lampione

Storia di un Lampione, di una Lucciola e di una Stella.

Fiaba pubblicata da: ClaudiaCenti

Una sera di fine aprile il Lampione si accese alle venti e trenta, come di sua abitudine. Il giardino era silenzioso e dalla casa si sentivano arrivare i suoni della cena.

«Cosa posso chiedere di più?» si chiese il lampione godendosi la luce artificiale che lui stesso proiettava, com un’aureola, intorno a sè.

Quando il Sole si nascondeva laggiù, oltre alle ultime colline, per lui era il momento più bello perché…Click! e la sua luce diventava protagonista di tutto il vicinato!

Quella sera però una piccola lucina intermittente distolse il Lampione dai suoi pensieri «Hei, chi sei tu, che osi venire a illuminare il mio spazio con quella misera luce che non si da pace?»«Ciao Lampione» rispose la lucina «Io mi chiamo Lucciola. Sono venuta nel tuo giardino a cercare l’amore, per questo la mia luce si agita tanto!»

Il Lampione si sentì attorcigliare tutti i fili al suono della parola Amore.Anche lui, un tempo, era stato innamorato.

Si trattava di una Stella che ogni sera si accendeva insieme a lui e il Lampione si era illuso che quella coincidenza corrispondesse a una forma d’interesse da parte di lei.

Quante volte nelle sere d’estate le aveva sussurrato parole dolci o urlato poesie d’amore!Ma la Stella restava sempre ferma e muta, fissa nello sguardo e rigida nella sua postazione.

Si spegneva al mattino e si riaccendeva la sera insieme a lui, ma nulla di più. Infine una notte d’autunno sparì, coperta dalle nuvole.

Il Lampione pianse tanto e si disperò non capendo dove aveva sbagliato.Ma ora questa piccola Lucciola gli faceva tornare in mente il suo amore perduto!

Alzando gli occhi al cielo, il Lampione rivide la sua Stella, che dopo un inverno rigido era pronta per splendere tutta l’estate.«Amore mio, perchè mi hai abbandonato?» chiese tra le lacrime che velarono il vetro della lampadina.

La Lucciola, che era ancora nei paraggi, sentì quello straziante grido d’amore e tornò indietro.«Ma tu sei pazzo!» urlò al Lampione.«Perché?» rispose lui«Come puoi pensare che ti ascolti? Non vedi com’è alta? Nemmeno io che so volare potrei arrivare fino a lassù!»«E allora che devo fare? Sono così innamorato!»«Prima d’innamorarti di qualcuno devi capire chi sei tu! Non vedi che hai il cemento nelle scarpe e che sei fissato al suolo? Tu sei uno con i piedi per terra, come potresti stare con una che ha sempre la testa fra le nuvole? Devi parlare con te stesso e capirti e coccolarti, devi conoscere chi sei e cosa vuoi dalla vita prima di gettare tutte le tue aspettative su qualcun’altro!»

La luce del Lampione si tinse di rossastro, tanto si vergognò a sentire quelle parole.Per lui passarono dei giorni insonni.Dopo qualche tempo la Lucciola si trovò a passare dal giardino con il suo nuovo fidanzato e chiese al Lampione «Come stai?»Lui, tutto elettrizzato, rispose «Bene! Finalemente ho capito! Ho smesso di sentirmi il migliore per poi piangere di nascosto, ho smesso di credere che fosse tutto mio, senza neanche sapere chi sono “io”…ho pensato alle tue parole e sono diventato un Lampione semplice…da poco ho conosciuto una dolce Abatjour di pizzo che abita nella casa.

Lei mi vede altissimo e…tosto! Dice che sono forte perchè mi ergo sempre qua fuori, sotto a tutte le intemperie…è fiera di me e ci vogliamo tanto bene!»

Felice, anche la Lucciola strinse di più a se il suo amore.La Stella vide tutto da lassù.Alta, bella e fredda come sempre.Ma sola nella sua superbia.



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