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Tutte le fiabe che parlano di "cultura"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "cultura", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

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Un albero di Natale per Fathi

Quel mattino di dicembre, il piccolo Fathi si alzò alle prime luci dell’alba. Scese le scale in velocità, aprì la porta d’ ingresso e corse in cortile. Indossava solo il pigiama e ai piedi aveva un paio di pantofole bluette.

Una sottile coltre di neve aveva imbiancato il paesaggio. Fathi aveva sei anni, era da poco in Italia con la nuova famiglia. Nel suo paese d’origine non aveva mai visto questi fiocchi candidi cadere dal cielo. Se ne stava con il naso all’insù, mentre osservava le faville bianche scendere lentamente a terra.

– Fathi! Ritorna in casa, prenderai un raffreddore! – urlò la mamma, nonostante il piccolo ancora non capisse la nuova lingua. Il bimbo rientrò in casa tutto emozionato.

Un albero di Natale per Fathi

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La fucina degli Dei

Tanto lontano nel tempo e tanto lontano da noi, esisteva un’isola grande quanto un bottone.

L’acqua che la circondava era diamantina, potevi vedere i pesci guizzare nella marina, le alghe galleggiavano come ciuffi d’insalata fresca, e le sfiziose vesti dei celenterati fluttuavano nella vasca. Sul bagnasciuga pullulava la vita, crostacei ci facevano la camminata e i molluschi si ritiravano a mulinello, nella rena piatta come francobollo.

Una varietà di reperti sparsi sulla sabbia, alcuni risalenti all’epoca della bibbia, con i quali ti saresti sbizzarrita nel creare monili, imitando la maniera dei gioielli tribali. Le dune erano un balsamo da respirare, una profusione di piante nane, difese da un groviglio di fusti di qualunque volume, intarsiati da un eccelso cesellatore, da tinte e forme diverse, agghindate le chiome, offrivano alla vista un sovrano vedere.

La fucina degli Dei

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La solitudine di Doriano

Senza sosta, senza sosta,
avanti Doriano porta con te solo un umile ma attento guardiano:
il povero cagnolino
che sin dall’inizio ha continuato ad accompagnare il padrone,
ora si accinge con disperazione ad assistere inerme alla sua dissoluzione.

«Doriano – pensa il cagnolino Lapis – non posso lasciarti da solo ora,
tu credi di poter continuare ma la follia ti assale.
Fermati un momento,
rifletti, cosa assai strana per una mente così insana.

La solitudine di Doriano

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Il dotto topino

Sono un piccolo topino
e se sporgo dal buchino
devo stare molto attento
perché provoco spavento

Scappan tutti con orrore
e mi viene il batticuore
a veder tanta paura
neanche fossi una sventura

Il dotto topino