Il sogno di Lumumba e la notte delle stelle cadenti

Fiaba pubblicata da: Aleksandra

Marta e Viola erano due piccole fate turchine che insieme alle altre fate vivevano sulla galassia di Cassiopea. Se osservi il cielo boreale, Cassiopea si trova a metà strada tra la costellazione del Cigno e quella di Perseo.

Una volta l’anno tutte le stelle della costellazione di Perseo, cosiddette Perseidi, si precipitano verso la terra, lasciando dietro di loro lunghe scie luminose. Questo accade ogni estate, il dieci di agosto, nella notte di S. Lorenzo, che viene chiamata “la notte delle stelle cadenti”  o “la notte dei desideri”. Bambini, alzate gli occhi verso il cielo in quell’occasione!  Se siete lontani dalle luci della città, con un po’ di fortuna, vedrete anche voi le stelle cadenti. Chiudete subito gli occhi, esprimete un desiderio e aspettate.

 

Le nostre due fatine avevano un compito assai difficile. Dopo la notte di stelle cadenti dovevano raccogliere i più sinceri e nobili desideri degli abitanti della Terra e esaudirli.

Un anno, però, una strana malattia stellare colpì le stelle del raggruppamento Perseo. Loro, a causa di quel male, perdevano la loro coda luminosa. Rischiavano di non essere viste e di conseguenza nessuno avrebbe potuto esprimere i propri desideri. E, per di più, bastava una sola notte per estinguere anche tutte le fate turchine, poiché queste si nutrivano dell’energia dei desideri.

Non ci resta che andare in cerca di un rimedio! Cosa succederà al mondo terrestre, specialmente ai bambini, se tutto a un tratto sparissero sia le stelle cadenti che le fate turchine? In quante fiabe siamo intervenute con la nostra magia!” disse Marta a voce alta  mentre apriva le ali come a formare un ventaglio. Era “la sapientona” della galassia, aveva grandi occhi neri, naso all’insù, e, a differenza di altre fate, portava i capelli raccolti in una lunga coda che cospargeva di polvere di stelle.

Hai ragione, cara, non possiamo stare qua con le ali incrociate ad aspettare!” esclamò Viola, avvolta, invece, nella sua bionda chioma come in uno scialle.

Dobbiamo andare dal pianeta Saturno, che sa sempre tutto. I suoi anelli lo rendono molto saggio” aggiunse Marta.

Cosa aspettiamo allora, lucidiamo le ali e… partenza!”

Una volta giunte vicino all’orbita di Saturno le piccole fate rimasero colpite dalla bellezza degli anelli e dei numerosi satelliti che giravano attorno a quel grande pianeta del sistema solare.

Il vecchio barbuto Saturno, era lì, seduto sulla sua poltrona preferita, fatta di legno di saturnie, una specie di albero che cresceva da quelle parti. Fumava tranquillo la pipa che emanava un freddo fumo viola. Era gentile e disponibile. Con molta calma ascoltò ciò che avevano da dire.

“Non si tratta di una malattia” iniziò Saturno, pipettando “Semplicemente, non si leggono più le fiabe ai bambini come una volta. Non si crede più nell’esistenza delle fate e di tutti gli esseri magici delle fiabe, perciò mancano i desideri più puri, quelli spinti dalla fantasia di un bambino. Ogni qualvolta un bambino smette di credere in voi, immediatamente si spegne anche la coda luminosa di una Perseide. Per salvarvi dalla catastrofe basta un sogno.

“Un sogno!” esclamarono insieme Marta e Viola facendo un salto e sbattendo le ali.

“Si”, rispose Saturno.”Il sogno di un bambino del pianeta Terra, a cui prima di dormire è stata raccontata una fiaba in cui voi e le stelle comete siete protagoniste. Passate prima dal mio satellite Titano, che è un criovulcano, su cui si trovano tanti sassi ghiacciati che hanno il potere di imprigionare i sogni. Prendetene uno e… buona fortuna!”

