canto-natale

Canto di Natale // Audio fiaba

Fiaba pubblicata da: La nave di Clo

“Marley, prima di tutto, era morto. Niente dubbio su questo. Il registro mortuario portava le firme del prete, del chierico, dell’appaltatore delle pompe funebri e della persona che aveva guidato il mortoro. Scrooge vi aveva apposto la sua: e il nome di Scrooge, su qualunque fogliaccio fosse scritto, valeva tant’oro…”

Il testo completo.

tratto da Cantico di Natale di Charles Dickens a cura di Federigo Verdinois Ulrico Hoepli, 1888.

Segnalazione di “La Nave di Clo“.

Clicca su “Leggi tutto” per proseguire.

Canto di Natale – strofa I  – Lo spettro di Marley

Marley, prima di tutto, era morto. Niente dubbio su questo. Il registro mortuario portava le firme del prete, del chierico, dell’appaltatore delle pompe funebri e della persona che aveva guidato il mortoro. Scrooge vi aveva apposto la sua: e il nome di Scrooge, su qualunque fogliaccio fosse scritto, valeva tant’oro. Il vecchio Marley era proprio morto per quanto è morto, come diciamo noi, un chiodo di porta…

Canto di Natale – strofa II – Il primo dei tre spiriti

Quando Scrooge si destò, era così fitto il buio, che guardando dal letto, ei distingueva appena la finestra trasparente dalle pareti opache della camera. Ficcava nelle tenebre i suoi occhi da furetto, quando all’orologio di una chiesa vicina suonarono i quattro quarti. Scrooge stette in ascolto per sentir l’ora…

Canto di Natale – strofa III – Il secondo dei tre spiriti

Destato nel pieno di un russo prodigiosamente fragoroso e sorgendo a sedere nel mezzo del letto per raccogliere i suoi pensieri, Scrooge non ebbe bisogno di sentirsi dire che il tocco stava per suonare da capo. Sentiva di esser tornato in sé al momento preciso per abboccarsi col secondo messo mandatogli per mezzo di Giacobbe Marley. Se non che, per un molesto ribrezzo che lo pigliò pensando a quale delle cortine il novello Spirito si sarebbe affacciato, le aprì tutte con le proprie mani; poi, rimettendosi a giacere, stette tutto vigile a guardare intorno. Voleva subito affrontar lo Spirito e non già spiritar dalla sorpresa…

Canto di Natale – strofa IV – L’ultimo degli spiriti

Lento, grave, silenzioso, s’accostò il fantasma. Scrooge, in vederselo davanti, cadde in ginocchio, perché in verità questo degli Spiriti era circonfuso di ombra e di mistero. Un nero paludamento lo avvolgeva tutto, nascondendogli il capo, la faccia, ogni forma: solo una mano distesa sporgeva. Senza di ciò, sarebbe stato difficile discernere la cupa figura dalla notte, separarla dalle tenebre che la stringevano.

Canto di Natale – strofa V – La fine della storia

Sì! e quella colonna di letto era la sua. Suo il letto, sua la camera. Meglio ancora, meglio d’ogni cosa, era suo il tempo che aveva davanti, suo, per emendarsi! – Vivrò nel Passato, nel Presente e nel Futuro! – ripetè Scrooge, sgusciando fuori del letto. – I tre Spiriti mi parleranno dentro. O Giacobbe Marley! Benedetto sia il cielo e il giorno di Natale! Lo dico in ginocchio, mio vecchio Giacobbe; in ginocchio…

 

Il testo completo.

 

Edizione Libro parlato: 22 dicembre 2006
a cura di: Marco Calvo, Silvia Cecchini, Vittorio Volpi
Fonte Progetto Manuzio http://www.liberliber.it
Creative Commons Attribuzione  Non commerciale



Contenuti suggeriti: