ernesto era un po’ perplesso, lui vedeva il cielo scuro ed aveva intravisto in lontananza anche qualche lampo.

” Beh, a me sembra stia arrivando un bel temporale e me ne torno nel mio buco..” disse il gufo e a quel punto Poia si mise a scrutare il cielo; effettivamente non prometteva nulla di buono, ma si disse che avrebbe fatto presto, giusto qualche ramo da mangiare con Mao, lo scoiattolo, e poi sarebbe rientrato.

Mao era un grande amico e lo aspettava sempre nel bosco per andare insieme a divertirsi.

Poia era convinto che in realtà fosse un gatto: aveva una bella coda grande come gli scoiattoli, ma aveva il muso più simile a quello di un gatto e gli piaceva mangiare il pesce, cosa mai vista in uno scoiattolo ” e poi si chiama Mao…” pensava Poia, ma il suo amico era così sicuro di essere uno scoiattolo che non osava contraddirlo.

” Ciao Poia sono pronto, dove andiamo questa sera? Il solito giro vicino a laghetto delle anatre Qua Qua e Becco Lungo? “

Mao lo aspettava come al solito vicino all’albero con un ramo spezzato che cadeva a terra, era il loro punto di riferimento nel bosco ” Sì certo andiamo, ma credo che dovremo sbrigarci, il gufo ha detto che è in arrivo un temporale ed è già andato a nascondersi in casa!”.

” Il solito fifone!” rispose Mao “A me sembra una bella serata, Ernesto è un po’ vecchio secondo me esagera e poi sarà geloso che noi possiamo mangiare quei deliziosi rami farciti e lui no, con quel becco senza denti! Ah ah ah!”.

Mao e Poia ridacchiavano mentre correvano nel bosco mentre da lontano incominciavano a sentirsi i primi tuoni…

 

Intanto in casa Bamba era preoccupata.

Lei e Poia erano buoni amici, erano i più vecchi tra i giocattoli ed erano sempre i preferiti dai bambini, tuttavia quel birbantello di un procione non le aveva detto che di notte se ne andava a divertirsi nel bosco.. Quando una volta non riuscendo a dormire lo aveva visto uscire dalla finestra, aveva chiesto alla sua amica Bambolina se sapeva dove stesse andando e lei aveva risposto ” Va a raccogliere i rami secchi! Lo sanno praticamente tutti, lo abbiamo visto e poi il gufo Ernesto da lontano sull’albero ce lo ha detto una volta, ma Poia è convinto che nessuno lo sappia quindi facciamolo felice, è il suo unico momento per starsene da solo senza di noi…” . Tuttavia Bamba ci era rimasta male, ma come, Poia non era felice di stare con lei ?

Quella sera aveva sentito l’aria umida arrivare dalla finestra e il gufo Ernesto si era rintanato senza neanche dire due parole come faceva ogni sera; Bamba era sicura che stesse per piovere e sapeva che nel bosco era pericoloso, senza contare che Poia, odiava ammetterlo, ma ci vedeva poco, non avrebbe più trovato la strada di casa senza la luce della luna!

Non sapeva come fare, non era mai uscita di notte ed aveva un po’di paura, ma alla fine decise che doveva andare incontro al suo amico.

Prese la sua mantellina rossa per la pioggia che le aveva comprato la mamma della bambina poco tempo prima e poi andò da Bambolina e le disse ” Senti, io vado a cercare Poia, non è sicuro là fuori, tu dovresti tenere accesa la pallina multicolore che si illumina e metterla alla finestra in modo che noi dal bosco potremo riconoscere la casa ! Pensi di poterlo fare? Io porterò con me la piccola pila e ti farò i segnali in modo che anche tu possa vederci! ” la sua amica rimase un attimo in silenzio meditando sul da farsi e poi rispose ” Sì! Posso farlo e lo dirò anche al bambolotto Farfallino e ai pupazzi Leo e Zebrì così mi aiuteranno! Saremo una squadra!”.

