Nonna Natale
Fiaba pubblicata da: Licia Calderaro
Al Polo Nord, in una graziosa casetta, viveva una simpatica e dolcissima nonnina. Ogni giorno decorava la sua casa con presepi, alberi di Natale, luci colorate, pacchi regalo e tante altre cose. Un giorno, mentre cucinava, suo nipote entrò nella sala da pranzo e pose sul tavolo un enorme sacco marrone. In questo sacco c’erano tantissimi regali destinati ai bambini. La nonnina, non appena vide il nipote, esclamò:
“Babbo, ti vedo dimagrito. I tuoi genitori non ti hanno dato da mangiare oggi?”
“Ma che cosa dici, nonna?”rispose Babbo guardando il suo enorme pancione “Per colpa tua sono ingrassato di altri dieci chili, non fai altro che dirmi che mi trovi sciupato. Le mie renne non ce la fanno neanche più a trasportare la slitta. Devo mettermi a dieta o la slitta si romperà con il mio peso”
“Dieta?” Gridò la nonna “non se ne parla proprio, ora ti siedi a tavola e mangi tutto ciò che ho preparato”
“NO, NO E NO”disse Babbo pestando un piede. Adesso vado via, inizierò la mia dieta oggi stesso, e mi iscriverò in palestra”
“Oh caro nipote” rispose la nonnina addolorata “ma come puoi pensare di metterti a dieta proprio in queste mese. Ora arriva il natale. Il periodo dell’ anno in cui ci sono i pandori, i panettoni, i canditi, lo zucchero filato, la cioccolata calda, i dolci alla cannella, le caramelle della befana e …”
“Basta, nonna” gridò Babbo togliendosi il cappello rosso con il pon pon bianco e gettandolo a terra “lo vuoi capire che non voglio diventare più ciccione di quello che sono? ”
“Nipote, ma almeno inizia la tua dieta dopo il 6 gennaio, non ha senso iniziarla a dicembre. Molto presto saremo invitati ai pranzi e ai cenoni, ci sarà anche il veglione di capodanno”
Babbo riprese il sacco, raccolse il suo cappello da terra e andò via senza nemmeno salutare sua nonna. Era impossibile ragionare con lei. Arrivata la vigilia di Natale, Babbo aveva iniziato a caricare i pacchi regalo sulla slitta. Ad un certo punto, gli si avvicinò un pupazzo di neve. Aveva un buffo cappello a cilindro, due bottoni al posto degli occhi e una carota al posto del naso. Aveva anche una strana borsa a tracolla.
“Ehm mi scusi, lei è il signor Babbo Natale?” Domandò il pupazzo di neve.
“Ehm si, che cosa vuole signor pupazzo?”
“Sono il postino del Polo Nord, ho una consegna per lei”
Il pupazzo di neve tirò fuori dalla borsa un cestino di paglia avvolto in un enorme fazzoletto, e glielo porse con una raccomandazione:
“Signor Babbo Natale, questo cestino è da parte di una persona che non ha voluto rivelarmi il suo nome, non ho potuto nemmeno guardarla in faccia perché aveva il viso coperto da una grandissima sciarpa. Inoltre mi ha detto di dirle che questo cesto dovete aprirlo solo dopo che sarete tornato a casa. Vi saluto signor Babbo Natale e buon lavoro”
“Grazie” rispose Babbo prendendo il cesto e appoggiandolo sulla slitta. Mezzanotte passò in fretta e dopo aver finito il suo lavoro, Babbo Natale si ricordò del cestino. Lo prese, sciolse il nodo del fazzoletto e lo aprì. Il povero Babbo gridò talmente forte da far spaventare adirittura le sue renne e pianse. Nel cesto c’erano fette di torta, dolci di ogni tipo, pezzi di cioccolata al latte ed anche fondente, paste di zucchero e marshmallows. Il tutto accompagnato da un biglietto. Un aiutante di Babbo Natale, saltò giù dalla slitta chiedendo:”Babbo, perché piangi? È forse successo qualcosa?”
Babbo Natale gli indicò il biglietto che aveva lasciato nel cesto. L’ aiutante si avvicinò e lo lesse ad alta voce:
“Carissimo nipote, l’altro giorno è venuta a trovarmi la befana e mi ha lasciato tante cose buone, oh che cara. Ho pensato che stanotte, dopo aver girato il mondo intero a consegnare i doni, avresti avuto fame. Ho preparato questo cestino apposta per te. Fortuna che il signor pupazzo di neve non aveva ancora terminato il turno e gli ho chiesto di portarti il mio pensierino. Non ho voluto dirgli il mio nome e mi sono coperta la faccia perché ero sicura che se ti avesse detto che questo cestino fosse da parte mia, ti saresti commosso di avere una nonnina così premurosa. Mi raccomando, mangia che sei sciupato.”
“Ahimè” continuò a piangere Babbo Natale “e anche questa volta comincerò la dieta l’anno prossimo.”