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Enrichetta e il profumo di lavanda

Fiaba pubblicata da: Paola Baldini

In una casetta vicino al lago viveva una famigliola felice: papà. mamma ed Enrichetta, una bellissima bambina di sei anni. Beh! In realtà la famigliola non era proprio felice perché Enrichetta era una bambina terribile, nervosa e agitata. Ogni giorno i suoi capricci e le sue urla, quando voleva qualcosa, facevano tappare le orecchie a tutte le persone che le stavano vicino. Era capace di battere i piedi a terra, diventare furibonda, scagliare oggetti, solo perché la sua mamma non riusciva sempre ad accontentarla.

I suoi genitori, nonostante tutto, la adoravano e si dicevano:

– Cambierà, crescerà, si calmerà. Ma gli anni passavano e nulla sembrava cambiare.

I due poveretti erano davvero disperati perché ormai non sapevano più cosa fare con lei. Le avevano provate tutte, ma nulla era riuscito a far diventare Enrichetta una brava e tranquilla bambina.

– Domani è il suo compleanno – disse una mattina la mamma – Cosa facciamo, le compriamo un regalo?

– Un regalo? – disse il papà avvilito-ma non abbiamo soldi e poi lo sai che qualunque cosa facciamo, Enrichetta non fa che urlare. Se le compriamo una bambola, ne vuole due; se le prendiamo una palla rossa, la vuole verde…non è mai contenta e si arrabbia per ogni cosa!

– Hai ragione – commentò la mamma, ancora più avvilita e impotente di lui. La donna chiuse gli occhi e in cuor suo espresse un desiderio…

– Fatina, fatina, aiuta tu la mia bambina!

La mattina dopo Enrichetta stava, come sempre urlando nella sua cameretta perché aveva chiesto una tazza di cioccolata per la colazione e non il latte che la mamma le aveva preparato. In preda ad una crisi violenta, era uscita, aveva raggiunto la sponda del laghetto davanti alla casa e aveva scagliato la tazza nelle azzurre acque tranquille.

– Ahi!

Enrichetta rimase di stucco. Prese un sasso e, urlando, scagliò anche quello.

– Ahi! Ahi!

Un altro sasso…un nuovo urlo della bambina

E ancora la voce misteriosa:

– Ahi ahi ahi!!! Che male!!!! Bastaaaaaaaaaa!!!!!!!

– Ma chi é? -La bambina cominciava a spaventarsi. – Chi parla?

In quel momento un bellissimo cigno con le ali d’argento fece capolino dall’acqua.

-Ah, sei tu, dovevo immaginarlo- disse mentre cercava di togliersi dalle piume i piccoli cocci della tazza, rimasti impigliati – guarda cosa hai combinato alle mie povere ali, per poco non mi ferivi gravemente, sei forse impazzita?

Enrichetta non credeva ai suoi occhi, non aveva mai visto cigni nel laghetto, e poi sicuramente mai così belli! Ne rimase talmente affascinata che smise di urlare.

– Beh, non dici niente? Tu sei la bambina della casetta, vero? Quella che urla sempre e mi disturba ogni volta che vorrei schiacciare un pisolino.

La bambina non riusciva a spiaccicare neppure una parola. Era ferma con la bocca aperta, pietrificata dalla meraviglia.

– E non restare così impalata come un carciofo! Aiutami a togliere questi cocci taglienti dalle mie piume! E poi, almeno potresti chiedere scusa, non credi?- Aggiunse il magnifico animale con aria offesa.

– Ma io…Non credevo che…Io non so…

Il cigno guardò la bambina e provò per lei un po’ di compassione perché vide solo una povera piccola infelice, condannata ad essere sola per sempre a causa di un un brutto carattere e di un grande egoismo. Prese allora la sua decisione, anche perché il giorno prima era stato testimone di un’accorata preghiera.

– Senti bambina, so che oggi è il tuo compleanno e voglio farti un dono. Aspetta!

Scomparve in fondo al lago. Enrichetta aspettò e aspettò e aspettò… d’improvviso il bellissimo animale ricomparve, tossendo e sputacchiando.

– Ah, non ho più l’età per fare queste immersioni! Beh, comunque eccomi qua, vedi questa boccettina?- disse mostrando una piccola bottiglietta d’argento che sembrava contenesse uno strano liquido violetto.

– Cos’è? – Chiese la bambina sempre più stupita.

– E’ profumo di lavanda. La tua mamma la coltiva anche nel giardino. Se tu non avessi sprecato tutta la tua vita ad urlare, forse la riconosceresti, almeno dal colore- aggiunse guardando Enrichetta con aria di rimprovero.

La bambina non capiva. il cigno continuò: -La prossima volta che avrai voglia di urlare o di rispondere male ai tuoi genitori, spruzza un po’ di profumo di lavanda e vedrai che ti aiuterà.

Dette queste parole il bellissimo cigno si immerse nelle profonde acque.

Enrichetta non aveva capito bene, ma prese comunque la bottiglietta e si avviò verso la porta di casa. Nella piccola cucina trovò la mamma e la osservò mentre si affannava per prepararle, con i pochi ingredienti a disposizione, una bella torta di compleanno.

Enrichetta si sentì stringere il cuore per l’amore e la dedizione che la donna aveva sempre dimostrato per lei, nonostante tutti i dispiaceri che le aveva sempre dato. Guardò la bottiglietta d’argento che custodiva nelle mani, poi guardò la sua mamma, riguardò la bottiglietta e poi ancora la mamma…e fu in quel momento che qualcosa nel suo cuore cambiò. E capì, finalmente capì.

Corse fuori.

– Cigno! Signor Cigno! Signor Cigno, dove sei? Vieni da me, ti prego, voglio parlarti! Ma nessun cigno venne fuori dall’acqua.

La bambina era disperata.

– Signor Cigno, vieni, volevo dirti che ho capito! Non mi serve la bottiglietta! Riprendila, riprendila! Ho capito…ho capito!

All’improvviso le sembrò di intravedere tra le piante che circondavano l’acqua, una figura. Una figura leggera, bellissima, con due ali che spuntavano delicatamente da una lunga veste d’argento…sembrava una fata…o forse lo era! Enrichetta non lo seppe mai. Guardò di nuovo la bottiglietta tra le mani e solo allora si accorse che era completamente vuota.

Comprese che non aveva mai contenuto nulla perché a lei non sarebbe servito niente altro che l’amore dei suoi genitori per diventare una brava bambina.

Cominciò a sorridere e ancora sorrideva mentre entrava in casa per aiutare la mamma a preparare la torta per il suo compleanno.

La mamma la guardò con occhi diversi senza nemmeno accorgersi del battito d’ali fuori alla finestra.



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