Olio e aceto
Fiaba pubblicata da: Rosy
Ho scritto delle lettere d’amore
attingendone dal fondo del cuore
di frasi dolciastre e mielose
senza alcun successo
perché, senza farci caso
oggi si è ridicoli
a parlar e scrivere l’amore
Amore soffro per te
amore muoio per te
amore mi manchi
amore ti amo… come la pasta col pomodoro
son diventate sdrucciolevole
senza enfasi e apatici
così ho smesso di scriverle
Stanotte non ho dormito
nel silenzio della notte
ho avvertito un lieve richiamo d’aiuto
ho aperto gli occhi
e son stata ferma ad ascoltare
dopo un pò l’ho risentito
e mi sono allarmata
mi son lentamente alzata
pian piano
col piede che da due settimane
mi fa male
e m’incammino scalza al buio
come sonnambula per casa
prima guardo fuori
tutti dormono cani gatti topi uccelli
poi vado in bagno in soggiorno
tutto muto
anche la mia Trilly dorme beata
sta a pancia in su
sul divano e russa che è una bellezza
con mio marito fanno un’orchestra sinfonica
mi chiedevo e domandavo
ma chi saranno mai quelle vocine
che chiedono aiuto
solo le formichine eran sveglie
loro facevano lo straordinario
andavano a spasso sul lavello
in cerca di briciole della cena della sera prima
e risentivo quelle voci
aiuto aiutaci
stiamo per morire
chi si lamentava
forse era il l’inquilino di sopra che aveva mal di pancia
pensai fra me e me
domani già di buon mattino inizierà
a gridare tutto il giorno
e la moglie passerà l’aspirapolvere
e farà rumore per non sentirlo gridare
povera me…
oddio le vocine
le sentivo molto vicino
c’èra un qualcosa che non vedevo
forse un gattino si era nascosto
un uccellino era entrato dalla finestra
mi son fatta coraggio
ho dato un’occhiata sotto il divano
sotto il tavolo
nulla di nulla
mi sono arresa
forse sto sognando
decisi di andare a letto
Ma mi fermai
mi venne fame
idea
mangio una mela per non appesantirmi
apro il frigo e la lucina appena si accende
mi fa vedere una strage
un grido di sofferenza in me
“AIUTO” “AIUTO”
erano loro che cercavano aiuto
mio Dio incoscienza mia
dimenticanza imperdonabile
chi mi vedo d’innanzi
stremati da giorni di sofferenza
tre zucchine
una melanzana
ed una carota
la carota si stava impiccando
le zucchine erano ormai allo stremo delle loro forze
divenute anoressiche
e la melanzana appassita come un fico secco
stava per dare l’ultimo respiro
aiutaci aiutaci
Rosaria
facci morire ti prego
o ci cucini
ti sei dimenticata di noi
son rimasta col boccone di mela in bocca
l’ho ingoiata quasi soffocavo con la gola asciutta
col rimorso di averli fatto soffrire
gli ho chiesto perdono
con la promessa
che la mattina dopo li salvavo
così feci
non appena alzata
li ho affettate a rondelline
cucinate con olio e aceto
e li ho mangiate
stanotte dormirò sogni tranquilli