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Festa sul ghiaccio

Fiaba pubblicata da: Manu

Era pieno inverno, il sole era appena sceso e faceva molto freddo.

Un vento gelido soffiava nel piccolo paese e prometteva neve.

Quando il Signor Baffettinis, un gattone dai lunghissimi baffi, giunse a casa i primi fiocchi cominciavano a cadere.

“Ciao caro, ho preparato una profumata zuppa di croccantini per scaldarci” disse la Signora Baffettinis.

Far sedere al tavolo i loro due micetti, Tom e Sam, fu un’impresa difficile perché correvano da una finestra all’altra per ammirare la neve: non l’avevano mai vista!

“Guarda mamma che bei fiocchi di neve cadono nel giardino” esclamò Tom.

“Non spingere!” ribattè Sam che non riusciva a vedere bene.

“Domani giocheremo con le palle di neve” disse Tom.

“No Tom, andremo con le slitte che ha costruito papà” rispose Sam.

La Signora Baffettinis servì l’invitante cena alla sua famigliola e poi mandò a letto i suoi due micetti perché ormai era tardi.

Al risveglio i prati erano tutti coperti dal bianco manto della neve.

Il Signor Rossopelo, un gatto del quartiere dal pelo foltissimo, stava passando di casa in casa per annunciare che, poiché era scesa molta neve, voleva organizzare per la sera una festa sul laghetto ghiacciato.

La notizia fu accolta con molto entusiasmo da tutti i vicini.

Nel pomeriggio iniziarono a fervere i preparativi: gatti affaccendati andavano e venivano per le strade con ceste colme di cibo.

“Mi raccomando, bambini – disse la Signora Baffettinis – dobbiamo aiutare ad allestire la festa”.

“Mamma, mamma, posso andare con Tom a prendere le lucciole per illuminare il laghetto?” chiese Sam.

“Sì, ma mi raccomando, tieni per la zampetta Tom che è più grande perché la neve è alta e potresti sprofondare!” rispose la Signora Beffettinis.

“Va bene mamma, gli starò sempre vicino” terminò Sam.

Giocando con la neve e ricorrendosi con le slitte, i due micetti arrivarono di fianco al ruscello del paese dove le lucciole all’imbrunire accendevano il loro magico lumino.

Tom riuscì a prenderne un numero maggiore perché Sam si distraeva facilmente osservando gli innumerevoli pesciolini rossi che nuotavano nel ruscello.

“Guarda Tom com’è grosso quel pesce rosso!” esclamò Sam e non passò neanche un attimo che scivolò nel ruscello.

Aiuto! Fortunatamente il fratello trovò un bastone al quale Sam si afferrò e con un balzo si mise in salvo.

Tutto il pelo era bagnato! Che cosa avrebbe detto alla mamma?

Probabilmente lo avrebbe sculacciato e messo in castigo!

Con aria colpevole i due micetti tornarono a casa con le lucciole racchiuse in un barattolo di vetro.

Fortunatamente la mamma era impegnata a infornare la torta di crocchette e bocconcini di carne da portare alla festa e non si accorse che Sam era sgattaiolato vicino allo scoppiettante caminetto di casa per asciugarsi.

Ormai il buio faceva da padrone e un serpentone di gatti ben vestiti cominciò a incamminarsi verso il laghetto.

Ogni cosa era pronta: il laghetto ghiacciato sembrava un palcoscenico lunare.

Erano stati appoggiati i cesti con il cibo su alcuni tronchi sdraiati a terra e disposti intorno al laghetto.

Il Signor Rossopelo pensò alla musica.

Aveva recuperato in una polverosa cantina una vecchia radio che aveva aggiustato per l’occasione.

Le lucciole come piccole lucerne creavano un paesaggio mozzafiato.

Coppie di gatti cominciarono a scivolare leggeri sul ghiaccio stretti in un caldo abbraccio.

I micetti rotearono sulla pista come trottole intrecciando le loro code. Che divertimento!

La festa riuscì benissimo.

La Signora e il Signor Baffettinis ballarono tantissimo e furono molto contenti perchè i loro micetti quella sera si erano comportati bene.

Non seppero mai che Sam era scivolato nel ruscello!

Gli spuntini, i brindisi e le danze continuarono fino a notte inoltrata.

Poi le campane della chiesa del paese suonarono la mezzanotte e i gatti cominciarono a salutare per tornare a casa.

Il laghetto lentamente si spopolò e il silenzio cadde sul paese mentre una meravigliosa luna sorrideva alle stelle.

Nella notte caddero tanti fiocchi di neve ma tutti ormai erano profondamente addormentati.



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