Rassicurata da tanto entusiasmo, Bamba prese la pila ed uscì dalla finestra.

 

Intanto nel bosco incominciavano a scendere la prime gocce di pioggia mentre Poia e Mao avevano appena finito di raccogliere qualche ramo.

” Accidenti il gufo aveva ragione! ” disse Poia sentendo una goccia bagnargli il naso e, mentre pronunciava la frase, un tuono assordante gli fece fare un salto.

” Dobbiamo rientrare!” disse Mao che incominciava ad avere la coda tremolante dalla paura, a lui i temporali non piacevano per niente!

I due amici saltellarono giù dall’albero sopra al quale si erano fermati e, cercando di schiviare le gocce di pioggia che si facevano sempre più fitte, si misero a correre verso casa.

Mao trovò presto la tua tana nell’albero e corse dentro a ripararsi senza curarsi del suo amico che invece doveva ancora percorrere un bel pezzo di strada.

Poia era in confusione, con quel buio non riconosceva il suo sentiero e gli sembrava di non arrivare mai.

All’improvviso un altro tuono lo fece sobbalzare e i rami che teneva con una zampa gli caddero dallo spavento; la pioggia era sempre più insistente e lui ormai era fradicio.

” Povero me! Ci fosse almeno un buco dove nascondermi!” si guardava tutto attorno ma non riusciva a vedere nulla.

Poi all’improvviso in lontananza scorse una lucina che sembrava avvicinarsi e, poco dopo, gli sembrò di sentire chiamare il suo nome..

A poco a poco la voce divenne sempre più limpida e chiara e allora Poia si mise a correre gridando “Sono qui! Sono Poia!”.

Bamba era sollevata, lo aveva trovato! Si mise a correre anche lei fino a quando finalmente si incontrarono.

” Testone di un procione mi hai fatto spaventare! Perché sei uscito con questo tempo?” esclamò mentre lo abbracciava.

Poia era senza parole, la sua amica Bamba era fatta su nella sua mantellina rossa ed era tutta bagnata, era uscita apposta per andare a cercarlo, che gesto bellissimo!

I due amici insieme andarono verso casa, Bamba aveva spezzato qualche ramoscello qua e là per riconoscere il sentiero e con la pila riuscirono presto ad arrivare ai margini del bosco dove in lontananza, brillavano delle luci colorate.

” Ecco! Sono Bambolina e gli altri alla finestra! Siamo quasi arrivati!” esclamò Bamba sollevata.

Poia non riusciva a credere che gli altri avessero fatto tutto questo per lui, allora non erano solo giochi che stavano insieme per i bambini, ma erano amici veri che si volevano bene! Si sentiva un po’ in colpa per non aver parlato loro del suo segreto e decise che, d’ora in poi, non avrebbe più fatto di testa sua e li avrebbe resi partecipi delle sue avventure.

Quando rientrarono erano tutti e due bagnati e ben presto Farfallino e gli altri si misero insieme ad asciugarli; erano felici di aver trovato il loro amico Poia sano e salvo anche se un po’ impaurito.

“Ma come avete fatto a sapere dov’ero? ” chiese Poia mentre lo strofinavano.

“Caro tu credi che i giochi siano solo tali, ma noi abbiamo un cuore ed un’anima e ti vogliamo bene e quindi sapevamo dove andavi ogni sera anche se tu volevi mantenere il segreto!” rispose Bamba un po’ arrabbiata.

“Mi dispiace, vi ho sottovalutati ma d’ora in poi non dubiterò più di voi e pazienza se mi farete arrabbiare e alle volte vorrò restare solo, voi comunque siete e rimarrete i migliori amici del mondo!”.

Così il procione Poia imparò che, anche se gli amici di sempre alle volte stufano o ti fanno arrabbiare, se sono amici veri restano comunque e sempre al tuo fianco anche nei momenti di difficoltà, al contrario di quelli che invece vogliono condividere con te solo i momenti e le cose belle e poi, quando queste finiscono, svaniscono anche loro.



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