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Celestino Mingherlino e il ritorno dei Verdastri

Fiaba pubblicata da: Martina Vecchi

È un’afosa mattina di giugno.

Una primavera capricciosa sta infastidendo gli abitanti del paese e del bosco con scrosci di acquazzoni e pioggerelle antipatiche.

Il tipico profumo di erba e foglie bagnate sembra non esistere più, al suo posto un caldiccio umido e malato che si appiccica addosso e fa sudare tanto costringe tutti a rimanersene nelle proprie casette con le persiane socchiuse, cercando di acchiappare un po’ di fresco nella penombra.

Questo clima non fa certo bene al povero Celestino Mingherlino che, malgrado la salute di ferro e l’incrollabile ottimismo, soffre di reumatismi da umido.

I Reumatismi da Umido sono terribilmente fastidiosi: si comincia a tremolare, le ginocchia fanno giacomo giacomo, viene male a tutte le ossa, e non c’è verso: bisogna distendersi e farsi dei bei massaggi.

Celestino è stato appunto colto da uno di questi attacchi nel bel mezzo di una delle sue solite passeggiate distensive nel verde.

Si era alzato molto presto come tutte le mattine, per godersi l’alba e preparare una ricca colazione a base di marmellata (quella fatta da lui, la più buona), biscotti della signora Cloe (la vicina, un’ottima pasticciera) e una tazza di cioccolata fumante con panna.

Proprio quando Celestino stava meditando di recarsi al mercato, era stato colto da un improvviso, acuto dolore alle gambe. Si era dovuto sedere su un cuscino d’erba ai piedi di un enorme abete, e aspettare che il tormento si placasse. Dopodiché si era alzato a fatica e, malsicuro, si era trascinato fino alla sua casetta.

Ed eccolo qui, i piedi a bagno nell’acqua tiepida, mentre si fa aria con un ventaglietto cinese e tiene gli occhi socchiusi. I gatti arrivano subito a fargli compagnia, e il canarino canticchia timidamente, per rallegrare questo difficile momento.

Dopo il pediluvio, Celestino sente bussare alla porta.

-È permesso?… Celestino?- una voce musicale.

Ma è la signora Cloe, la vicina!

-Oh buongiorno, Cloe- la saluta Celestino, sofferente – scusi, eh, ma vede le mie condizioni.. La prego, venga dentro..-

-I soliti reumatismi, vero? Sono venuta apposta per portarle un rimedio!-

-Un rimedio? Di cosa si tratta?-

-Crema Verdina!-

-E cosa sarebbe?-

-Un unguento speciale…. È una crema balsamica ottima per i Reumatismi da Umido come i suoi, Celestino!-

Celestino Mingherlino, a dire il vero, non è molto convinto. Con tutte le creme e cremine e pomate che si fa dare in farmacia non riesce mai a risolvere nulla, una delusione dopo l’altra, i reumatismi compaiono puntualmente al primo cambiamento di tempo! Non vuole scontentare la signora Cloe, però, sempre così gentile, sembra proprio entusiasta di questo prodotto.

“E va bè, lo proverò…” pensa Celestino “Male che vada, sarà l’ennesimo buco nell’acqua…”

-Grazie sa, signora Cloe, lei mi aiuta molto, ne metto subito un pochino…-

-Sì sì, dia retta a me, la provi, Celestino, vedrà che portento! Fa miracoli! La mia povera nonna la usava sempre per i suoi dolori alle caviglie…. Le appoggio il vasetto qui, e la lascio ai suoi massaggi!-

Celestino prende il vasetto. Lo osserva: è simile a un vaso per la marmellata, ma decisamente più piccolo. Al suo interno, una crema densa e verdina. Celestino svita il barattolo e annusa. Che profumo inebriante, fresco e….. silvestre. Prende po’ di prodotto e lo applica prima sulla gamba destra. Fa un lento massaggio circolare. La crema è fredda, ma non unta. Dopo una lunga serie di massaggi a entrambe le gambe, Celestino è sbalordito: il dolore è scomparso! Le gambe sono fresche e leggere, i piedi non formicolano più!

Celestino si alza dalla poltrona e prova a fare due o tre passi per la stanza, qualche saltello, una giravolta.

Incredibile!

Immediatamente Celestino si veste e corre a bussare alla porta della signora Cloe, impaziente di raccogliere maggiori informazioni su quella crema miracolosa.

La casina della signora Cloe è attigua a quella di Celestino, ed è morbidamente lilla.

Alle finestre occhieggiano vasi di ciclamini profumati, e uno zerbino accoglie gli ospiti con la scritta “Benvenuti”.

Celestino bussa, e la signora Cloe si affretta ad aprire, indaffarata nel suo grembiule lilla a ultimare una torta fredda allo yogurt.

Davanti a una dolce merenda la signora Cloe si lancia in un’animata spiegazione.

-Cosa le avevo detto? Quella crema è POR- TEN- TO- SA!-

-Infatti, signora Cloe, infatti!- esulta Celestino-

Davanti a una dolce merenda la signora Cloe si lancia in un’animata spiegazione.

– Vede Celestino, la Crema Verdina ha origini molto antiche, è uno dei vecchi rimedi della nonna per far passare tutti i mali. Nessuno ha però mai saputo come si faccia a prepararla: è un segreto segretissimo, custodito gelosamente dal popolo dei Verdini che forse lei non conosce. Vivono tra le Montagne Verdone e sono speciali, degli omini e delle donnine dal cuore grande così- dice Cloe, allargando le braccia e riprendendo fiato – E non solo: ci sono delle terme bellissime e molto rinomate  proprio lì vicino, sul Monte Verdato, dove ogni anno tanti come lei vanno a farsi curare con questa crema. Fanno degli ottimi massaggi. Ci deve andare assolutamente, Celestino! Vedrà, tornerà rigenerato! –

****

Il lungo pomeriggio di chiacchiere si conclude con un sacco di buoni propositi da parte di Celestino.

Perché non seguire il consiglio della signora Cloe e andare alle terme?

Già a partire dall’indomani Celestino Mingherlino comincia a organizzare l’escursione sulle Montagne Verdone e la permanenza presso le famose Terme.

Le Terme sono situate in una bellissima posizione sul Monte Verdato; la struttura è grande e luminosa, rinnovata da poco: offre tantissime cure, e anche i percorsi salute.

Pare che chi torna dalle Terme è come rinato, i Verdini fanno miracoli! E sono omini così generosi e ospitali! C’è anche una tavola calda accogliente annessa alle Terme, presso cui ristorarsi tra un’escursione e l’altra!.

La partenza è fissata per la settimana successiva: Celestino si è unito a un gruppo organizzato di circa quindici persone che, come lui, hanno problemi vari di salute.

C’è un trenino delizioso che parte dal paese e fa un lungo giro tutt’intorno alle Montagne Verdone per giungere direttamente di fronte alle Terme, sul Monte Verdato.

Finalmente il tanto atteso giorno arriva. Il ritrovo è giù in paese, alla fermata dei pullman.

Celestino arriva prestissimo, con la sua valigiona. È il primo, e si siede su una panchina pregustando la sua settimana di relax.

Intanto il gruppo si fa sempre più numeroso e, una volta saliti sul pullman, la vettura parte verso le Montagne Verdone.

“Che panorama sublime”, pensa tra sé e sé Celestino, soddisfatto. Ed è talmente soddisfatto che rimane col naso incollato al vetro ad ammirare la natura lì fuori, anziché fare come i suoi compagni di gita, sprofondati in un sonno da pullman.

L’accoglienza alle Terme è oltremodo calorosa. Appena scesi dal pullman, vengono tutti ricevuti dalla direttrice delle Terme Verdine e dell’Hotel Verdesogno, la signora Verde Speranza.

A quell’altezza fa piuttosto freddo, anche perché è mattina presto, perciò subito tutti nell’atrio dell’albergo, comodamente seduti su sofà e poltrone, a sorseggiare sidro, tè, latte caldo, idromele, e a gustare la famosa Torta Pistacchiosa, una morbida prelibatezza tipica di quei luoghi. Ogni ospite viene accompagnato nella sua stanza personale.

Celestino Mingherlino è entusiasta: la sua stanza è all’ultimo piano dell’hotel, è ampia e luminosa, ci sono un gran lettone comodo, una scrivania, due comodini e un’enorme finestra che affaccia sui cocuzzoli innevati.

“Sembra il paradiso”, pensa Celestino, incantato.

Il popolo dei Verdini è pacifico e generoso: vivono tra le Montagne Verdone da molti secoli, si tratta di antiche genti sagge che conoscono tutti i segreti delle piante medicinali e della buona cucina. Sono omini piccini e verdi ma, malgrado il colorito, godono di ottima salute. Lavorano instancabilmente da mane a sera alle Terme, o all’Hotel, o nelle varie botteghe per la preparazione dei medicamenti.

Hanno dovuto sgominare il temibile popolo dei Verdastri, loschi figuri decisi a insediarsi tra i monti per impadronirsi del segreto della Crema Verdina e avere il Primato di produzione. Da tempo però non ci sono più minacce, i Verdastri sono misteriosamente scomparsi e il popolo dei Verdini può condurre in pace un’esistenza tranquilla.

