Il viaggio di Giacomino
Fiaba pubblicata da: MARA MENINO
Sul davanzale di un lungo balcone che incorniciava un alto palazzo alla periferia della città, c’era un bel vaso di gerani rossi con tante belle foglie verdi.
La signora che viveva in quella casa se ne prendeva cura ogni giorno, amava i suoi fiori e ci teneva che fossero sempre bellissimi.
Una delle tante volte in cui andò a bagnarli vide però che le foglie erano state mangiucchiate, inorridì e si mise subito alla ricerca del colpevole che, era sicura, fosse una lumaca.
Quando però scrutò bene tra le foglie rimase stupita nel vedervi accoccolato un bel bruco verde con tante minuscole zampine.
Il bruco Giacomino, così si chiamava, aveva trovato un posto meraviglioso dove stare, tanto cibo e tante belle foglie dove pisolare.
Aveva fatto tantissima strada per arrivare fino a lì e non era neanche sicuro di dove fosse, non gli sembrava infatti il solito grande giardino, ma in ogni caso ci stava bene e si era già fatto diversi amici tra i quali un ragno dalle lunghe zampe, che aveva tessuto la sua tela proprio in un angolo tra il vaso e il davanzale del balcone.
Un giorno però, proprio mentre se ne stava beato su di un ramo dopo essersi pappato un bel pezzo di foglia tenera, si sentì sballottare di qua e di là non capendo cosa stesse succedendo.
” Oh povero me! Sarà mica quello che chiamano il terremoto! ” disse sussultando.
Dall’ alto, la signora, padrona dei fiori, diceva ” Vieni bel bruchetto che adesso ti porto da un’altra parte dove non potrai più fare danni…”.
Il povero Giacomino si ritrovò quindi su di una foglia ballerina che la signora cercava di tenere in mano per portarla lontano dai suoi vasi, ma all’improvviso arrivò una folata di vento e la foglia le scivolò via facendo ruzzolare Giacomino da tutte le parti fino a quando, stordito, si fermò .
A Giacomino girava la testa e non capiva dove fosse, ma poi fu destato da una vocina ” Ehi tu, cosa ci fai nel mio vaso? “.
Alzando la testa vide una lumaca con lunghe antenne che lo guardava accigliata. ” Scusami, ma dove mi trovo? Ero a casa mia, un bel geranio rosso, quando è venuto un violento terremoto e mi ha fatto ruzzolare fino a qui! ” rispose spaesato Giacomino.
La lumaca lo guardò per un istante e poi disse ” Uhm…credo che tu provenga dal piano di sopra caro mio, quello più in alto di tutti. Ogni tanto vedo passare qualche insetto che si posa qui e mi racconta di che bei fiori ci siano lassù, con foglie tenere da mangiare, ma io lenta e vecchia come sono, non mi posso avventurare così lontano e quindi me ne resto a casa mia “.
Giacomino rimase perplesso, piano di sopra, vaso, forse incominciava a capire che non era arrivato in un bel giardino ma si trovava a vagare tra i piani di un palazzo!
” Povero me! ” disse alla lumaca ” Come farò allora a tornare a casa? E’ troppo in alto e mi ci vorrà tantissimo tempo! “.
La lumaca non voleva di sicuro che il suo nuovo visitatore si fermasse lì da lei, era già abbastanza infastidita da un lombrico chiacchierone che ogni tanto spuntava da sotto il terriccio e la ubriacava con i suoi racconti, figuriamoci se si fosse fermato anche quel bruco grassottello con il quale le sarebbe toccato anche dividere il pasto!
Quindi, dopo aver riflettuto a lungo, le venne in mente un’idea.
” Conosco una farfalla che ogni tanto viene a posarsi sui fiori qui vicino, si chiama Adele forse se le chiedessi un passaggio, potrebbe riportarti lassù…”
” Un passaggio?? ” Giacomino era sconcertato dalla proposta ” E dove potrei mettermi? Adele non è mica un autobus! Cadrò di sotto e qualcuno mi pesterà! OH!
Diventerò pasto per le formiche! ” Giacomino era disperato, ma la lumaca si affrettò a dire ” Ma che dici! Tu sei leggero e con le tue zampine ti metterai in mezzo alle sue ali come una ventosa! E poi un giorno sarai anche tu una farfalla dovrai pur incominciare a fare un po’ di pratica di volo! “.
Giacomino non era per niente convinto, ma detestava quella lumaca saputella e voleva tornare a casa sua, nella sua tranquillità e dal suo amico ragno Rodolfo e quindi, dopo aver pensato e ripensato alla proposta, decise di provarci.
” E va bene, quando vedremo Adele le chiederemo se è disposta a darmi un passaggio…” disse alla fine non troppo convinto e a quel punto la lumaca soddisfatta se ne tornò a mangiucchiare la sua foglia in attesa degli eventi.
Dopo qualche giorno durante il quale Giacomino aveva tentato invano di parlare amichevolmente con la lumaca, ma senza successo, proprio mentre il lombrico Enrico gli stava raccontando com’era arrivato nel suo vaso, il bruco vide posarsi lì vicino una bella farfalla bianca con alcuni puntini marroni.
Subito si drizzò sulle zampine e chiese ad alta voce ” Sei tu la farfalla Adele? “
Quest’ultima si girò e vedendo un bruco verde grassottello che si allungava su una foglia rispose ” Sì sono io…cosa vuoi da me? “. Giacomino si affrettò a raccontarle la sua disavventura e concluse proponendo la brillante idea della lumaca…a proposito, come si chiamava? Non glielo aveva detto!
