Era la mattina del 27 dicembre. Mi svegliai tardi, ancora frastornata dai festeggiamenti dei giorni precedenti.
Il salone era un incanto. Anche quest’anno avevo desiderato che tutte le cornici delle porte di casa fossero decorate con rami di pino e fiocchi di velluto rosso, e Luca, ancora una volta, mi aveva accontentata con il fare gentile e premuroso di un genitore che vuole compiacere la sua piccola bambina.
Al centro della stanza, il grande abete con le sue alte e imponenti cime pareva sfiorare il soffitto, quasi a perdersi nell’etere magico che si respirava in casa.
Il piccolo Giulio, non trovandomi al suo fianco, dalla sua cameretta corse ad abbracciarmi.
«Mamma, eccomi!» disse, lanciandosi verso di me con un salto in avanti, come a voler simulare la figura di un danzatore.
Lo presi in braccio al volo e lo strinsi forte, ma ben presto il nostro momento d’affetto fu interrotto dal suono del campanello di casa. Poi sentimmo una chiave scattare nella serratura.
Era Luca che rientrava tutto infreddolito e con lui pareva portare l’aria gelida dell’esterno. Sulle sue labbra aveva un sorriso misto tra felicità e trepidazione e nei suoi occhi si intravedeva uno strano luccichio.
Stette per un po’ in silenzio, poi ci guardò e lentamente tirò fuori dalla tasca della sua giacca una piccola pallina di pelo bianco. Si avvicinò a Giulio e, chiedendogli di aprire i palmi, gli poggiò tra le mani quel piccolo batuffolo.
«Ecco il regalo che tanto hai desiderato» disse Luca.
Giulio ebbe un sussulto per l’emozione e subito capì che quello non era un peluche, ma un cucciolo di terrier. Lo strinse forte contro la sua guancia, poi cominciò a dargli tanti bacetti.
«Nina» disse, dopo aver appreso dal suo papà che era una femmina. «La chiameremo Nina e sarà la mia sorellina.»
La piccola lo guardò, poi socchiuse gli occhi e si addormentò tra le sue braccia.
Giulio, con molta delicatezza, l’avvolse nella sua piccola copertina di lana color panna con le roselline rosse.
«È piccola, non voglio che prenda freddo» disse.
Rimase a lungo abbracciato a lei e già sognava le mille avventure che avrebbero vissuto insieme.
La neve candida scendeva silenziosa. Da quel giorno, nulla fu come prima grazie a quel dono inaspettato.
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