 

“…Disperata Cenerentola corse in giardino e singhiozzò: “E’ proprio inutile. Non c’è niente da fare!” Ma in quel momento da una nuvola di polvere di stelle uscì …”   Zzzzzzz…zzzzzzz….zzzzzzz… “Buona notte tesoro mio” disse la mamma di Luca. E gli diede un bacio sulla fronte.

 

“Oh, no!” dissero in coro le due fate, sedute sulla soglia della finestra, mangiando nervosamente le unghie e protette dal dono dell’invisibilità.  “Un altro bambino terrestre che si addormenta prima che arrivi la fata turchina! Siamo proprio sfortunate” disse Marta sconsolata.

“Andiamo avanti, ci aspettano ancora tanti paesi e non c’è tempo da perdere”, rispose quindi Viola.

 

“…I due re sognavano da molto tempo di unire i loro Paesi per mezzo del matrimonio dei figli e in questa occasione annunciarono il fidanzamento della principessa Aurora con il principe Filippo. La festa era al culmine quando, scivolando lungo un raggio di sole penetrato nella Sala Grande,comparvero le minuscole figure di tre…”   Zzzzzzz…zzzzzzz…zzzzzzz… “Buona notte mia piccola principessa, continueremo domani”, disse la mamma di Adriana, baciandola sulla guancia.

Accidenti!” Esclamò Viola. “Sto perdendo la pazienza. Anche questa bambina si è addormentata e la sua mamma era appena all’inizio de La bella addormentata. Sono lontani quei tempi quando bambini rimanevano svegli per sentire la fine della fiaba. Ci è rimasto ancora un continente e mancano solo due giorni alla notte di San Lorenzo”.

”Quale continente?” chiese Marta. “Ho perso i conti, che non è da me”.

Africa!”, rispose a quel punto Viola.

“….La gazzella Kimani correva  come un vento, cercando di evitare i cespugli. Non aveva più le forze nelle narici e il Leone Banga era cosi vicino che poteva sentirne il fiato affamato. In quel momento una nube dorata cadde dal cielo come un frutto maturo e da essa usci una donna-gazzella con ali, arco e frecce dorate. Colpì il leone Banga all’orecchio e quello scappò ruggendo. La gazzella Kimani tornò dai suoi piccoli che la aspettavano nascosti sull’altra sponda del fiume  Acai e non si dimenticò mai di quel giorno .”

“Che bella storia mamma” disse quasi sospirando il piccolo Lumumba. “Vorrei sognarla stanotte. Chissà! Forse verrà a trovarmi la donna- gazzella con le ali…”

“Certo che verrà!” disse sorridendo la sua mamma. “Buona notte Amore e che le tutte le stelle del cielo ti tessano una coperta.”

“Ci siamo! Finalmente!” dissero contente le fatine. “Poggiamo il nostro sasso sopra la testolina di Lumumba e prestiamo molta attenzione”.

E quella notte Lumumba sognò come mai prima. Nel sogno diventò lui stesso la donna-gazzella con le ali e andò a salvare tanti altri animali in fuga dai predatori. Sulle spalle portava un mantello fatto di una nube dorata che gli permetteva di spostarsi velocemente. Poi si alzò in volo e andò a visitare le stelle. Entrò in un curioso raggruppamento di stelle a forma di Leone e proprio nel momento in cui stava per scoccare la sua freccia dorata, si svegliò.

Marta e Viola si avviarono verso la costellazione di Perseo col sasso di Titano in cui era stato racchiuso il sogno di Lumumba.

 “Ricordatevi di proteggerlo dai raggi del Sole. Rifuggite il caldo del pianeta Venere e cercate supporto nella parte ghiacciata di Mercurio” risuonavano nelle loro orecchie le parole di Saturno.

Quando finalmente riuscirono a posarsi sulle Perseidi, lanciarono il sassolino ghiacciato nello spazio. Il ghiaccio si sciolse e dal suo cuore uscirono tante frecce dorate.

La notte di stelle cadenti ebbe inizio.

 

Nota: tutti i diritti sulla fiaba sono riservati © Aleksandra Damnjanovic



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