L’indomani è giorno di terme.

Le Terme Verdine hanno sede in un magnifico edificio, imponente e fiero, che si erge tra i picchi delle montagne Verdone, sul Monte Verdato.

Celestino è accolto da una Segretaria Verdina che controlla subito il suo nome, e gli consegna il programma della giornata.

L’omino è molto colpito dall’organizzazione impeccabile di questi Verdini e, seguendo la guida allegata al programma, si reca subito alla Vasca Tiepidosa, per cominciare la giornata con un bagno rilassante.

C’è un bel silenzio nella piscina costellata di varie vasche, ognuna occupata da un paziente. Tra i vapori dell’acqua calda, Celestino riconosce il signor Cuccoli, suo paesano, che nel frattempo si è addormentato.

Ed eccoci finalmente al momento del famoso trattamento con la Crema Verdina.

Tre Infermiere Verdine accolgono Celestino con un sorriso, e lo conducono dal Dottor Verdetto, che lo visita e lo fa accomodare sul lettino per il massaggio.

Le tre infermiere si presentano subito:

– Io sono Verde-

– Io Verena-

– Io Verdiana-

Celestino si sdraia, avvolto in una tunica di lino, fresca e profumata.

Le Infermiere Verdine aprono i famosi vasetti di Crema Verdina, dai quali si sprigiona un profumo penetrante e balsamico, ormai noto a Celestino.

Tutto impomatato e massaggiato, si appisola pacifico e soddisfatto, con le caviglie sgonfie, i piedi leggeri, le ossa non più doloranti.

L’ultimo giorno di Terme Verdine è arrivato: il popolo dei Verdini organizza una grande cerimonia di Congedo per gli ospiti in procinto di partire.

Un grande rinfresco viene organizzato nell’Hotel Verdesogno: tavoli imbanditi, Musica Verdina, anche il famoso soprano Verderame.

Celestino sale a coricarsi che è quasi mezzanotte!

****

L’indomani, dopo un’abbondante colazione, i Verdini offrono a ciascun ospite un cestino colmo di prodotti tipici, la Torta Pistacchiosa, il Vino Verdotto, e naturalmente la Crema Verdina.

Una musica allegra accompagna la partenza del pullman a valle.

La vettura parte a tutta velocità alla volta del paese.

Celestino ammira lo splendido panorama montano, la neve, le Terme Verdine e l’Hotel Verdesogno che diventano puntolini lontani, e a poco a poco comincia a sentire le palpebre pesanti, ma non ha sonno. Prova a rilassarsi sul sedile, allunga i piedi, reclina la testa. Ma il sonno non arriva.

Un torpore diffuso lo pervade. Sente le braccia e le gambe pesanti.

“Qualcosa non va” pensa. Si guarda intorno, e gli sembra di notare che anche gli altri passeggeri non stanno molto bene: come lui, sembrano sul punto di addormentarsi ma non ci riescono.

Celestino sente improvvisamente molto freddo. Rabbrividisce. Comincia a tremare e a battere i denti.

Le mani e le punte delle orecchie si fanno calde.

Gli occhi diventano lucidi.

“Ho la febbre” pensa. “Ma cosa mi succede?”

Il signor Cuccoli è seduto poco più avanti ed è anch’egli tremebondo. Celestino vede che si tira su la zip del giaccone fin quasi sul naso.

I passeggeri si guardano tra di loro, sconcertati, e si accorgono di avere tutti la febbre.

– Signor autista, si fermi, per favore signor autista!-

Esclama qualcuno.

Celestino Mingherlino prende il coraggio a due mani e, pur fiaccato dalla febbre alta, si trascina fino all’abitacolo dell’autista, il signor Geronimo, l’unico sano.

Celestino espone il problema. Si chiama subito l’ambulanza dal telefono della locanda più vicina e, siccome non si è ancora usciti dalla giurisdizione delle Montagne Verdone, arrivano i Soccorsi Verdini. Cinque  grandi Furgoni Ospedalieri caricano i  turisti sofferenti e si dirigono verso l’Ospedale Verdechiaro.

Il famoso dottor Verdetto, che Celestino già aveva conosciuto alle Terme, dichiara un’inequivocabile torpore da Avvelenamento Verde.

-Tutti i pazienti avvelenati?!- esclama sbalordita la signora Verde Speranza, proprietaria di terme e hotel, non appena lo viene a sapere. È disperata, non sa che pesci pigliare:- Ma com’è possibile? Mai era accaduto nulla di simile! È una tragedia, e me ne sento responsabile!-

La signora è scossa da violenti singhiozzi, si accascia su una sedia, non smette di piangere.

