Tutte le fiabe che parlano di "profumi"
La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "profumi", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".
Il sapore dell’estate
Ho gli occhi chiusi. Le ninfe dell’ illusione mi trascinano. mi conducono lontano, lontano dalla baldoria di città … lo intuisco da quello che sento. Un profumo d’estate mi stuzzica le narici. Un armonioso cullare… Il sapore dell’estate
I profumi dell’Africa
Mancavano pochi giorni alla fine della scuola. L’aria calda dell’estate cominciava a farsi sentire e a Nick l’idea di trascorrere parte delle vacanze estive con suo padre in Africa lo convinceva sempre di più. Nick… I profumi dell’Africa
Il naso del delfino
Dovete sapere che milioni e milioni di anni fa gli uomini e le donne non avevano il naso.
“Cosa?” Direte voi. “E perchè mai?”
Per dimenticanza. Quando le facce furono pronte, le bocche parlarono e gli occhi sorrisero, tutti erano allegri e si misero a tavola, per festeggiare.
Fu servita la pastasciutta, che aveva un buonissimo odore, ma nessuno dei commensali poteva sentirlo. Poi le patatine fritte, le pizze e le torte salate. Tutto era bello e colorato dentro i vassoi, ma nessuno aveva appetito.
Vennero portati dolci meravigliosi, profumati e fragranti, gli occhi si buttavano a pesce sui quei cibi dai colori sgargianti, ma appena si mettevano in bocca non si setiva nessun sapore, come se fossero di plastica .
L’odore del sole
Con l’età i ricordi lontani affiorano, è pura verità, sta succedendo anche a me infatti ricordo l’odore de sole che percepivo nell’ora della siesta, obbligata, quando ero bambina sfollata in Piemonte.
Mentre aspettavo l’ora di sgattaiolare fuori seguivo il raggio di sole che entrava dagli scuri accostati da mia mamma, che pensava dormissi, invece rilassatissima odoravo il sole che mi portava odore di polvere pulita formata dalla terra frantumata dagli zoccoli dei buoi passati al mattino, quando la terra era ancora umida dalla notte mentre le ruote del carro l’incidevano profondamente formando un binario dal fondo e pareti lisce, lucide.
Ancora odoravo il mio raggio amico che mi portava odore del vecchio legno degli scuri riverniciati decine di volte e ormai irrimediabilmente screpolati e ruvidi come la pelle di un elefante sotto il sole e per ultimo, battendo il mio raggio sul materasso riempito di foglie secche delle pannocchie del granturco, emanava pure quello un odore di caldo sole estivo.
Cibo in capsule
In un simpatico paesino al confine tra Francia e Liguria le massaie e le casalinghe avevano organizzato una protesta perché erano stanche di cucinare. Ne avevano abbastanza di pentole, mestoli e tegami. E di mariti che mangiavano a ufo senza alzare un dito.
Il farmacista Narciso, furbo di nascita, inventò il cibo in capsule.
Così, di punto in bianco.
Verdura, carne, pesce, uova, pasta, tutto. Tutto in capsule. O al massimo in polvere. L’idea gli balenò nella mente durante una notte d’insonnia, fissando il soffitto al calduccio sotto le coperte. Ascoltando scrosciare un acquazzone.
C’era una volta…il mondo di Amina
Quella che sto per raccontarvi è la storia di una bambina di nome Amina.
Ella viveva in un piccolo villaggio immerso in una grande foresta. Amina era una bambina molto curiosa, le piaceva osservare tutto quello che la circondava e spesso si accoccolava sugli scalini della sua casa e si divertiva a vedere tutti gli abitanti che dalla mattina alla sera lavoravano per rendere il piccolo villaggio sempre accogliente, caldo e luminoso.
Ognuno di loro aveva un compito ma la regola da rispettare perché il villaggio potesse sempre essere perfetto, era che tutti gli uomini e le donne che lo abitavano dovevano lavorare sodo per renderlo sempre più prestigioso e importante. Non lontano dal villaggio, vicino al ruscello c’era la casetta di un vecchio saggio e spesso, senza chiedere il permesso alla mamma, Amina andava a trovarlo.
Il castello sullo scoglio
Su di uno scoglio c’è un gran castello,
che si rispecchia in un mar di cristallo.
Tutta la forza di un tempo glorioso
è nel suo aspetto più che maestoso.
Quando si arriva nel piccolo porto,
saluta tutti con grande rispetto.
Da il benvenuto su quello scoglio,
al mondo intero con vero orgoglio.








