Cibo in capsule
Fiaba pubblicata da: Martina Vecchi
In un simpatico paesino al confine tra Francia e Liguria le massaie e le casalinghe avevano organizzato una protesta perché erano stanche di cucinare. Ne avevano abbastanza di pentole, mestoli e tegami. E di mariti che mangiavano a ufo senza alzare un dito.
Il farmacista Narciso, furbo di nascita, inventò il cibo in capsule.
Così, di punto in bianco.
Verdura, carne, pesce, uova, pasta, tutto. Tutto in capsule. O al massimo in polvere. L’idea gli balenò nella mente durante una notte d’insonnia, fissando il soffitto al calduccio sotto le coperte. Ascoltando scrosciare un acquazzone.
Pensò al parmigiano e si chiese: “Perché non grattugiare anche tutto il resto?”.
Provò prima da solo, in casa sua: una zucchina, una carota. Poi passò a cibi più complicati e meno maneggevoli, come la pasta cruda, i dolci.
Diffuse la sua trovata in giro tra gli accademici, che a loro volta la divulgarono per tutta la città.
In breve il cibo in capsule venne lanciato sul mercato e cominciò a spopolare.
Le massaie e le casalinghe erano raggianti.
Era come andare dal dottore a farsi prescrivere le medicine: una capsula di caffellatte a colazione, rigatoni in pillole a pranzo e bistecca liofilizzata per cena.
Ma si poteva vivere così?
Ovviamente tutti i negozi di alimentari fallirono in quattro e quattr’otto.
In compenso le farmacie spuntavano come funghi in ogni dove.
Narciso era diventato straricco, e di lì a poco si sarebbe messo a nuotare nell’oro come lo zio Paperone.
Un bel giorno, però, un cuoco fece picchetto da solo davanti a una macelleria in chiusura, forse l’unica rimasta in tutto il circondario, e obbligò il macellaio a procurargli le ultime rimanenze di carne per preparare un ottimo stufato, assieme a certi ortaggi che aveva recuperato da un contadino di sua fiducia.
Si mise a cucinare nella piazza cittadina una domenica, quando tutti erano a casa.
Un delizioso profumino di verdure cotte e manzo in salsa si mescolò all’aria insinuandosi nei meandri della città e salì su su, in tutte le case e in tutte le cucine. Gli abitanti del paesino si riversarono nelle strade, occuparono scuole, mercati, botteghe. Assaltarono le farmacie e buttarono in mare enormi pacchi di capsule, ben consapevoli che il giorno seguente avrebbero gustato salsiccia e patate.