-Purtroppo è mio dovere informare le Verdi Autorità, andrà fatto un sopralluogo e saranno analizzati tutti i cibi della cucina, i prodotti delle terme, anche l’Ufficio Igiene Verde dovrà intervenire- affermò il dottor Verdetto, dispiaciuto.

-Ci denunceranno tutti…- mormora la signora Verde Speranza, continuando a singhiozzare-finirò in prigione!-

-Suvvia signora, non dica sciocchezze- cerca di rassicurarla Verdetto- vedrà che troveremo una spiegazione a questo inconveniente!-

-Inconveniente??? Venticinque ospiti avvelenati, e lei lo chiama inconveniente? La mia struttura è responsabile di venticinque vite, mi denunceranno, oh cielo, oh povera me!-

-Via via, signora Verde Speranza…- dice Verdetto, imbarazzato.

****

Le Verdi Autorità mettono a soqquadro terme e albergo, sotto il naso della povera signora Verde Speranza che rimane impotente a guardare.

I cibi serviti vengono fatti analizzare, ma non si trova nulla.

Allora viene prelevato un campione di Crema Verdina, e questa volta il risultato è positivo.

L’unguento è stato adulterato con una sostanza Velenifera Sonnacchiona, responsabile di torpore e febbre alta.

Immediatamente tutti i vasetti vengono ritirati, e i locali termali dichiarati sotto sequestro.

La signora Verde Speranza è stata sospesa dalla sua attività di direttrice. È disperata.

Celestino Mingherlino non ci vede chiaro. È convinto che la poverina non c’entri nulla, né del resto i suoi collaboratori.

Tutti i Verdini vengono lungamente interrogati, soprattutto quelli preposti alla preparazione della crema. Le Verdi Autorità rilasciano alcune dichiarazioni alla Stampa Verdina:- Purtroppo dobbiamo confermare lo stato di allarme. L’episodio che si è appena verificato è noto a noi tutti, purtroppo. Vivido è ancora nella memoria di tutti i Verdini il temibile attacco dei Verdastri, anche se avvenuto moltissimi anni or sono.

È necessario prendere subito dei provvedimenti organizzativi per prevenire eventuali attacchi e setacciare tutta la zona. I miei uomini sono preparati e addestrati, anche se mai, da allora era stato necessario il nostro intervento. Ora, ahimé, tutto è chiaro. I Verdastri sono tornati-

Il terrore dilaga tra le Montagne Verdone. Tutti i Verdini si barricano nelle loro casette, temendo incursioni improvvise dei Verdastri.

Le Verdi Autorità ribadiscono lo Stato di Massima Allerta.

Nel frattempo i poveri ospiti ricoverati in ospedale si stanno rimettendo, con un po’ di riposo e tanta acqua zuccherata.

Che brutta esperienza è stata, per tutti loro!

Dopo tre giorni di cure intensive tutti vorrebbero tornare a casa al sicuro, non appena il dottor Verdetto conclude il giro di visite di controllo, ogni gitante risale in fretta sul pullman. Al povero autista, l’unico sano (non aveva soggiornato alle terme) viene offerto vitto e alloggio presso una locanda in una località vicina, scampata all’attacco dei Verdastri.

Celestino, animato dalla curiosità e dal ferreo senso di giustizia che lo contraddistingue, decide di rimanere per vederci più chiaro, e dare una mano, come può, ai poveri Verdini spaventati.

Perciò, centellinando i soldini avanzati dal soggiorno termale, prende la stanza più piccola presso lo stesso Hotel Verdesogno, la meno costosa.

– Signor Mingherlino, cosa dirle, per me sarà un onore e un piacere averla ancora nostro ospite. Da parte sua è un grande atto di generosità e coraggio. Purtroppo non potrò esserle molto utile come direttrice poiché, come lei ben sa, mi hanno sospesa…- mormora tristemente la signora Verde Speranza, sempre sull’orlo delle lacrime.

– Forza e coraggio, signora, vedrà che, con il prezioso aiuto delle Verdi Autorità, staneremo i Verdastri che si aggirano per le montagne e li cacceremo da dove sono arrivati!-

Celestino ha un piano: fare da esca per i Verdastri.

– Io sarò un ospite con un particolare sprezzo del pericolo, mi farò notare sia alle Terme che all’Hotel e vedrete che, se ci sono dei Verdastri nascosti nei dintorni, non esiteranno a tendermi una delle loro trappole!-

Il Comandante Verdacchio è colpito dalla lucidità e dall’ingegno di Celestino. Mai prima d’ora era stata offerta alle forze dell’ordine una così preziosa collaborazione.

