Il sole di mezzanotte

Fiaba pubblicata da: Roberta Aprile

Al polo Artico presto sarebbe arrivato l’inverno, lì nella terra glaciale viveva un enorme orso bianco.

L’ orso era triste e solo, tutta la sua famiglia era scomparsa, da quando i ghiacciai cominciarono a sciogliersi anche durante il freddo. “Povero me!”: disse l’orso, “La terra è sempre più calda, di noi siamo rimasti pochi, e ormai anche dimenticati!”. Bronte: questo il suo nome, si mise a girare per la foresta glaciale, cercava il ghiaccio, ma il ghiaccio era sempre meno! Il povero orso non si dette pace, continuò a far balzare la testa prima verso destra poi verso sinistra, poi alzò il naso verso l’alto, per guardare la neve scendere lenta dal cielo azzurro cristallino. Ancora ricordava i bei vecchi tempi, quando felice poteva trovare cibo in abbondanza e divertirsi sui grandi ghiacciai, perché lui era un gran giocherellone, ma ora abbassò la testa infelice.

L’orso rimase solo e addolorato, sapeva che neanche un lungo cammino sarebbe bastato per trovare l’oro bianco, Bronte aveva ormai solo quell’unico tesoro: la distesa di ghiaccio che come il vetro rifletteva di mille i colori. “Non c’è più nulla da cercare”, pensò ancora più rammaricato, “Lo scorso inverno… la distesa di ghiaccio era molto più vasta, ed ora sempre meno!”. L’orso si piegò sulle gambe e con la faccia al suolo si rattristò. Rimase a lungo disteso, troppo infelice anche solo per camminare. La foresta glaciale sembrò sommersa da un profondo silenzio, Bronte era ormai quasi addormentato, quando qualcosa attirò la sua attenzione: un fiocco di neve era sospeso!

“Fiocco!” disse l’orso, “Perché non scendi al suolo come gli altri?”.

“Perché il terreno è troppo caldo… mi scioglierei in un baleno!” rispose il soffice fiocco.

Bronte comprese benissimo Fiocco, perché anche lui sentiva la terra troppa calda per essere nel grande Artico. “E già!”: disse, “Anche tu sarai molto triste, per questa situazione!”.

“Sono proprio disperato!” rispose Fiocco, “Non ritroverò mai nessuno dei miei amici, sono tutti sciolti, solo io sono sopravvissuto!”.

“E’ una bruttissima storia… e poi dicono che l’uomo è l’animale più intelligente, potesse vedere il ghiaccio sciogliere come lo vediamo noi, avrebbe tanta paura!”.

L’orso e il fiocco si misero vicini a guardare il sole… era il magico sole di mezzanotte.

“Guarda mio piccolo amico, in giro non c’è anima viva: non il beluga e il tricheco, non la lepre e il bue muschiato!”

“Ed anche il falco delle nevi e la bianca pernice, non si vedono all’orizzonte!”, rispose tanto sconsolato anche Fiocco.

“Forse però potremmo rivolgerci a qualcuno per salvare i ghiacciai?!” : pensò a voce alta e ancora speranzoso Bronte.

“Ma io sono solo un fiocco e tu un povero orso, e nessuno ci darà ascolto!”.

“Ma esiste il tribunale per tutti, mi hanno detto che esiste anche per il polo!”.

“Un tribunale?” disse il fiocco. “Ma sarà degli uomini… e non ci daranno ascolto!”.

“Ma dobbiamo tentare… per salvare anche lo stesso uomo!”.

“Ma lui pensa così poco: a noi e alla foresta glaciale, e in fondo anche a lui stesso!”.

“Hai ragione, ma non dobbiamo arrenderci!”.

Bronte e fiocco si misero in cammino per cercare il grande tribunale, ma il povero orso camminando aveva ancora più caldo, mentre fiocco diventava sempre più piccolo: si stava sciogliendo!

“Forse non arriveremo mai al tribunale”, disse fiocco sentendosi sparire pian pianino.

“Già mio piccolo amico… forse non ci arriveremo mai!”, rispose affranto anche Bronte. Ma finalmente dopo un lungo cammino, apparve il grande palazzo della giustizia: un vecchio edificio con un enorme portone sempre aperto.

Il vecchio tribunale stava sepolto sotto un cumulo di scartoffie, appena entrati Bronte e Fiocco si guardarono. Tutti correvano: chi di qua, chi di là. Una signorina sui tacchi squillanti, correva proprio verso la loro direzione. “Scusate…” disse l’orso, “Sono qui per i diritti del polo!”.

La signorina strimpellò: “Ah… anche gli orsi ora!”.

“Sì, e c’è anche il mio amico fiocco!”.

“Via via…” disse la signorina, “Non abbiamo tempo per gli orsi, e meno che mai per i fiocchi di neve! Sparite ora o farò chiamare i cacciatori, per farvi fuori!”.

Bronte e Fiocco rimasero seduti sui gradini del tribunale mentre il sole diventava sempre più basso, e i ghiacciai sempre più piccoli e lontani.

“Ho un’idea!”, disse l’orso: “Mi legherò al palazzo, e farò dei grandi versi… così forse qualcuno si accorgerà di me!”.

“Bravo!” disse fiocco, “Io ti aiuterò a fare rumore!”.

L’orso e il fiocco si impegnarono tantissimo: notte e giorno, cercavano di farsi sentire, ma nessuno sembrò accorgersi di loro, “Questi uomini sono proprio indifferenti!”, Bronte si sentì molto amareggiato, ma poi un bimbo gli si avvicinò: “Guarda mamma… un Orso!”.

“ Ma quello è un orso vero!” disse la mamma, “E sembra molto cattivo!”.

“E come mai è molto cattivo?” chiese il bambino.

La mamma non sapeva cosa rispondere, non aveva mai visto un orso tanto da vicino, così entrò al tribunale e disse: “Fuori c’è un orso cattivo e arrabbiato… forse qualcuno dovrebbe ascoltarlo!”. Ma nessuno diede rette neanche alla povera mamma.

“Sai cosa faremo?” disse allora la mamma al suo bambino: “Ci metteremo nell’altro lato del Palazzo… e faremo versi come l’orso!”. Al bambino piacque l’idea della mamma e gli si mise vicino. La gente che passava guardava l’orso tanto triste, e la mamma arrabbiata, così la gente volle partecipare, e si formò una grande catena. Fiocco rimase a guardare, mentre a Bronte scesero le prime lacrime di gioia sul lungo pelo bianco, intanto la catena diventava sempre più lunga e il rumore sempre più forte.

Il giorno dopo il tribunale decise che bisognava fare qualcosa per il grande Polo: grandi sarebbero stati gli aiuti, ma tutti avrebbero dovuto partecipare e aiutare: qualcuno con grandi opere, qualcuno con aiuti più piccoli, ma nessuno si tirò indietro!

La mamma era felice e con il suo piccolo guardarono l’enorme orso bianco: “L’orso si sta allontanando”, disse la mamma, “ma aveva ancora lacrime di gioia che scendevano!”.

“E dove andrà?” chiese il bimbo ammirando allontanarsi il Signore dei ghiacci.

“Arriverà sotto il magico sole di mezzanotte!”.

Felice L’orso Bronte ritornò nelle sue terre e Fiocco finalmente libero di far parte dei grandi ghiacciai.



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