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Normalità

La normalità è noiosa si sa è qualcosa che si ripete senza novità, ogni giorno sempre uguale ma così proprio non vale!   Non c’è mai una sorpresa in questo modo la vita pesa. Quando… Normalità

Lo sbadiglio

Sarà fame sarà contagio oppur stanchezza o noia non son ragli d’ asino ne suoni di pavoni sembran più suoni di gran grancasse fan facce da smorfie di un cane affamato sarà forse sonno arretrato… Lo sbadiglio

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Racconto noioso

Questa è la storia di un racconto noioso che nessuno riusciva a leggere fino alla fine.

Dopo le prime righe cominciavano tutti a sbadigliare e richiudevano il libro.

Il povero racconto era davvero triste perché si sentiva solo e abbandonato, e privo di utilità.

La situazione peggiorò nel momento in cui il libro venne relegato nello scantinato della biblioteca, allora sì che si scordarono tutti del racconto noioso. Sparì dagli scaffali e dai cataloghi, tanto non lo leggeva nessuno, e il libro finì per coprirsi di una fitta coltre di polvere.

Racconto noioso

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Storia del pesce fuor d’acqua

Un pesciolino, stanco di vivere nel mare, guizzò fuori per vedere com’era il mondo sulla terraferma.

Si guardò intorno, vide una tranquilla spiaggetta, e concluse che si poteva fare.

Il pesciolino fuor d’acqua decise di farsi un giretto al Luna Park, aveva proprio voglia di divertirsi.

Intanto negli abissi si chiedevano tutti che fine avesse fatto Alfredo (questo era il nome del pesciolino). Il polpo Casimiro era felice perché era in debito con Alfredo di mille conchiglie, avendo perso una partita a carte. La murena Dacia era depressa perché non sapeva più chi spaventare. L’ostrica Cecilia, una gran chiacchierona, non sapeva più con chi parlare.

Storia del pesce fuor d’acqua

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Il fine parlatore

Cric, Croc e Sapientino si ritrovano a un convegno,
stan seduti in prima fila e ascoltano il discorso.

Va sul podio un dicitore che comincia a dissertare,
parla … parla a non finire, e fa gesti con le mani.

Cric annuisce con la testa, Croc inizia a sonnecchiare,
Sapientino sta in disparte, e ascolta assai interdetto.

Il fine parlatore

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Lo stanzino segreto

Michelino era un bambino di sette anni, proprio come ce ne sono tanti. Biondo e allegro, frequentava la scuola elementare e aveva una stanza dei giochi tutta per sé. La stanza era grande, grandissima. Che dico? Grandissimissimissima! E in più, conteneva giocattoli di ogni tipo e misura. Dal cavallino a dondolo ai trenini di legno, dagli orsacchiotti di pezza ai peluches di ogni specie, la stanza era talmente piena che Michelino ci entrava a malapena. Anche se non si poteva più muovere, vi trascorreva tutti i pomeriggi di tutti i giorni dell’anno.

 
Gioca oggi e gioca domani, il tempo passava e i mille e più giocattoli erano stati giocati tutti, fino alla noia. Un bel giorno Michelino si stancò. “Ufffff … basta! Non ne posso più di questi giocattoli! Sono vecchi e rotti. Li ho usati mille volte! E questa stanza? Non mi posso muovere” disse, un po’ seccato. Da un pezzettino di finestra, quasi ostruito da peluches e marionette, si vedeva la finestra della casa di fronte, dove un bambino si era appena affacciato. Michelino gli fece ciao con la mano e il bimbo, di pelle scura e coi capelli neri, gli rispose amichevolmente.

 
Michelino allora lasciò la stanza e scese in giardino, dove lo raggiunse il suo nuovo compagno. “Come ti chiami?” gli chiese, un po’ sulle sue.

Lo stanzino segreto