Bene, il piano è organizzato, bisogna solo metterlo in pratica.

Nottetempo, prima di coricarsi, Celestino Mingherlino chiede che gli vengano portati una brocca d’acqua e un bicchiere, per il risveglio del mattino. Spegne la luce e si sistema al calduccio sotto le coperte, fingendo di dormire.

In realtà Celestino si è bevuto tanto caffè per rimanere sveglio, sperando di sorprendere un Verdastro in flagrante.

Ma nulla.

A mezzanotte passata, Celestino comincia a pensare che sia tutto inutile, e i Verdastri introvabili, e pensa di addormentarsi sul serio.

Verso l’una, però, un rumore quasi impercettibile, un leggero scalpiccio, poi un fruscio, poi il lieve cigolare della porta. Lievissimo.

“Sono loro!” pensa Celestino “Ma com’è possibile? Ma certo, avranno manomesso la serratura!”.

Due agenti scelti del comandante Verdacchio sono appostati sul terrazzo, pronti a intervenire da un momento all’altro.

Celestino continua a fingere di dormire. Un individuo silenzioso si avvicina al letto di Celestino, a passo felpato. Tira fuori una fialetta contenente un Liquido Verdastro. L’indistinta figura fa per versare il contenuto nella caraffa di Celestino quando:

– Aha! Ti ho beccato, Verdastro! – con una mossa fulminea Celestino accende la luce. La stanza si illumina a giorno. I due agenti balzano dentro e agguantano la verdastra figuretta del nemico. Un essere tozzo e verdognolo, di un verde malaticcio, li guarda con aria truce. In mano ha ancora la fialetta piena.

– Volevi farmela, eh? Marrano!- grida Celestino, trionfante.

– Sei in arresto, lurido Verdastro!- dichiara uno dei due agenti.

– Ah sei tu, Vetriolo! Ti riconosco, ribaldo!-  esclama il comandante Verdacchio, invelenito.

Il Verdsatro Vetriolo abbassa lo sguardo acquoso e mugugna in maniera indistinta.

È una vecchia conoscenza dei poveri Verdini: lo stesso che, molti anni prima, giovane ma altrettanto brutto e verdastro, si era messo a capo degli usurpatori. Avevano sollevato un putiferio, e messo a ferro e fuoco il Monte Verdato. Ormai alle strette, il Verdastro Vetriolo confessa i nomi dei suoi complici e i loro nascondigli.

Una retata consente alle Verdi Autorità di arrestare i delinquenti e di spedirli in una prigione lontana, il Verdissimo Carcere, quello per la detenzione dei criminali più pericolosi.

L’avidità mai sopita dei Verdastri li aveva spinti ancora una volta a cercare di impadronirsi della ricetta segreta della Crema Verdina, per poter spodestare i Verdini e diventare produttori mondiali.

Inutile dire che per i Verdini è festa grande.

Celestino viene accolto dalla folla esultante e schiamazzante nella piazza del paese, e acclamato e salutato come Eroe degli Eroi Verdini. Gli vengono consegnate le chiavi del paese e gli sarà dedicata addirittura una statua. La Stampa Verdina lo vuole intervistare, i quotidiani locali gli dedicano articoli a piene colonne, le sue foto compaiono ovunque, si parla di lui al Notiziario Verdino.

La signora Verde Speranza, commossa, gli fa dono di una scorta enorme di Crema Verdina, e di un abbonamento annuale alle terme, e dieci soggiorni all’Hotel Verdesogno.

Celestino è confuso: -Grazie, grazie, ma non dovevate…- Tutti i Verdini lo salutano sventolando fazzoletti verdi, e lo caricano di prelibatezze verdine: la Crostata Pistacchiosa, il Vino Verdullo, il Sidro di Mele Verdissime.

Celestino si gode il ritorno a casa: ciò che più lo rende felice è sapere di essere stato utile anzi, di aver contribuito all’arresto dei Verdastri, quei manigoldi.

“Ora i Verdini sono al sicuro tra le loro Montagne Verdone” pensa, felice.

Alla fermata dei pullman la signora Cloe indossa un grande cappello di paglia per ripararsi dal sole.

È in trepidazione, perché spera di carpire a Celestino Mingherlino la ricetta segreta della famosa Crema Verdina.

-E… E… Allora? La Crema Verdina?…La ricetta?…- chiede la signora Cloe, stordita e confusa dal resoconto dei fatti, ma non meno curiosa.

-La ricetta? Ah, be’ è un segreto…- risponde Celestino, strizzando l’occhio.



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