Il fenicottero impiccione

Fiaba pubblicata da: Orsola

Era una calda mattina come tutte le altre, Gogol passeggiava con le lunghe zampe al fiume.

Il  sole creava giochi di luce tra le foglie.

Sentì parlottare le femmine, lo facevano sempre, ma quel giorno Gogol aveva un sospetto, un chiacchiericcio pettegolezzo.

Infatti sola si trovava Annette passeggiando anche lei.

Lille iniziò “inutile tenere il broncio, le ho solo detto  di  lasciarlo”

“E lei  come l’ha presa?”

“Presa … malissimo”

“mi ha offesa” intervenne Dadà

“Lille sei poco delicata … ma lo vorresti tu?”

Gogol si avvicinò “Lille scusa fate pace, fa male tenere muri; dille … non volevi”

“Cosa ne sai, se fa male? i muri sono barriere”

“Non vi vede sincere”

“Sei solo impiccione”

“Allora quando lei vi i sentirà lontane; vi ricorderete di me”.

Passò il tempo  Dadà si avvicinò ad Annette, ma lei non volle  ascoltarla.

Si recò da Gogol “A questo punto”, fece lui, “il è silenzio è d’oro la parola è d’argento”.

Aveva ragione, ma quando l’aria che tira non è buona accadono queste e ben altre cose.



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