Beh, comunque dopo averlo ascoltato attentamente, Adele decise che quel poveraccio le faceva pena, conosceva la lumaca e il lombrico chiacchierone e le dispiaceva lasciarlo in balia di quei due per di più con la nostalgia di casa quindi decise che lo avrebbe aiutato.
Giacomino era terrorizzato, si posizionò meglio che poteva tra le ali della farfalla la quale con fatica si alzò in volo cercando di raggiungere nel più breve tempo possibile il balcone più alto di tutti.
Dal basso, la lumaca ed Enrico guardavano con il fiato sospeso e, ad un certo punto, videro Adele sbandare e finire tra le foglie di un albero del balcone proprio sotto a quello con i gerani rossi.
Giacomino ruzzolò di nuovo attaccandosi ad un ramo.
” Mi dispiace ” disse la farfalla con il fiatone, ” Non ce la facevo più ma se vuoi dopo che mi sarò riposata ti porterò a casa ” .
” Non ti preoccupare, hai già fatto tanto, credo che da qui riuscirò ad arrivarci da solo grazie! “.
A quel punto i due amici si salutarono e Giacomino, non troppo sicuro di quello che aveva detto, si guardò intorno cercando di capire da che parte andare.
Da sotto un ramoscello spuntarono all’improvviso due pidocchi bianchi che gli si piazzarono davanti con aria interrogativa.
” Ciao, noi siamo Timmi e Tommy e tu chi sei? “
” Mi chiamo Giacomino e sto cercando di tornare a casa mia, vedete, questa quassù con i gerani rossi “. I due pidocchi si misero a scrutare in alto e poi aggiunsero ” Sei fortunato, questa pianta è molto alta e se ti arrampichi fino in cima potresti riuscire ad arrivare al tuo balcone! ” .
Giacomino guardò attentamente e pensò che Timmi e Tommy forse avevano ragione e così decise di partire subito per la sua arrampicata.
” Grazie, allora seguirò questo grosso ramo fino ad arrivare in cima…” disse Giacomino accomiatandosi, ma i due pidocchi non sembravano molto convinti che lui riuscisse a farcela da solo e così decisero di accompagnarlo.
Il bruco era molto più lento di loro, anche se aveva tutte quelle zampe, prima che le spostasse tutte, ci voleva un’eternità e così Timmi e Tommi andavano avanti facendogli strada e nel frattempo, gli raccontavano della loro vita sull’albero e di come ogni tanto la padrona tentasse di farli fuori perché rovinavano le foglie.
Dopo quei discorsi a Giacomino incominciò a venire un dubbio terribile: anche lui aveva visto diverse volte la padrona dei gerani e il mattino del giorno in cui c’era stato il terremoto gli era proprio venuta vicino a guardarlo con il suo grande occhio proprio mentre stava sgranocchiando una foglia.
” Oh no! E’ stata lei! ” esclamò fermandosi a riprendere fiato. I due pidocchi si girarono a guardarlo con aria interrogativa e lui continuò ” La padrona dei gerani, è lei che mi ha mandato via e adesso se tornerò lo farà di nuovo! Come faccio? “.
Timmi e Tommy non sembravano preoccupati, si guardarono con aria di intesa e poi gli risposero ” Semplice, nascondendoti bene e mangiando meno! Proprio come facciamo noi! “.
A tarda sera finalmente il trio arrivò alle soglie del balcone di Giacomino e così, stremati dalla lunga camminata, decise di riposarsi fino al giorno dopo prima di percorrere l’ultimo pezzo di ramo.
Giacomino quella notte non dormì nonostante fosse sfinito, era troppo preoccupato del suo ritorno e aveva paura di essere cacciato di nuovo via.
Alle prime luci dell’alba i tre amici ripresero il cammino e finalmente, dopo qualche ora, Giacomino rivide il suo amato vaso ed i suoi amati gerani. Che gioia fu per lui!
Rodolfo il ragno gli corse subito in contro ” Giacomino! Sei tornato! Credevo che non ti avrei rivisto mai più! ” ma il bruco era talmente stanco dopo il suo viaggio che salutò rapidamente il ragno e si andò a sistemare sotto una foglia, ben nascosto, per riposare.
Giacomino riposò a lungo per tanti e tanti giorni.
Per fortuna nessuno lo notò, si era costruito una casetta di cristallo tutt’attorno e quando si svegliò, fece un po’ di fatica ad uscire dal suo giaciglio.
” Che strano, mi sento più grande, ma anche più leggero, riposare deve avermi fatto bene ” disse Giacomino quando ad un tratto vide arrivare qualcuno che conosceva.
” Ciao amica come ti chiami? ” gli chiese Adele.
Giacomino rimase sorpreso ” Ma sono io, sono Giacomino, non mi riconosci? ” e proprio mentre diceva così il bruco si accorse di avere due belle ali colorate e di somigliare proprio ad Adele!
Era successo allora!
I due amici si guardarono sorridendo e anche Rodolfo si mise a ridere di gioia, Giacomino non doveva più preoccuparsi di essere cacciato dal vaso, adesso era una splendida farfalla e poteva stare sui suoi gerani quanto voleva, odorandone il profumo, senza combinare guai !