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Le fatine dei cuccioli

Fiaba pubblicata da: MARISAGI

Quando Pallina arrivò nella famiglia di Luca ci fu una grande festa.

Un giorno il papà si ritirò dal lavoro tutto elettrizzato con una scatola di scarpe ben stretta sotto il braccio.

Appena entrò in casa chiamò con tono concitato la moglie e il figlio che subito corsero da lui preoccupati che fosse successo qualcosa. Invece lui rideva allegro, mise la scatola sul tavolo e tolse il coperchio ed ecco apparire sul fondo un batuffolo bianco, un musino nero e due occhi brillanti. Non si può descrivere la gioia di Luca e l’amore che unì da quel momento in poi il bimbo di cinque anni e il cagnolino di appena quaranta giorni.

Crebbero insieme, non si lasciavano mai se non quando era proprio impossibile stare insieme, a scuola per esempio. Il momento più bello era quando andavano al parco ed entrambi incontravano i propri amici.

C’era Nerone un cane nero enorme e pieno di peli che giocava sempre con Pallina. Era divertente vedere quel cane enorme e quello minuscolo che caracollavano vicini per il parco.

Quando Luca giocava a pallone con i suoi amici poi era uno spettacolo: Nerone rubava il pallone ai ragazzi e se ne scappava tenendolo ben stretto tra i denti, i ragazzi lo inseguivano, e Pallina correva impazzita per il campo abbaiando come un ossessa. Che scena! Era proprio da registrare.

Quello che loro non vedevano, perchè non potevano, era che Nerone e Pallina in quei momenti non giocavano con i ragazzi ma con le fatine dei cuccioli.

Gli esseri umani non sanno che ci sono le fatine dei cani perchè queste possono essere viste solo dagli animali. Quando sembra che i cani corrono senza meta per il parco in realtà stanno giocando con loro e quando Nerone rubava il pallone e se lo portava via voleva solo darlo alle fatine e giocare con loro e Pallina correva a destra e a sinistra perchè era nella squadra con le altre fatine che cercavano di rubare il pallone a Nerone. .

In genere non appena Luca arrivava Pallina se ne scappava da Nerone e restava con lui fin quando il padroncino non la chiamava per andare via. Chi guardava vedeva solo i due cani che giocavano e non vedevano certamente le creature alate che si divertivano con il gigante e la piccolina.

Un giorno però Pallina non corse quando il padroncino la chiamò. Luca si guardò intorno ma non vide il suo cucciolo, chiamò e richiamò, ma il cane non arrivava. Gli amici di Luca prima e i loro genitori poi si misero tutti in cerca di Pallina ma la cagnolina sembrava sparita. Nerone era accucciato vicino un’aiuola e mentre tutti si agitavano e correvano per il parco come api impazzite, lui li guardava scodinzolando la coda e abbaiando senza però muoversi da dove era.

Ogni tanto sembrava volersi alzare ma poi ricadeva nella stessa posizione abbaiando sempre più furiosamente.

Questo comportamento così anomalo per Nerone che in genere galoppava per il parco non appena c’era gente che correva fu presto notato e le persone si avvicinarono al cane incuriosite. Nerone li guardava avvicinarsi senza muoversi, ogni tanto guardava un ramo dell’aiuola e abbaiava. Non c’era un alito di vento quel giorno eppure l’aiuola si muoveva. Le persone cominciarono a pensare che Nerone volesse indicare qualcosa, forse qualcosa tra i rami.

In effetti era proprio così. Quando tutte le persone furono intorno, la fatina, che volava tra i rami dell’aiuola e perciò la faceva muovere, disse a Nerone di abbaiare e di indicare con il muso il tombino, nascosto dalla siepe, dove era caduta Pallina. E Nerone subito cominciò ad allungarsi, ad abbaiare e a battere la coda.

Nessuno poteva immaginare che la fatina dei cani stava dando ordini precisi a Nerone per far ritrovare Pallina. La piccola creatura alata era dispiaciuta per la cagnolina che per correre da lei era caduta nel tombino. Se non aiutava Nerone con indicazioni precise su cosa fare la cagnolina non sarebbe stata certamente ritrovata, lei era tanto piccolina e il tombino profondo e nascosto.

Luca, subito intuì che il cane voleva indicare probabilmente dove era Pallina e iniziò a frugare nell’aiuola. Dopo di lui tutti iniziarono a fare la stessa cosa, ma non trovarono niente. Nerone era ancora immobile al suo posto, agitato e fremente, guardò di nuovo il ramo e cominciò a trascinarsi lentamente verso un angolo dell’aiuola e strofinare il muso a terra. Luca si lanciò su quel lato e cominciò a togliere foglie e rami secchi finchè non trovò il tombino e guardando bene vide in fondo un batuffolo bianco.

Cominciò a chiamare il suo cagnolino tentando di prenderlo attraverso le sbarre, ma il cane non rispondeva e il suo braccio non riusciva a toccarlo. Il papà del suo amico cercò di alzare il tombino ma inutilmente, poi ebbe un’idea, si tolse la cintura dei pantaloni e ne legò un lato al tombino e l’altro al guinzaglio di Nerone.

Tutti cominciarono a incitare Il cagnone che restava steso e guardava stupito tutta quella gente che urlava e lo incitava a fare qualcosa ma non capiva cosa, poi guardò la fatina e lei gli disse: “Alzati e tira, tira più forte che puoi perchè il tuo amico è in quel buco profondo, ha bisogno del tuo aiuto. Solo se sposterai la grata del tombino lo prenderanno e Pallina si salverà”.

E Nerone tirò e tirò finchè il tombino si mosse e finalmente si spostò. Luca subito prese la sua cagnolina e pianse felice quando vide che non si era fatta niente. Tutti accarezzarono Nerone, il salvatore di Pallina, l’amico fedele, gli dissero quanto era stato bravo, quanto era intelligente, lo abbracciarono, lo baciarono e lui, il gigante buono, lasciò fare, ma non appena la fatina gli disse che l’amica era salva in braccio al suo padrone ricominciò a galoppare per il prato come se niente fosse successo.

La fatina che si dondolava sul ramo della siepe, una volta svolta la sua missione, scrollò le ali e volò via allegra per andare a giocare con le sue amiche e con i cuccioli del parco.



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